Google banna importante developer cinese dal suo store

google img banhammer google play

L’internet moderno è un luogo dove è possibile fare un sacco di soldi attraverso dei semplici click, sfruttando in modo intelligente (ma malevolo) le concessionarie pubblicitarie ed un qualsiasi enorme bacino di utenti. Sembra anche che a capirlo siano state diverse software house che si sono messe d’impegno per cercare di capitalizzare su tali risorse nel modo più intelligente e remunerativo possibile.

Pian piano Google, il proprietario di un o dei più grandi store presenti sul mercato mobile, sta iniziando a fare pulizia man mano che scopre le applicazioni imbroglione; oggi andiamo a parlare proprio di questo.

Se avevate all’interno del vostro telefono un applicazione sviluppata da DO Global sappiate che è ora di disinstallare tutto.

Google prende in mano il banhammer, di nuovo

google play store ban cina

Dopo un report realizzato da una collaborazione tra Buzzfeed e dei ricercatori nel mondo della cybersicurezza, Google ha deciso di bannare dal proprio store un importante sviluppatore cinese rimuovendone tutte le applicazione per pratiche scorrette. Lo sviluppatore in questo, Do Global, è di proprietà del colosso cinese Baidu (il motore di ricerca più utilizzato dagli utenti di lingua cinese e il terzo motore di ricerca nel mondo per traffico) ed è stato accusato di creare applicazioni in grado di creare traffico indirizzato al mondo degli annunci pubblicitari, in modo da poter ottenere dei ricavi attraverso dei click falsi.

In una dichiarazione fatta da Google a The Verge, il colosso fondato da Larry Page ha dichiarato di star prendendo tutti i provvedimenti possibili al fine di proteggere gli utenti e gli inserzionisti pubblicitari, investendo in modo serio su infrastrutture e software in grado di contrastare le frodi e gli abusi di questo tipo.

L’azienda, secondo quanto presente nel report captato da The Verge, starebbe pensando di semplificare le procedure che permettono la rimozione delle applicazioni dai programmi di affiliazione pubblicitari legati al mondo di Google Adwords.

Al momento Google non ha ufficialmente bannato Do Global ma non si hanno le motivazioni necessarie per non credere al report realizzato da Buzzfeed sull’argomento.

DO Global è responsabile di almeno sei diverse applicazioni con del codice infetto al loro interno; tale codice permetteva ai developer di far girare sul processore del telefono degli script in grado di falsare i click sulle pubblicità in background, senza farsi notare in alcun modo dall’utente medio. DO Global al momento della stesura di questo articolo ha 56 applicazioni disponibili sul Play Store, 46 in meno delle 100 che risultavano disponibili sotto tale nome qualche giorno fa.

Gli app store stanno correndo ai ripari.

Google App Store Ban China Code

Check Point Research ha pubblicato un paper contenente una panoramica dell’attuale situazione in cui si trovano molti store online legati alle applicazioni per smartphone. Secondo CPR al momento il mondo degli store online si trova a dover combattere la crescente minaccia dei fake click legati al mercato pubblicitario, mercato che si è dimostrato capace di generare elevatissimi ricavi dati determinati volumi di utenza.

L’esistenza di malintenzionati, in sostanza, non stupisce davvero nessuno ed è necessario tutelare in qualche modo gli inserzionisti pubblicitari per evitare di far sgonfiare quello che è al momento uno dei business model più comuni e più generalmente accessibili agli sviluppatori. In passato Google aveva già rimosso sviluppatori e applicazioni dal suo store a causa di violazioni e problemi: lo scorso gennaio oltre sessanta videogiochi sono stati rimossi dal play store a causa di una segnalazione fatta dal gruppo di ricercatori dietro Check Point.

Tale segnalazione portava alla luce un pericoloso bug che permetteva ai malintenzionati di modificare la tipologia di inserzioni pubblicitarie che venivano visualizzate una volta avviata l’applicazione in questione; questa azione era responsabile di inserti pubblicitari di natura pornografica all’interno di applicazioni dedicate ai bambini, con tutte le conseguenze del caso.

Un caso più borderline è invece rappresentato dall’applicazione Living Hope Ministries, un applicazione per una terapia di conversione dei gusti sessuali, patrocinata da associazioni religiose. Tale rimozione è avvenuta in seguito alle numerose lamentele tra utenti normali, senatori americani e campagne per i diritti umani. In tal caso Google arrivò leggermente in ritardo rispetto Amazon e Apple, rimuovendo l’applicazione per ultima e provocando ripercussioni come la rimozione dell’azienda dal Corporate Equality Index da parte dell’associazione dietro la campagna per i diritti umani.