Cinque brevetti videoludici di cui dovresti sapere l’esistenza

BREVETTI MASS EFFECT

Crescendo come giocatore e appassionato di videogiochi ho sempre sperato, e sognato, in cuor mio, che il mondo videoludico non facesse la stessa fine di quello tecnologico o di altre industrie capitalistiche, accomunate dal focus che diventa il guadagno e non più il prodotto. Evidentemente le mie preghiere non sono state esattamente ascoltate.

Tra le tante orribili usanze che l’industria videoludica ha copiato dal resto vi è quella dei brevetti: Licenze speciali che donano l’esclusività di utilizzo di un particolare elemento. Questo può essere Musica, codice, meccanica, elemento hardware ecc…

Normalmente i brevetti sono cosa buona e giusta ed è il motivo per cui le aziende hanno dipartimenti R&D (Research and Development, Ricerca e Sviluppo), ma in un industria che vuole essere creativa i brevetti risultano, a mio parere, un po’ fuori luogo.

Provate ad pensare se facessero un brevetto su una tecnica pittorica, o su una nuova tecnica per scolpire il marmo. Immaginate se tra dieci anni una azienda fa partire un’iniziativa per fare sculture con la plastica riciclata, ma la tecnica usata è brevettata. 

E poi c’è Pong, la cui esistenza fu brevettata (difatti brevettando l’esistenza stessa del videogioco!) eppure non riuscì a fermare l’industria dal nascere. Quindi chissà, potrebbero essere polemiche fine a sé stesse.

Ma in questo articolo non ci soffermeremo sulla moralità dei brevetti, ma su quanto questi ci siano spesso sotto il naso senza la nostra consapevolezza.

Dunque ecco a voi cinque brevetti videoludici di cui dovresti sapere l’esistenza

Come funziona un brevetto

Facendo un po’ la parte del videogiocatore consapevole, è bello soffermarsi qualche minuto per capire: come funziona realmente un brevetto?

Innanzitutto, aspetto importante: I brevetti hanno una durata limitata, solitamente di circa vent’anni. Ergo anche se nella lista che segue vedete qualcosa che vi piace non andate nel panico. 

Il processo per registrare un brevetto è inoltre lungo e difficile

A quanto pare a detta di Kostyantyn Lobov, di Harbottle & Lewis (Uno studio legale inglese), un elemento per potersi qualificare per un brevetto deve avere necessariamente due elementi: 

  • Deve essere nuovo
  • Deve avere inventiva

Se la proposta viene accolta inoltre viene studiata attentamente da un team ad hoc il cui scopo è quello di trovare l’ago nel pagliaio e mettere sotto stress il brevetto.
Se dopo tutte le correzioni del caso, il brevetto continua ad avere senso di esistere allora si procede.

I brevetti però consistono in un vero e proprio monopolio e un uso illegittimo, anche se inconscio, risulta un infrazione e dunque può essere sfruttato dal detentore del brevetto per fa partire un ordine di cessare e desistere.

I casi in cui questo accade non sono molto comuni per fortuna, ma il rischio vi è sempre.

Nel mondo dell’informatica i brevetti sono strumenti potentissimi per proteggere piccole e grandi compagnie e le loro invenzioni intelligenti ma hanno dei limiti. Infatti non si può brevettare un algoritmo, o una strategia risolutiva, bensì possono essere brevettate soluzioni specifiche

Esempio i controller della Wii erano protetti da un brevetto, ma questo non ha fermato Sony da avere la sua controparte nei Playstation Move o Microsoft da avere il suo Kinect. Non era la concezione del movimento o la creazione di dispositivi che lo rilevavano a essere brevettata, ma la tecnologia nello specifico.

Muniti di una infarinatura generale di cosa sia un brevetto e come funzioni, andiamo subito alla lista.

Quello che mi fa male ogni volta che ci penso

Due orchi, "Nakra the Backbiter" e "Amug the Harrow" si guardano faccia a faccia prima che il duello per il posto di comandante inizio
Due orchi del Nemesis System pronti a duellarsi

Il Nemesis System di Terra di Mezzo: Ombra della Guerra.
Ammetto che un po’ piango dentro di me a sapere di questo brevetto.
Forse, a mio modesto parere personale, tra tutti i brevetti elencati è quello che ha più senso di esistere, però pensare quanti giochi l’avrebbero potuto sfruttare appieno porta velocemente a capire perché fa male.

Immaginate un Far Cry, un Assassin’s Creed, o un RPG classico con il Nemesis System quanto sarebbe interessante, e unitevi nel mio pianto. 

In realtà il brevetto è un po’ strano.
Copre sia elementi molto specifici, quale la gerarchia specifica usata nei giochi sia il sistema in genere, sia elementi più generici quali vendette sociali e cambio dell’aspetto dei nemici dopo gli eventi. Alla fine il brevetto riesce a essere specifico e non, risultando un grosso muro a chi vuole approcciarsi a dinamiche simili.

Mentre cercavo di capirci qualcosa nelle 20000 parole che compongono il brevetto e i diagrammi ho notato che il brevetto è stato aggiornato nel 2021 coprendo l’uso di queste dinamiche e del sistema anche nei casi di multiplayer sia peer to peer (quindi senza server, ad esempio coop) sia da server. 

Cosa questo possa significare, lo lascio a voi.
Il Nemesis System è brevettato da Warner Bros e il brevetto scadrà nel 2035. Sempre se l’aggiornamento del brevetto non aggiorni anche la sua durata, eventualmente fino al 2041

Ah ecco perché non l’ho visto da altre parti

La ruota di dialogo di Mass Effect è coperta infatti da un brevetto.
Questo effettivamente spiega poiché nessun RPG ha poi utilizzato lo stesso aspetto del dialogo, perché in effetti era molto comodo, specialmente da console o con un controller in mano.

Immagine proveniente dal gioco Mass Effect raffigurante un dialogo in cui al giocatore è posta una scelta tra tre opzioni disposte in un cerchio facilmente navigabile con un controller.
Esempio di ruota di dialogo di Mass Effect con tanto di scelte Buone/Cattive

La cosa particolare di questo brevetto è che non copre solamente i videogiochi, bensì qualsiasi “programma per computer” abbia un sistema che prevede una conversazione interattiva. Per farvi capire, niente chatbot con la ruota di dialogo.

Alla fine questo brevetto non limita realmente la creatività, è fastidioso poiché invadente nella creazione di un’interfaccia grafica che funzioni, e sarebbe bello imparare dalla Bioware, ma è generalmente innocuo.

Il brevetto è stato registrato nel 2007, quindi scadrà circa nel 2027.

Quello che non è servito poi a molto

Nintendo nel 2000 ha brevettato infatti il sistema di sanità mentale, con Eternal Darkness, per GameCube. La descrizione di questo brevetto è: Se il gioco cambia in base a un punteggio di sanità, determinato dagli eventi del gioco stesso allora è coperto dal brevetto.

Il brevetto è ormai scaduto però fa sorgere una riflessione. Dal 2000 fino al 2020 sono usciti diversi giochi con una meccanica simile a quella descritta dal brevetto: Amnensia,The Sinking City, Richiamo di Chtulhu ecc…

Forse questo brevetto può farci tirare un sospiro di sollievo ed essere esempio di come non è lo strumento in sé a fare danni, ma l’uso che se ne fa.

Come citato prima, il brevetto è scaduto nel 2020, quindi nulla di cui preoccuparsi a prescindere.

Quello recente

A inizio 2021 esce The Medium, un gioco si propone come innovativo e che pubblicizza il suo essere brevettato perfino sulla sua pagina di steam.

Infatti il “gameplay duale” di Medium è coperto da un brevetto fatto partire nel 2015.

Esempio del dualismo di The Medium.

Gameplay duale suona un po’ generico, così ho indagato sull’effettiva copertura del brevetto. Salvo condizioni molto specifiche in cui viene applicato, in cui è specificato che copre principalmente giochi single player story-driven e in ancora più nello specifico RPG, il brevetto copre il controllo contemporaneo da parte del giocatore (tramite un solo dispositivo) di più dimensioni (e personaggi in questi) contemporaneamente. 

Questo è un tipo di brevetto simile a quelli che si incontrano nel mondo dell’informatica, dove non è la tecnologia in sé ad essere coperta, ma l’uso specifico nel contesto e svolto con una tecnica particolare. Insomma un brevetto giusto.
Anche questo brevetto ha una durata di vent’anni e ci accompagnerà fino al 2035.

Ciliegina sulla torta

Avete presente la “Play of the Game” che parte in Overwatch a fine partita?

Beh, Blizzard ci ha fatto un brevetto nel 2016. 

Anche questo brevetto un po’ fa riflettere. In teoria Overwatch non è l’unico gioco in cui è mostrata la giocata della partita (ad esempio vi era anche in Paladin, rivale free to play di Overwatch, prima di essere rimosso per ragioni non pertinenti il brevetto)
Dunque in cosa consiste il brevetto?

A quanto pare il brevetto copre la soluzione specifica che Blizzard ha individuato. Infatti il brevetto è abbastanza specifico e questo lascia spazio a meccaniche simili. Insomma questo è il tipo di brevetto che non fa male a nessuno e non limita la creatività, al contrario di altri elencati.

Il brevetto durerà comunque ancora a lungo, la scadenza è pianificata per il 2036.

Conclusioni

Nelle mie ricerche, di brevetti bizzarri, ne ho visti diversi, ma ho anche visto decine, se non centinaia di brevetti diversi e da wannabe game designer e appassionato di videogiochi mi sono un po’ spaventato.

Vi invito dunque a giocare come ho fatto io: andate su https://patents.google.com/ e cercate una software house, spulciate le miriadi di brevetti, io mi sa che di brevetti, ne ho visti abbastanza per ora.

Se ne trovate di strani, o di sconvolgenti entrate sul gruppo Telegram e condivideteli!