Vendere l’arte altrui, gli accattoni 2.0, gli NFT e il caso sfortunato di Virtuaverse

VIRTUAVERSE FURTO DI PROPRIETA INTELLETTUALE

C’è una “nuova” tecnologia li fuori che si chiama “NFT”, è salita alla ribalta pochi giorni fa dopo che un collettivo ha bruciato un’opera di Banksy.

Per farvi capire cos’è successo c’è da scavare un po’ e illustrarvi il furto di proprietà intellettuale che c’è stato nei confronti dei creatori di Virtuaverse, ma andiamo per punti:

Cosa sono gli NFT?

Gli NFT sono dei “Non-fungible token“, una tecnologia che consiste una firma digitale con un’identità verificata via blockchain legata alle proprie opere d’arte; non è intercambiabile ed è creabile dopo l’upload di un file che riceverà un hash univoco.

La certificazione avviene via blockchain, la data e l’id in base al proprio token iniziale.

Ok, messo così sembra una supercazzola, ma per molti è il futuro: tramite questa tecnologia gli artisti digital possono registrare le proprie opere e certificarne la paternità in modo abbastanza sicuro, ovviamente come ogni nuova tecnologia ha anche i suoi contro, ad esempio il furto di proprietà intellettuale.

Un'interfaccia di vendita NFT

Il caso Virtuaverse

In redazione alcuni di noi sono entrati molto in confidenza con gli sviluppatori di Virtuaverse, sono due ragazzi italiani e un artist straniero che si sono messi in testa di creare un’avventura grafica punta e clicca old school nell’2020-2021 (ndr riuscendoci alla grande).

Il lead artist dietro al progetto è un ragazzone che ha un curriculum da urlo, il suo nome è Valenberg e ha creato le animazioni dietro i video di Perturbator e di molti artisti, ha messo la firma anche all’intero stile del titolo in questione.

I suoi artwork sono semplicemente pura arte 8bit e han fatto gola sin da subito a fanmade e farabutti pronti a venderli spacciandoli per propri. D’altronde era questione di tempo: su uno di questi siti a tecnologia NFT sono apparsi due venditori che hanno messo in vendita gli artwork, la piattaforma senza il benché minimo controllo ha accettato di buona leva e possiamo osservare dallo screen che gl artwork sono stati già venduti e scambiati più volte:

artwork rubati venduti tramite NFT

Da questo screen invece possiamo vedere uno degli artwork rubati, una gif del gioco ad alta risoluzione venduta a peso d’oro:

virtuaverse artwork rubati
359€…

Non metto il link al sito in questione visto che la piattaforma dopo diverse segnalazioni sta per buttare giù la pagina (e non meritano pubblicità a mio parere), ma il danno è fatto e il caso è più grave di quanto sembri. Pensate agli scenari peggiori per il futuro dell’arte in Digital.

NFT, il male?

Per farvi un po’ una vostra idea preferisco lasciarvi delle fonti su articoli/pensieri molto interessanti e poi darvi la mia :

Vi ho lasciato un po’ di fonti e spunti per un dialogo aperto, è arrivato il momento di riflettere: vogliamo che sia questo il futuro dell’arte?

Attualmente nella nostra epoca vige il freebooting: intere community sono cresciute grazie alla razzia di contenuti altrui, influencer che hanno fama, soldi e successo tramite video scaricati e condivisi come propri, intere aziende utilizzano persino sample audio con watermark (“audiojungle“) nei loro video pur di non pagare quei 4-5€.

La stessa cosa vale per l’arte, non sono un outsider: faccio fotografie da più di dieci anni e ho avuto decine di problemi di violazione di copyright, mi hanno rubato foto tante di quelle volte da aver perso il conto, eppure non sognerei mai l’affidare la mia arte ad un sistema di blockchain; in primis per un fattore pratico, ho già degli strumenti che tutelano il mio diritto di autore e – almeno “contro i big” – funzionano, in secundis sono seriamente spaventato, se rubassero un mio hard disk dopo un servizio e vendessero la mia arte? Cosa potrei fare per dimostrarlo? Come potrei tutelarmi?

Lo stesso ragionamento vale per i digital artist che magari condividono sui social le proprie opere per farsi conoscere e indirettamente faranno arricchire dei LADRI che senza alcun controllo potranno prendere possesso dei loro lavori, magari lasciandoli inconaspevoli.

Gli interrogativi sono tanti e non ho soluzioni alla mano, da questa vicenda abbiamo capito solamente che c’è un’artista che si è visto rubare una propria opera che è stata venduta per tantissimi danari senza ricevere un minimo di tutela o di remunerazione.


A voi la sentenza, mi piacerebbe discuterne sul nostro gruppo Telegram, fate sentire la vostra voce e mettete in guardia i vostri amici e amiche su questa tecnologia de lo dimonio.