Crackdown 2 – Recensione

Crackdown 2INTRODUZIONE

A tre anni dal primo capitolo di un titolo che ha fatto puro spettacolo, Ruffian Game si sobbarca la creazione del secondo episodio di Crackdown proponendo al videogiocatore questo sequel. In Crackdown 2 vengono dunque narrate nuovamente le avventure di un Agente, sempre a Pacific City, ma a dieci anni di distanza rispetto a quanto avvenuto nel primo episodio.
La formula di base resta la stessa: una trama semplice ed appena abbozzata giusto per dare una motivazione alle azioni, grandiosi poteri, armi e tutta la libertà che si potrebbe desiderare. Sarà nuovamente sufficiente questa formula o serviva un cambio di rotta? Scopriamolo insieme.

 SE NON E’ ROTTO, NON CAMBIATELO

Come accennato nell’introduzione, in Crackdown 2 i giocatori si ritroveranno nella stessa Pacific City in cui avevano combattuto gangs e boss della malavita per dare un senso al nome di questa città. Ciò che cambia è però l’aspetto complessivo della città, l’esplosione di un centro di ricerca chimico infatti – atto conclusivo del primo capitolo di Crackdown – ha trasformato la città completamente rendendola simile al teatro di un’esplosione atomica. I grattacieli crollati, tutti i muri impiastricciati, la natura assolutamente incolta, sono solo l’aspetto minore di questo cambiamento. Ciò che veramente è mutato è la popolazione, se in passato l’Agenzia doveva occuparsi di malavitosi, ora bisognerà combattere contro due fazioni: la Cellula ed i Contaminati. I primi sono un gruppo di terroristi, ex cittadini di Pacific City che hanno addossato all’Agenzia le colpe di quanto successo alla città e come risposta hanno deciso di scendere in campo, armi in mano e muovere guerra verso tutto e tutti, compresi i contaminati. Questo secondo gruppo è il resto della popolazione infettata da un virus propagatosi in città dopo la distruzione del centro di ricerca, virus che con il tempo ha mutato le persone trasformandole in orripilanti mostri dalla forza bruta ed abilità specifiche. Per risolvere il problema l’Agenzia ha scelto di avvalersi dell’uso di una nuova arma costruita in questi anni, arma che sarà in grado di eliminare tutti i contaminati ripulendo quindi completamente la città dai frutti del virus.


Che brutta cera… ‘spiace se te la cancello con piombo caldo?

Detta non esattamente in sintesi, la trama del gioco è tutta qui e rinnovando la formula già principe del primo capitolo, Crackdown 2 non presenterà una trama particolarmente presente e piena di colpi di scena o altro, ma si limiterà a sporadiche cutscene tra l’accensione di un radiofaro ed un altro, attivazioni necessarie per l’avvio dell’arma sperimentale.

E’ tutta qui la base su cui il giocatore si deve muovere ed effettivamente è tutta qui anche la novità rispetto al primo episodio di questa breve serie, Crackdown 2 infatti, trama a parte, sembra essere in realtà una patch del primo episodio in quanto presenta più o meno lo stesso sviluppo della storia – se prima erano gli scontri con i boss a farci passare di livello, adesso sarà l’accensione di un radiofaro – e la stessa qualità di secondarie con il medesimo sistema di upgrade per l’agente. Sono presenti infatti le sfere che ci permettono di migliorare le abilità del nostro Agente, con quelle di guida che si ottengono investendo i contaminati con l’uso di vari veicoli che sbloccheremo pian piano, mentre quelle legate ad esempio all’agilità sono adesso delle sfere che si muoveranno non appena ci avvicineremo ad esse, obbligandoci così in una corsa rapida tra muri, vicoli e tetti per recuperarle. All’inizio dunque abilità fisiche come il salto o il volo saranno basse, così come la potenza delle armi in possesso o il veicolo utilizzabile, ma maggiori saranno i nostri progressi, migliori saranno le cose su cui potremo contare con mezzi che cambiano senza evolversi come accadeva nel primo capitolo, armi che diventano sempre più potenti come un cannone che lancia onde d’urto in grado di mandare a terra interi gruppi di nemici o le granate magnetiche che una volta lanciate attirano tutti gli oggetti di metallo vicino creando una mega esplosione. Stessa cosa vale per i poteri fisici, migliori saranno i nostri poteri, più potenti saranno i nostri salti o il tempo che riusciremo a restare in volo planando da un punto all’altro della città.


Vedi Pacific City e poi… MUORI!!!

A fare la differenza saranno però le missioni secondarie, se infatti la trama – se così si può chiamare – è divisa sostanzialmente in nove capitoli in cui dovremo fare la stessa medesima cosa (trama che per essere conclusa non richiede più di otto ore di gioco), le secondarie invece offrono un po’ di svago differente con missioni che vanno dalla classica raccolta di oggetti ad assassini su commissione sino a gare, in auto e a piedi, attraverso checkpoint sparsi per tutti la città.

Al comparto single player si affianca il gioco online che permette al giocatore di affrontare la storia in cooperativa con altri tre amici, quattro in tutto dunque, o varie modalità di gioco in multiplayer sino ad un massimo di sedici giocatori sul campo. Per ciò che concerne la cooperativa il gioco risulta molto divertente soprattutto quando i quattro amici restano vicini, seppur esistono pochissimi mezzi in grado di trasportare quattro persone, il divertimento vero sta nel camminare, correre e saltare in giro per raccogliere sfere, eliminare nemici e gareggiare gli uni contro gli altri e fin qui tutto bene. I problemi cominciano a nascere quando i giocatori si allontanano, il gioco infatti non offre nessun mezzo per comprendere a chi appartiene uno specifico triangolo sulla mappa ed allo stesso modo il “sistema GPS”, ossia il sistema che ci permette di marcare una destinazione, è personale e non comune a tutti i giocatori, cosa che rende ancor più complicato il ritrovarsi insieme dopo essersi allontanati.


PISTAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!

Oltre alla cooperativa, sempre online è possibile avviare il gioco in multiplayer tra un massimo di sedici giocatori che si possono affrontare in tre diverse modalità di gioco. Le prime due sono i classici Deathmatch e Team Deathmatch, il primo tutti contro tutti, mentre il secondo un squadre contro squadre. La terza ed ultima modalità invece rappresenta una diversione sul tema, si tratta infatti di uno scontro aperto tra tutti i giocatori con la particolarità che tutti sono armati solo ed esclusivamente di lanciarazzi. Si tratta di un comparto multiplayer decisamente troppo povero, mancano diverse modalità di gioco che si potevano tranquillamente attivare come ad esempio gare in auto, elicottero o a piedi. Mancano modalità di gioco a squadre come Cattura la bandiera o difendi la base. Manca in assoluto la personalizzazione del proprio alter ego ed un vero motivo, oltre a divertirsi con gli amici, per giocare online in un mondo fatto di classifiche, record e giocatori che si scontrano per raggiungere il famigerato “prossimo livello”.

IL RAGAZZO HA COPIATO SPUDORATAMENTE… DA SE STESSO

Tecnicamente il titolo rientra nella sufficienza nonostante ci si trovi chiaramente di fronte ad un prodotto fermo ad oltre tre anni fa. Nonostante la vecchiaia però il tutto risulta nella maggior parte dei casi fluido soffrendo in rari casi un calo di framerate non spiegabile in quanto non avviene in particolari o specifiche azioni di gioco. L’IA del titolo, già ottima nel primo capitolo, è stata rivista per gestire il comportamento dei contaminati che non puntano sulla furbizia o tattiche di accerchiamento, ma sulla forza bruta e sulla quantità arrivando ad attaccare l’Agente in gruppi composti anche da cinquanta o più componenti. La grafica è il punto debole del titolo, se infatti era accettabile tre anni fa, per un titolo esclusivo oggi ci aspettavamo di meglio ed invece siamo di fronte allo stesso identico motore grafico del primo Crackdown. Rispetto a titoli di ultimissima uscita, Crackdown 2 presenta una grafica eccessivamente squadrata, poco curata nei dettagli e con texture che in alcuni momenti ricordano le grafiche dei cabinati di dieci anni fa. Non esistono motivazioni valide che possano giustificare la scelta di Ruffian Game nel lasciare il gioco allo stesso stadio evolutivo di tre anni fa.


Beep… beep… è permesso? Che faccio? Sfondo?!

Il comparto audio invece si riesce a salvare anche se non supera di molto la sufficienza. Buona la colonna sonora che accompagna il giocatore durante le sue scorribande e gli effetti sonori – armi, esplosioni eccetera – che rispecchiano completamente la natura futuristica del titolo. Poco caratterizzate invece le voci che sembrano quasi tirate fuori da un sintetizzatore vista la totale mancanza di emozioni.

 CONCLUSIONE

Crackdown 2 non è un nuovo gioco, ma ciò non toglie che sia divertente da giocare grazie al suo aspetto esageratamente freeroam ed alle meccaniche di gioco da “tutto-è-permesso”. Affrontare cittadini e contaminati al posto delle gangs dona al titolo una trama di base più interessante di quella del primo capitolo e se questo non fosse sufficiente, la cooperativa a quattro giocatori, seppur con qualche difetto, è comunque molto divertente.

 In conclusione Crackdown 2 non è altro che una rivisitazione di quanto il giocatore ha già potuto vedere e giocare circa tre anni fa con la prima incarnazione di questa breve serie. Sono state fatte sì delle modifiche e delle aggiunte, ma di effettivamente nuovo c’è davvero molto poco ed è questo il motivo di un voto leggermente ribassato. Il gioco in se merita pienamente il sette, ma a fare media c’è l’insufficienza data agli sviluppatori che in tre anni avrebbero dovuto tirar fuori qualcosa di nuovo.

 Il gioco è disponibile in esclusiva per sistemi Xbox 360.

VOTO: 6.5 su 8