Calling

Recensione di Alessio Arciola


INTRODUZIONE

Se in una cosa i Giapponesi sono maestri, quello è il campo dell’ horror. Da anni nella terra del Sol Levante vengono fatti film e scritte storie horror dallo stile unico e particolare. Il campo dei videogiochi non è differente, lo stile J-Horror è presente nel mondo videoludico da anni oramai con i capostipiti del genere riconosciuti sotto i nomi di Silent Hill e Resident Evil – seppur quest’ultimo nella sua ultima incarnazione abbia abbandonato in parte la tipica ambientazione J-Horror.

La Hudson Soft, creatrice di videogiochi dal 1973, conosciuta in particolare per la serie Bomberman vista su sistemi Game Boy (Originale, Advance e Color), GameCube, Genesis, iPod, iPhone, N-Gage, NeoGeo, Nintendo 64 e DS, PC, PlayStation (originale, 2 e 3) PSP, Saturn, Nes e molti altri, ha realizzato ora un titolo esclusivo per Nintendo Wii chiamato Calling e sviluppato sulla falsariga del ben famoso film The Ring. Scopriamo insieme se si tratta del tipico tie-in o di un prodotto di miglior qualità.


IL TERRORE CORRE SUL FILO DELL’ADSL

La storia di Calling racconta di una leggenda metropolitana legata ad una chat/pagina web che causa la morte di chiunque la visiti. Saranno quattro i personaggi che incontreremo all’interno di questa pagina web, quattro protagonisti le cui storie si andranno ad intrecciarsi all’interno del malato mondo realizzato dai ragazzi di Sapporo non appena un quinto utente di nome Kuroneko si connetterà alla pagina web. La storia vedrà quindi questi personaggi in un mondo infestato da fantasmi il cui unico interesse è terrorizzare al punto di far impazzire chiunque entri all’interno del loro mondo.
Seppur della storia non si possa dire molto per evitare spoiler importanti rovinando così le sorprese al giocatore, in Calling ci ritroveremo all’interno della tipica ambientazione horror giapponese dove la paura non è causata da mostriciattoli saltellanti ed ombre rapidissime che passano di fronte allo schermo. La paura generata dal titolo è basata totalmente sul mantenere di continuo la tensione alta nel giocatore, cercando di evitare al minimo il suo slegarsi dalla storia – cosa che purtroppo non è riuscita a pieno, ma di questo ne parleremo meglio dopo.

 

Storia a parte, in Calling affronteremo una tipologia di gioco a metà tra l’Adventure ed il J-Horror. Il giocatore viene difatti catapultato in un mondo che deve andare ad esplorare cercando cose, aprendo cassetti, interagendo con porte ed oggetti con il fine ultimo di dare fine all’incubo che sta vivendo. Hudson ha scelto come visuale per Calling la prima persona, ossia quella visuale che pone la telecamera come se fossero gli occhi del personaggio, eliminando così dal contesto la sua figura. Per gestire il personaggio di turno dovremo sfruttare il nunchuk per i movimenti – attraverso la leva analogica potremo andare a destra, sinistra, avanti o indietro. La visuale della telecamera è invece assegnata al Wiimote, a seconda di dove punteremo il controller la visuale si sposterà anche se in alcuni casi la risposta ai movimenti risulta lenta o totalmente assente. Sempre attraverso il Wiimote dovremo gestire anche la torcia – oggetto immancabile in un horror – il cellulare e l’interazione con gli oggetti.

Tutto il gameplay di Calling si basa solo su tre diversi aspetti: sanità mentale, esplorazione e cellulare. La prima è la novità del titolo, i personaggi difatti non hanno una barra che va a gestire la loro vitalità, quanto piuttosto un sistema che controlla la loro sanità mentale. Maggiore è lo stress subito dal personaggio – vicinanza e scontri con i fantasmi in primis – maggiori saranno i rischi di trovarsi fuori di testa e con il livello miseramente andato in fumo. Per migliorare la sanità mentale vengono quindi di aiuto i numerosissimi punti di salvataggio indicati attraverso un peluche posto in vari punti delle ambientazioni. Per abbassare inoltre questo valore sarà sufficiente evitare lo scontro con i nemici cercando quindi di aggirarli. La seconda caratteristica è la fase esplorativa, forse il vero e proprio tallone d’Achille del titolo di Hudson. L’intera avventura porta il giocatore a ritrovarsi moltissime volte in lunghe fasi di gioco dove si sarà costretti a camminare, aprire cassetti ed interagire con oggetti assolutamente inutili ai fini del gioco. L’assoluta mancanza di un chiaro obiettivo come un radar che indichi il punto da raggiungere o un luccichio che segnali l’oggetto necessario per proseguire nella storia, porta il giocatore a ritrovarsi per molto tempo all’interno della stessa ambientazione senza ben capire cosa deve fare per andare avanti nell’avventura. Il peggio viene poi nelle fasi di combattimento contro i fantasmi, punto in cui la fantasia dei ragazzi di Sapporo deve essersi perduta. Per affrontare il combattimento il giocatore non dovrà far altro che scuotere il Wiimote all’inverosimile e premere il tasto A nel momento giusto e questo tipo di combattimento è identico per ogni nemico e mai legato ad altri movimenti o ai famosi e stra-utilizzati QTE (quick time events) – caratterista che se implementata da Hudson avrebbe reso i combattimenti meno noiosi e ripetitivi. La cosa migliore che il titolo offre è il terzo aspetto a cui abbiamo accennato, ossia il cellulare. Ogni personaggio che andremo a controllare è difatti munito di tale oggetto ed è attraverso questo che si andranno a risolvere i vari puzzle presenti in Calling. L’oggetto è inoltre il tramite tra i fantasmi ed il personaggio, in molti casi infatti riceveremo chiamate dai fantasmi e per poterle ascoltare dovremo accettare la chiamata e spostare il Wiimote all’orecchio così da ascoltare le parole del nemico – a volte farfuglianti parole senza senso ed in altri casi importanti messaggi che sarà bene memorizzare per capire bene la storia.

PAGINA 404 – IL GIOCO CERCATO NON E’ AL MOMENTO DISPONIBILE

A livello tecnico Calling non presenta particolari novità, molte idee sono difatti riprese da altri titoli dello stesso genere ed i pochi aspetti positivi, come l’uso del Wiimote per le comunicazioni con gli spiriti, vengono decisamente coperti dai tanti aspetti negativi che rendono il titolo particolarmente pesante al giocatore. A causa dell’alto numero di caricamenti il gioco risulta poco coinvolgente in quanto l’avventura viene spezzata di continuo estraniando così il giocatore dal mondo e dalla storia. Infine la mancanza di punti chiari di riferimento in merito all’esplorazione obbliga il giocatore a lunghe fasi gioco assolutamente inutili. Graficamente poi Calling è decisamente mal curato, la grafica di molti titoli Wii di minore importanza e sviluppati da case con minor lustro, sono decisamente migliori rispetto a quanto realizzato dai ragazzi di Sapporo. I dettagli sono pochi, la personalizzazione delle ambientazioni risultano povere e le animazioni sono decisamente mal congeniate. A salvare il salvabile c’è una discreta realizzazione dei personaggi che godono di una elevata quantità di poligoni, elevata rispetto all’ambiente circostante grazie anche ad una buona gestione di luci ed ombre.

Il comparto sonoro infine ha in tutto e per tutto una doppia vita, se gli effetti audio e le musiche accompagnano l’avventura in modo egregio, a rovinare il tutto è la presenza del doppiaggio in italiano realizzato in modo pessimo sia dal punto di vista della sincronizzazione che del parlato vero e proprio – in alcuni casi addirittura sono necessari i sottotitoli nonostante il parlato sia in lingua italiana.

 

CONCLUSIONE

In conclusione Calling non è un tie-in in quanto sfrutta solo l’idea di base del film The Ring. Nonostante ciò però il titolo lascia decisamente perplessi, il reparto tecnico obsoleto e la grafica sottotono, insieme a concetti di gameplay onestamente sbagliati, portano ben presto il giocatore a stancarsi facendogli così perdere quella necessaria ansia di base che solo il genere J-Horror è in grado di creare.
Se è la paura che cercate, l’ansia continua del dover trovare un luogo sicuro dove ripararvi o il miglior sistema per aggirare i pericoli, Calling non è sicuramente il miglior videogioco sul mercato che potete affrontare. Se volete invece un’avventura horror che sia semplice da affrontare, non troppo lunga e soprattutto che possa essere giocata in un salotto buio alle due di notte senza correre il rischio di una notte insonne, allora il prodotto della Hudson Soft fa per voi.

Calling è disponibile in esclusiva per console Nintendo Wii da Marzo 2010.

Voto complessivo 5 / 10