Final Fantasy Tactics: The Ivalice Chronicles è la maniera migliore per giocare un titolo attuale come non mai: la nostra recensione

La copertina di Final Fantasy Tactics The Ivalice Chronicles

Fino a qualche anno fa non c’avrebbe creduto nessuno, invece alla fine della fiera è successo veramente: i principali lavori di Yasumi Matsuno, uno dei creativi più importanti dell’intera storia di Square Enix, hanno rivisto praticamente tutti (escluso il povero Vagrant Story, che speriamo tornerà da noi quanto prima) la luce in una forma moderna; nel 2022 è stato il caso di Tactics Ogre Reborn, SRPG di una saga seminale ritornato tra noi in grandissimo spolvero, mentre nel 2025 è stato il caso di Final Fantasy Tactics, primo grande spin-off della quinta generazione console di un brand che allora era sulla cima del mondo.

Final Fantasy Tactics diventa rapidamente un successo gigantesco per l’epoca, vendendo oltre un milione di copie e riuscendo anche ad arrivare sul mercato occidentale, sebbene con un notevole ritardo. Nel corso degli anni diventa uno dei videogiochi pù apprezzati dell’intera saga grazie… alle stesse caratteristiche di Tactics Ogre: una trama matura, personaggi “adulti” e una passione per realizzare narrazioni verosimili dal gusto storico, complice anche una certa ispirazione alla guerra delle due rose. Matsuno, Minagawa e Yoshida diventano tre nomi importanti della Squaresoft dell’epoca e il mondo di Ivalice costruito per questa occasione diventa poi lo scenario ideale per la narrazione di altre storie, come quella dell’aviopirata Balthier in Final Fantasy XII o di Ashley Riot nel sopracitato Vagrant Story: un eredità importante, che vede in The Ivalice Chronicles una delle massime espressioni possibili.

Che cos’è Final Fantasy Tactics: The Ivalice Chronicles?

La selezione di giochi dentro Final Fantasy Tactics The Ivalice Chronicles
Che cos’è Final Fantasy Tactics: The Ivalice Chronicles? (player.it)

Partiamo dalle definizioni spicciole: The Ivalice Chronicles è un po’ più di una semplice riedizione di Final Fantasy Tactics, quanto più di un lavoro semi enciclopedico con il preciso scopo di offrire ai videogiocatori la possibilità di esperire il videogioco su piattaforme moderne. La caratteristica centrale del prodotto The Ivalice Chronicles è data dal suo includere 2 differenti versioni del gioco: Final Fantasy Tactics Classic e Enhanced.

Final Fantasy Tactics Classic unisce la grafica e il gameplay del videogioco del 1997 con la sceneggiatura meglio tradotta di Final Fantasy Tactics War Of The Lions, molto più fedele all’originale giapponese, all’interno di un singolo pacchetto.

Una battaglia di Final Fantasy Tactics The Ivalice Chronicles
Che cos’è Final Fantasy Tactics: The Ivalice Chronicles? (player.it)

Final Fantasy Tactics Enhanced, invece, fa molto di più e si configura come una rimasterizzazione con tutti i crismi. Lo fa offrendo un importante miglioramento grafico, doppiaggio per tutti i dialoghi e una montagna di miglioramenti legati al gameplay; questi ultimi non sono esattamente “di poco conto” in quanto parliamo di due nuovi livelli di difficoltà, possibilità di salvare la partita mentre si è in battaglia, una migliore gestione della telecamera statica, la possibilità di abilitare il fast forward tra le animazioni per risparmiare tempo, la riscrittura di alcune battaglie in termini di partecipanti e possibilità (compresa quella, storica, che ha fatto ragequittare migliaia di giocatori alla fine del terzo capitolo).

L’altro miglioramento importante riguarda la sceneggiatura del gioco, riscritta ad hoc per potersi adattare al meglio al doppiaggio nel gioco e con una montagna di testo aggiuntivo. Si, lo sappiamo, questa potrebbe essere per molti una caratteristica più negativa che altro però a conti fatti abbiamo a che fare con una riscrittura particolarmente fedele del contenuto della storia, che si prende anche il tempo per dare qualche momento di luce in più a diversi tra i personaggi del gioco con dettagli extra. Oltre a tutti questi dettagli c’è poi una funzione che vorremmo in tantissimi altri videogiochi: lo state of realm, ovvero l’enciclopedia con tutti gli avvenimenti della trama messi in ordine cronologico e tutta una serie di informazioni collaterali disponibili in qualsiasi momento della storia, sopratutto durante le cutscenes; per una trama complessa e stratificata come quella di Tactics, questa scelta risulta essere più sensata che mai permettendo a tanti nuovi giocatori di esplorare a fondo i risvolti di alcune delle azioni che si vedranno a schermo.

Una cutscene animata di Final Fantasy Tactics The Ivalice Chronicles
Che cos’è Final Fantasy Tactics: The Ivalice Chronicles? (player.it)

Ultima aggiunta contenutistica, molto importante per noi europei, è l’inclusione delle benedette sound novels che erano finora rimaste confinate alla versione giapponese del gioco, a questo gioco completamente doppiate! Parliamo di brevi racconti a bivi, slegati dalle vicende principali del gioco che arricchiscono il background narrativo di Ivalice, con alcune sorprese per gli appassionati; la più grande tra queste è senza dubbio la prima apparizione del personaggio di Oeilvert, assassina che compare adombrata all’interno del racconto e il cui nome verrà poi utilizzato da Sakaguchi e soci per una delle ambientazioni più affascinanti di Final Fantasy 9.

A far da contraltare a tutto questo c’è giusto un problema: ma i contenuti di War Of The Lions che fine hanno fatto? Semplice: non ci sono!
La versione PSP di Final Fantasy Tactics aveva al suo interno un sacco di contenuti extra: due personaggi ospiti provenienti, rispettivamente da Final Fantasy XII (Balthier, a questo giro con un cognome cambiato) e Final Fantasy Tactics Advance 2 (Luso), due classi nuove (Dark Knigh & Onion Knight), nuove cutscene e altro che non serve a molto citare. Anche la modalità multigiocatore, che tanto avrebbe potuto dare nel contesto dell’always online gaming di oggi, è stata eliminata in Ivalice Chronicles, con tutti gli oggetti esclusivi ad essa legati.  La motivazione dietro a queste scelte, scartabellando un po’ tra le numerose interviste che i developer hanno rilasciato in rete nel corso degli ultimi anni, diventano comprensibili: è tutta una questione di fedeltà.

War Of The Lions era un progetto a cui il team originale di Final Fantasy Tactics non aveva partecipato e pertanto tutte le sue aggiunte non rispettavano le idee del gioco originale, nonostante ci fossero cose particolarmente interessanti come le cutscene.

Ivalice Chronicles è si un’edizione definitiva, più per gli sviluppatori che per gli utenti finali ma c’è da stare tranquilli: basta tenere in considerazione la qualità del gioco per dissipare ogni dubbio.

Ancora oggi una scuola a cui ispirarsi

Il menu degli equipaggiamenti di Final Fantasy Tactics The Ivalice Chronicles
Ancora oggi una scuola a cui ispirarsi (player.it)

Fidatevi quando vi diciamo che nonostante qualche contenuto mancante è davvero difficile lamentarsi della qualità del gioco; anche oggi Final Fantasy Tactics si configura come uno degli migliori SRPG presenti sul mercato

Si, sono passati vent’anni comodi ma basta giocarlo qualche ora per capire perché: il ritmo di gioco, specie adesso che c’è il fast forward dalla parte del giocatore, è veloce il giusto e la profondità di gioco è rimasta immutata, se non fosse che con tutte la aggiunte di quality of life adesso le situazioni sono leggibili meglio e in meno tempo. Gli sforzi di bilanciamento hanno cercato di fare principalmente una cosa: rimuovere gli spike di difficoltà presenti nel videogioco originale, come la tristemente famosa battaglia contro Wiegraf che ha condannato tantissimi al game-drop o la battaglia al patibolo di Golgorand, questa severa maestra che ha costretto tantissimi al capire davvero come strutturare il proprio party.  

Una cutscene non animata di Final Fantasy Tactics The Ivalice Chronicles
Ancora oggi una scuola a cui ispirarsi (player.it)

Nella pratica il gameplay prevede un raffinato gioco di posizionamenti e mosse su un diorama isometrico poligonale, con turnazione singola (il famoso sistema WAIT TURN) che prevede che ogni unità accumuli una risorsa chiamata CT in base alla velocità e ad altri parametri, agendo poi una volta che si accumulano 100 CT. L’azione è parzialmente istantanea, con magie e tecniche eseguite una volta soddisfatti i tempi di carica, questi ultimi tanto più lunghi quanto più complesse le abilità da utilizzare; attacchi, oggetti e movimenti invece sono istantanei. Il map design, compatto e intelligentissimo, permette a ogni squadra di costruire tattiche decentemente complesse potendo far affidamento su cinque unità differenti, queste ultime costruite seguendo le regole e gli stilemi del job system, preso di peso dal quinto capitolo dell saga.

Il menu di selezione difficoltà di Final Fantasy Tactics The Ivalice Chronicles
Ancora oggi una scuola a cui ispirarsi (player.it)

Ogni personaggio ha infatti un livello base a cui poi si affiancano, in parallelo, dei job level che indicano il suo livello di competenza con un determinato ruolo. Eseguire azioni in battaglia permette di guadagnare una risorsa da spendere poi per acquistare abilità, in maniera anche permanente, da portare con sé cambiando ruolo in battaglia, equipaggiando di fatto competenze e caratteristiche proprie di un determinato livello. Il sistema funzionava nel 1997 e funziona ancora oggi, permettendo la costruzione di un cast capaci di sinergie incredibili, specie una volta comprese le potenzialità dei job più avanzati; squadra che vince non si cambia e con tutte le agevolazioni determinate dalle migliorie del gioco enhanced, il sistema di Final Fantasy Tactics è una goduria da approcciare.

Tra tecnica ed estetica

Esteticamente parlando Ivalice Chronicles ha dalla sua il meraviglioso artstyle dell’origine aggiornato per incontrare i gusti moderni, almeno in termini di definizione. Nello specifico siamo abbastanza sicuri che i modelli poligonali che fanno da sfondo agli sprite degli eroi siano stati upscalati attraverso algoritmi come il superSAL mentre gli sprite siano stati ritoccati a mano nelle loro idle animations, tanto sono curati i dettagli e belli da vedere. Crediamo che sia oggettivamente difficile lamentarsi del livello tecnico del gioco, considerando anche che tutte le versioni originali soffrivano di gravi problemi tecnici derivanti dalla scarsa potenza di calcolo disponibile all’epoca (War Of The Lions aveva degli enormi problemi di framerate durante il corso delle animazioni, giusto per dirne una): il lavoro fatto è encomiabile e su PS5, la versione da noi provata, è veramente soddisfacente.

Grande lavoro anche in termini di colonna sonora, rimasterizzata nelle timbriche (che acquistano un fascino più “moderno”, passateci il termine) senza però perdere in qualità. Il lavoro fatto da Sakimoto all’epoca ancora oggi suona interessante, grazie a orchestrazioni intelligenti e a un layering efficace di linee melodiche armonizzate su basi ritmiche incalzanti. Anche quando i ritmi rallentano e il sole di Ivalice splende più che mai, magari mentre si è in sella a un Chocobo, è impossibile non farsi catturare da melodie immortali che suonano in maniera meravigliosa anche con tecnologie radicalmente diverse: quando la musica è bella funziona sempre, c’è poco da fare.

Ci sono 2 ultimi dubbi di cui è importante parlare: uno che colpisce il mondo dei videogiocatori e uno, molto meno importante, soltanto noi italiani.

Da una parte troviamo il prezzo del gioco, che oscilla tra i 49.99€ e i 59.99€ della deluxe; questo posizionamento nel mercato potrà sembrare per tanti esagerato, specie considerando la natura di “riedizione” di un gioco tecnico senza importanti aggiunte tecniche ed è una considerazione figlia del fatto che, al giorno d’oggi, videogiochi come Expedition 33, Mafia Terra Madre o anche Hollow Knight Silksong vengono venduti a prezzi particolarmente aggressivi.
Il secondo dubbio, invece, riguarda la completa assenza di traduzione italiana per il gioco, cosa che per noi è comprensibile vista la natura “non-mainstream” del titolo ma che purtroppo verrà mal recepita dal mercato nostrano, da sempre molto “viziato”; un gran peccato per un videogioco che, molto più di altri, avrebbe potuto acquisire un valore pedagogico per i videogiocatori di oggi.

Conclusioni

Final Fantasy Tactics ha più di vent’anni e in questa versione sembra uscito ieri, specie tematicamente grazie a tutta una serie di tristi avvenimenti nel mondo reale. Giocarlo è più importante che mai, proprio perché riesce a raccontare un modo di intendere la giustizia che può aiutare i videogiocatori a contestualizzare il potere comunicativo del medium; nel fare questo Final Fantasy Tactics diventa l’edizione definitiva per eccellenza, anche se mancano dei contenuti (che speriamo qualcuno in futuro abbiamo voglia di aggiungere), anche se manca l’Italiano, anche se è venduto a una cifra che può essere considerata fuori mercato. Il gioco questi soldi li vale ancora oggi, anzi, oggi più di ieri.

Voto finale: 9