Il periodo a cavallo tra anni novanta e duemila è stato pieno fin da subito da videogiochi platform la cui idea centrale è “diamo al giocatore tante cose da collezionare”, tanto che nel corso dei decenni successivi questo paradigma di game design è stato riassunto nel termine collectathon.
Pac-Man World 2, uscito nel 2002 su console di sesta generazione, si rifà alla coda lunga di questo genere videoludico, ancora privo delle “infiltrazioni action” che poi decreteranno il successo di saghe come Ratchet & Clank o Jak & Daxter (da secondo capitolo in poi): l’avventura della mascotte Namco, per molti simbolo dei videogiochi stessi, è vecchio stampo, pure troppo.
Visto che i festeggiamenti dei vari anniversari di Pac-Man sono sostanzialmente infiniti, con Bandai Namco che ciclicamente tira fuori un prodotto o l’altro, Pac-Man World 2 Re Pac si inserisce all’interno di questo filone: un remake del second capitolo, con aggiornamento importante del comparto tecnico per avvicinarlo a quello delle produzioni odierne, aggiungendo al tutto una lunga serie di limature che hanno lo scopo di rendere l’esperienza adatta alle papille gustative odierne.
Basta guardare su Youtube un walkthrough del Pac Man World 2 originale per capire il livello di progressi fatti: una telecamera degna di un platform tridimensionale intelligente, una serie di miglioramenti quality of life per quanto riguarda il movimento della nostra pallina gialla e poi qualche contenuto in più, giusto perché i videogiochi dell’epoca avevano un valore percepito diverso e lontanissimo dagli standard odierni.
Che fondamenta abbiamo?

Tutto parte come nel più classico dei casi: Pac-Lan è un luogo tranquillo che all’improvviso smette di essere tale; la colpa è dei soliti fantasmini che a questo giro hanno deciso di rubare i frutti d’oro dal grande albero, provocando però la fuoriuscita di Spooky, un grande e pericoloso demone sigillato lì da chissà quanti anni. A salvare capra e cavoli, o meglio, pillole e frutti a questo giro (come nel predecessore) ci dovrà pensare il nostro giallissimo eroe che nel corso di 6 diversi biomi, per una ventina comoda di livelli, si divertirà a recuperare i frutti in questione esplorando nel contempo mondi e luoghi diversi.
Lungo questa spina dorsale si sviluppa l’esperienza ludica di Pac Man World 2 Re Pac: un platform a livelli lineari che segue il canovaccio di Crash Bandicoot; movimento 3D in una struttura del livello 2D, in cui puoi scegliere se andare avanti o indietro, con poche deviazioni del caso. Tutto funzionalissimo e tutto figlio della propria epoca, senza che però effettivamente ci sia una reale traslazione qualitativa per quelli che sono gli standard odierni; di base, il problema di Pac Man World 2 Re Pac è che il Pac Man World 2 originale non è esattamente un videogioco bellissimo, quanto più un titolo ok figlio di un epoca ormai lontana (sigh), i cui stilemi di game e level design non sono esattamente invecchiati benissimo.

Il gameplay che ne consegue è abbastanza innocuo ma, rispetto l’originale, infinitamente meglio grazie a una telecamera degna di questo nome. In primis questa è liberamente controllabile attraverso l’analogico destro del pad, in secondo luogo è intelligente, si muove senza incastrarsi negli angoli e si adatta bene alle varie sezioni di gioco. Altra aggiunta di grande pregio che migliora sensibilmente l’esperienza di gioco è un indicatore di atterraggio per il nostro PacMan, che ridurrà in maniera sensibile il numero di imprecazioni durante le varie partite.

Altra modifica gradita è l’integrazione dei vari labirinti all’interno dei livelli: nell’originale i labirinti erano sezioni dedicate con schermate di caricamento da superare, qua invece sono più “libere” in quanto permettono a PacMan di trasformarsi nel mangia fantasmini e avere un movimento libero, non per forza legato alle corsie dei labirinti rimuovendo parte delle frustrazioni del gameplay originale con sezioni di gioco più rilassate e interessanti. Tutti gli appassionati del gameplay originale di PacMan, comunque, non avranno granché di che preoccuparsi: c’è una ricca sezione di extra di cui parleremo poi con dentro tutto quello che un appassionato potrebbe mai desiderare.
Sono stati rivisti (in meglio) anche gli scontri con i boss, stavolta più complicati e divisi in più fasi senza mai sfociare nel non divertimento; questo alza di poco il bassissimo livello di difficoltà del gioco, risultando quindi adatto anche ai poco esperti (che possono venire ulteriormente aiutati dalla presenza di una modalità dedicata dove Pac Man non può prendere danno).
Restaurazione pregevole
Pac Man World 2 Re Pac parte da una base non eccelsa: quella di un gioco base che è invecchiato male per forza di cose e che semplicemente mal comunica con il giocatore odierno o anche solo i gusti odierni; la software house incaricata da Bandai Namco per il progetto, però, consapevole di ciò ha fatto il possibile per poter aggiungere al titolo contenuti e scelte di contorno che di fatto indorano la pillola e che lo rendono piacevole.

Ad esempio ogni livello ha una modalità time trial e una serie di missioni che, se completate, permettono di accedere a costumi esclusivi e altri contenuti. All’interno dei livelli sono state piazzate delle monete collezionabili (alle volte anche con un certo gusto) che si possono utilizzare nei tanti gachapon sparsi dentro l’hub centrale, così da riscattare statuine collezionabili; queste vanno utilizzate per decorare l’hub centrale e per puro e semplice collezionismo, così da scoprire tanti personaggi di Pac-Land e di Pac Man tutto.
Ultima aggiunta, non indifferente per una certa fascia di popolazione, è la possibilità di poter giocare in cooperativa l’intera avventura; questa cooperativa non è simmetrica, bensì mette i due giocatori nei panni di due personaggi diversi: Pac-Man, che si occupa della parte “platform” e il pac-drone, un robottino volante che può interagire con i nemici e aiutare il nostro protagonista a raccogliere i vari oggetti sparsi in giro per i livelli.

Da un punto di vista prettamente tecnico il lavoro fatto è davvero di buona qualità: il comparto grafico utilizza uno stile poligonale stilizzato e cartoonesco, senza però utilizzare il cel shading. Nella nostra prova su PS5 non abbiamo assistito a un singolo calo di framerate, che si attesta sui roboanti sessanta per tutta la durata dell’avventura anche in modalità cooperativa e nelle situazioni più ingarbugliate.
Il salto tecnologico verso il presente è stato fatto anche dalla colonna sonora, anche questa aggiornata alle sonorità attuali; purtroppo, come nel caso del gioco, parliamo di una colonna sonora molto scolastica che non aiuta un granché il gioco nella sua espressione ludica e che, anzi, a causa di scelte melodiche non è che brilli un granché.
Conclusioni
Il problema principale di Pac Man World 2 Re Pac è… Pac Man World 2, ne più ne meno. Il lavoro fatto dai ragazzi e dalle ragazze di NOW Entertainment è efficace e intelligente, aggiornando tutti gli anacronismi di un videogioco che però già all’epoca era vecchio e, sopratutto, non bellissimo. Tutte le aggiunte aiutano a giustificare (ulteriormente) il prezzo budget con il quale è stato lanciato il gioco e aiuteranno le vendite dell’ennesima celebrazione della pallina gialla più famosa del mondo dei videogiochi, che non sempre è riuscita a essere perfettamente al passo con la storia del suo medium di riferimento.
Voto finale: 7

