Ci siamo reinnamorati degli skateboard con Tony Hawk’s Pro Skater 3+4 su PC!

Tony Hawk Pro Skater 3+4 immagine di copertina

Se c’è una cosa di cui ha bisogno il mondo attuale, funestato da tristi eventi e da direzioni assolutamente poco raccomandabili di varie figure dell’umana specie, è una tavola da skateboard. Il senso di libertà e di ribellione collegabile a una tavola da skateboard è comprensibile soltanto a chi ha avuto la fortuna, in vita propria, di provare un ollie o di riuscire a chiudere un flip. 

Bene: fortunatamente l’estate 2025 è salva da questo punto di vista grazie alla combinazione di due eventi astrali che non si presentavano da un po’: da una parte il ritorno del brand SKATE di Electronic Arts, per quelli che vogliono il vero “simulatore” di skateboard in città, dall’altra invece il ritorno di Tony Hawk, con Tony Hawk’s Pro Skater 3+4 di cui parliamo oggi all’interno di questa recensione.

Soddisfatta nostalgia

Tony Hawk nel suo gioco
Soddisfatta nostalgia (player.it)

Chiunque sia abbastanza vecchio da ricordarsi le classifiche dei migliori videogiochi per le console di sesta generazione, probabilmente ricorda con un certo grado di affetto nomi come quello di Tony Hawk. Neversoft, prima di diventare ricchissima con Guitar Hero e di venir fagocitata da Activision, riuscì a condensare all’interno del brand di Tony Hawk un equilibrio perfetto tra platform e arcade game, portando il level design ad un livello di maestria tale da trasformare qualsiasi cosa in una scusa per continuare una combo divertentissima.

Questa formula partiva sempre dallo stesso presupposto: lo skateboard come mezzo espressivo e non come mezzo di locomozione da un punto A al punto B; la tavola come estensione del proprio corpo e come pennello per poter dipingere la propria storia all’interno del livelli; tutto quell oche effettivamente serviva all’interno di quel contesto videoludico, ancora scevro delle simulazioni di cui poi si sarebbe riempito vent’anni dopo.

THPS3 e THPS4 vengono riproposti però in una forma distillata in termini di meccaniche di gameplay e contenuti, complice anche il fatto che la serie si sia poi evoluta “in meglio” dal punto di vista del mero gameplay con anche variazioni curiose sul tema. I due park di cui è composta la modalità “carriera” del gioco sono vissuti attraverso la formula “a tempo” del terzo capitolo, mentre al giocatore sono lasciate le possibilità operative proprie del quarto capitolo (è sempre possibile fare gli spine transfer per spostarsi da un half-pipe all’altra mantenendo un grab, ad esempio). È sostanzialmente tutto quanto speculare rispetto quanto fatto nel remake dei primi due capitoli: THPS 3+4 condensa il meglio del gameplay del brand all’interno dello stesso pacchetto, aggiungendo al tutto una serie di mappe sviluppate per l’occasione come la bellissima Waterpark o la folle Pinball.

Level design benedetto da un po’ tutti

Questa scelta operativa di Iron Galaxy ha lasciato però un fianco “leggermente” scoperto: utilizzare l’impostazione da “time trial” di Tony Hawk’s Pro Skater 3 con le mappe più arzigogolate e complesse di Tony Hawk’s Pro Skater 4 non è una scelta univocamente coerente. Mappe come Alcatraz, il cui level design è quasi labirintico e caratterizzato dalla presenza di una pletora di ascensori, passaggi segreti e trucchetti sono più complesse da apprendere avendo un limite di tempo di due minuti, senza contare che non crediamo ci sia una motivazione sensata di “game design” per non lasciare al giocatore almeno la scelta su come vivere le mappe in questione.

Uno skater in Tony Hawk Pro Skater 3+4
Level design benedetto da un po’ tutti (player.it)

Questo, però, è l’unico “difetto” che ci sentiamo di prendere in considerazione all’interno del gameplay dell’opera, che rimane ancorato a quanto gli appassionati già conoscono e che rappresenta la cristallizzazione di un’eredità importantissima all’interno del genere degli arcade sportivi. Tony Hawk Pro Skater, specie nei capitoli 3 e 4, ancora oggi rimangono una masterclass in level design: non è facile far percepire la sensazione di esplorazione all’interno di un classico videogioco in terza persona, figuriamoci all’interno di un videogioco in cui l’esplorazione è delegata a quanto è possibile fare con una tavola di legno ai piedi.

Alcune mappe sono quasi “commoventi” per le possibilità operative che lasciano al giocatore: basta guardare, ad esempio, alla Los Angeles di Tony Hawk’s Pro Skater 3 in cui bastano un paio di grind per sbloccare nuove porzioni della mappa e aggiungere ancora più verticalità al livello o all’intricato Shipyard di Tony Hawk’s Pro Skater 4; chi è alla ricerca di punteggi altissimi e combo incredibili in mappe del genere non potrà fare altro che essere particolarmente felice.

Uno scorcio del livello alcatraz in Tony Hawk Pro SKater 3+4
Level design benedetto da un po’ tutti (player.it)

Il sistema di progressione è regolato da una decina di obbiettivi presenti in ogni singola mappa; la metà di questi sono sostanzialmente identici (ottieni X punti entro 2 minuti, trova le lettere S-K-A-T-E) tra le varie mappe, mentre la restante metà è composta da obbiettivi legate alle caratteristiche uniche dei livelli. Purtroppo la traduzione in italiano del gioco rende il completamente di alcuni obbiettivi legati a particolari gap (in THPS il gap è un particolare tipo di “evento” che si sblocca eseguendo un trick tra due elementi del livello) davvero difficile, vista la non-specificità delle indicazioni date.

Di personalizzazione e scelte bellissime

Grande importanza e grande impegno è stato riservato alla personalizzazione del proprio skater, tra abbigliamento, tavole e caratteristiche fisiche. Per quanto magari “inferiore” a editor di personaggi moderni come quello di Baldur’s Gate 3 o Monster Hunter Wilds, Tony Hawk’s Pro Skater 3+4 si sa difendere in maniera egregia con una montagna di oggetti con cui è possibile ottenere lo skater definitivo, sempre se non si vuole interpretare qualche volto storico della disciplina sportiva: oltre al famosissimo Tony Hawk il gioco presenta un ricchissimo cast con quasi trenta atleti differenti, tra nomi storici come Rodney Mullen o talenti freschi come Yuto Horigome. Molto gradevole anche il cast di “guest” non esattamente skater professionisti come Bam Margera (che è stato il deuteragonista del meraviglioso Tony Hawk’s Underground 2), Michelangelo (dalle tartarughe Ninja) o per chi ha comprato la Deluxe Edition il buon vecchio Doom Slayer o il suo acerrimo nemico Revenant. Di carne al fuoco ce n’è davvero tanta.

Una mappa custom in Tony Hawk Pro Skater 3+4
Di personalizzazione e scelte bellissime (player.it)

Tutta questa personalizzazione la si può riscontrare anche all’interno della modalità “Crea il tuo Park”, ovvero quella che sarà la spina dorsale della ricca modalità multiplayer che speriamo animerà il gioco per i prossimi mesi. Questo perché la modalità offre al giocatore la possibilità di costruire, letteralmente, i suoi livelli pezzo per pezzo aggiungendo rampe, half pipe, grind, passerelle, obbiettivi, lettere e chi più ne ha più ne metta; ogni livello, tra le altre cose, può essere interpretato secondo una diversa lista di obbiettivi aggiungendo ulteriore varietà all’esperienza creativa e offrendo, potenzialmente, una longevità smisurata al titolo che già di per se richiede una quindicina comoda di ore se si è piuttosto bravi.

Sulla modalità multiplayer e la durata della modalità “park” purtroppo al momento dobbiamo ancora sospendere il giudizio: purtroppo per impegni del redattore non siamo stato in grado di partecipare a una delle sessioni di prova organizzate dal publisher e al momento della stesura della recensione non c’erano ancora mappe particolarmente interessanti all’interno dei server. Nel corso delle prossime settimane e dei prossimi mesi, però, siamo più che sicuro che ne vedremo di cotte e di crude, considerando anche la ricchezza della scena “custom” che ha fatto sopravvivere il capitolo PC di Tony Hawk’s Underground 1&2 fino ai giorni nostri.

Il doomslayer in THPS 3+4
Di personalizzazione e scelte bellissime (player.it)

Parlare del livello tecnico del gioco poi è secondo noi relativamente poco utile: abbiamo provato il gioco su PC su due diverse macchine, una con una 4060 e una con una 4070 Super senza mai scendere sotto i 60FPS complice un ottimo livello di ottimizzazione. Grandi parole potrebbero essere spese per parlare della colonna sonora, di altissimo livello che mescola alcuni dei pezzi storici che hanno fatto la storia dei capitoli 3 e 4 (Amoeba degli Adolescents, 96 Bitter Beings dei CKY, Skate & Destroy dei The Faction) con una sessantina di pezzi nuovi e/o recenti: i musicofili saranno felicissimi di trovare all’interno del gioco nomi come 100 gecs, Lupe Fiasco, Jeff Rosentstock, Run The Jewels, Turnstile, Steve Lacy, Urethane, Wavves, Vince Staples e chi più ne ha più ne metta.

Conclusioni

Tony Hawk’s Pro Skater 3+4 è un remake caparbio e ben realizzato che, pur non mantenendo tutti i contenuti degli originali, ne condensa le parti migliori all’interno di un’esperienza rinfrescante e divertentissima, oltre che potenzialmente ultra longeva grazie alle modalità multigiocatore e alla possibilità di creare i propri park con strumenti di grande potenza creativa. Onestissimo il livello tecnico, fantasmagorica la colonna sonora; che altro poter volere da un gioco che ci permette di non romperci le rotule in quanto adolescenti non più così tanto giovani?

Voto finale: 9