Elden Ring Nightreign | Recensione (PS5) | Una nuova avventura

Quando si scomodano determinati nomi e determinate saghe, si è praticamente obbligati a mantenere standard elevati poiché, qualsiasi cosa si faccia, si attirerà l’attenzione di un numero incalcolabile di persone. È esattamente questo quello che è successo con Elden Ring Nightreign, che sin dal suo annuncio, avvenuto ai Game Awards 2024, ha riscosso la curiosità di praticamente tutti gli spettatori, che si chiedevano cosa avrebbe avuto in serbo Hidetaka Miyazaki per il prosieguo delle avventure del Senzaluce nelle terre di Sepolcride.

Con il passare del tempo, si è scoperto che Miyazaki non era direttamente coinvolto nel progetto, che Nightreign non era un equivalente di Shadow of the Erdtree (a proposito, recuperate la nostra recensione qui), ma un vero e proprio spin-off non ambientato a Sepolcride e che, per giunta, non aveva nemmeno il Senzaluce come protagonista.

Ma allora che cos’è precisamente Elden Ring Nightreign?

Junya Ishizaki, director del titolo, aveva preannunciato un’esperienza di gioco molto diversa da quella di Elden Ring, che avrebbe posto l’accento sulla componente online, spingendo i giocatori a cooperare per superare ondate di nemici e sconfiggere i temibili boss finali. Tuttavia, il quesito non era stato completamente evaso, ed ha finito con l’animare il nostro approccio al gioco.

È bene chiarire sin da subito che stilare la recensione che state leggendo non è stato semplice, data la natura ed il target di riferimento dell’ultima fatica FromSoftware che, a nostro avviso, dovrà essere valutata da un duplice punto di vista: sia come videogame a sé stante che, ovviamente, come titolo appartenente ad un franchise enorme che, come detto in apertura, richiede standard elevati.

Alla scoperta di Plagaride…

Le terre di Plagaride di Elden Ring Nightreign
Alla scoperta di Plagaride (Player.it)

Dopo un piccolo tutorial introduttivo, un filmato introduttivo ci introduce Plagaride, un territorio funestato dalla Notte, un potere tanto misterioso quanto temibile, capace di sconvolgere l’aspetto del mondo di gioco e di manifestarsi nella forma di enormi creature: i Signori della Notte.

Tuttavia, ancora una volta, c’è qualcuno che ha deciso di imbracciare le armi e lottare: i Crepuscolari. Si tratta di otto personaggi che si ritrovano alla Rocca della Tavola Rotonda e che, pur avendo misteriosamente perso la memoria, sono animati da un unico scopo: sconfiggere i Signori della Notte, sovvertendo così il destino di Plagaride.

Inutile dire che, una battaglia dopo l’altra, potremo scoprire il passato di ognuno dei nostri eroi, arrivando ad intuire il loro ruolo e la loro natura attraverso lo svolgimento di missioni dedicate.

Va da sé che, come FromSoftware ci ha abituati, il compito dei Crepuscolari sarà gravoso, irto di pericoli e di inevitabili sconfitte. Tuttavia, nulla di tutto questo spaventa i nostri avventurieri, che sono più che mai determinati ad avere la meglio sulla Notte.

… e dei Crepuscolari

i crepuscolari di Elden Ring Nightreign
… e dei Crepuscolari (Player.it)

Il Selvaggio, il Guardiano, Occhio di ferro, il Predone, la Reclusa, il Giustiziere. Questi sei eroi senza nome (più altri due da sbloccare) rappresentano il roster di personaggi che ci accompagneranno nelle nostre spedizioni nelle terre di Plagaride. In buona sostanza, si tratta di otto diversi archetipi, ognuno dotato di caratteristiche ed abilità uniche.

Se il Selvaggio, ad esempio, con le sue caratteristiche ben bilanciate, rappresenta la scelta migliore per i giocatori alle prime armi; il Predone, invece, è una bestia del combattimento corpo a corpo, e se il Guardiano rappresenta il partner difensivo su cui qualunque team vorrebbe contare, Occhio di ferro e la Reclusa possono colpire anche a distanza, rispettivamente con frecce e magie.

Ogni personaggio predilige un diverso stile di gioco e, grazie alle loro abilità (attive e passive) ed alle loro tecniche segrete denominate “arti finali”, giocheranno un ruolo nelle tante battaglie che vi attendono.

Come avrete probabilmente compreso, la trama di Elden Ring Nightreign è decisamente frammentata e molto meno estesa rispetto a quanto abbiamo visto nel titolo di Miyazaki. Con il trascorrere delle spedizioni, avremo accesso a delle rimembranze, delle missioni speciali che, se portate a compimento, potranno svelare il passato dei nostri misteriosi protagonisti; inoltre, ogni oggetto che raccoglieremo porterà in dote una descrizione che ci aiuterà ad orientarci nel mondo di Sepolcride.

Tuttavia, probabilmente l’aspetto della trama è il primo elemento di diversità a cui il director Junya Ishizaki si riferiva parlando di Nightreign ma, come avrete modo di constatare, non è di certo l’unico, né il più importante.

Un po’ Roguelite, un po’ Battle Royale…

la rocca della tavola rotonda in elden ring nightreign
Un po’ Roguelite, un po’ Battle Royale… (Player.it)

Dimenticate tutto ciò che sapete su Elden Ring e scordatevelo: il vero elemento di rottura con il passato di Nightreign è rappresentato dal gameplay.

Non appena avrete scelto quale personaggio interpretare, sarete collocati in una squadra con altri due giocatori e catapultati in una delle tante mappe di Plagaride, in cui dovrete sopravvivere ad un ciclo di tre giorni. Dopo che le aquile che vi avranno portato a destinazioni, inizierà una fase di esplorazione votata alla raccolta di rune con cui salire di livello e di pezzi di equipaggiamento che vi consentano di dire la vostra in battaglia.

La mappa di gioco sarà generata in maniera procedurale, il che significa che ogni spedizione sarà diversa dall’altra, sia nei luoghi da esplorare che, ovviamente, nei nemici da affrontare; tuttavia, non faticherete a riconoscere le varie chiese, templi in rovina, punti della Grazia ed i dungeon in cui vi siete imbattuti esplorando Sepolcride.

Ogni punto di interesse pullulerà di mob da affrontare, con un piccolo mini-boss che, una volta sconfitto, vi ricompenserà con rune, equipaggiamenti e/o potenziamenti di vario genere, come da buona tradizione roguelite.

Tuttavia, il tempo a vostra disposizione è tutt’altro che infinito. Dopo circa 10 minuti dal momento in cui toccherete il suolo, un po’ come avviene in un battle royale, delle fiamme blu inizieranno a restringere l’area di gioco, costringendovi a convergere verso il centro della mappa, luogo in cui sarete chiamati ad affrontare un boss di fine livello e, nel caso in cui riuscirete a portare a casa la vittoria, avrete completato il primo giorno.

Se il secondo giorno sarà più o meno simile al primo (ma con un maggior grado di difficoltà), nel terzo ed ultimo giorno sarete chiamati a combattere uno dei Signori della Notte, affrontando la vera boss fight della spedizione.

Tuttavia, qualora veniste messi K.O., non preoccupatevi: i vostri alleati potranno riportarvi in vita semplicemente attaccandovi; il gameover sarà realtà solamente nel caso in cui tutto il team fosse al tappeto nel corso di una boss fight finale o di fine ciclo.

… poco Action RPG

l'ingresso delle boss fight di elden ring nightreign
… poco Action RPG (Player.it)

Avrete ampiamente compreso quanto Nightreign sia un’esperienza di gioco che condivide l’ambientazione e poco altro con il suo illustre predecessore.

Se in Elden Ring la costruzione del proprio personaggio era un elemento di fondamentale importanza, in Nightreign la scelta sarà limitata ad appena otto possibilità; se in Elden Ring la realizzazione della propria build era il momento dello studio e della personalizzazione, in Nightreign dovrete semplicemente limitarvi a raccogliere quanti più oggetti possibile, preferibilmente potenti; e se in Elden Ring l’esplorazione era un piacere da gustarsi lentamente, in Nightreign dovrete sempre andare di corsa.

Dato il poco tempo a disposizione, dovrete letteralmente correre da un luogo a un altro, uccidendo qualsiasi cosa si muova, raccogliendo ogni oggetto possa essere anche solo vagamente utile, sperando che, in un qualche modo, possa avvicinarvi alla vittoria finale. La “svolta action” di Nightreign si traduce non solo in un combattimenti molto veloci, ma anche in movimenti molto più fluidi, eliminando i danni da caduta e sbloccando i “salti a parete” con cui, in pratica, potremo scalare ogni parete, anche quelle praticamente prive di appigli.

Un’ulteriore conseguenza di quanto ora detto è che, al di fuori delle boss fight finali e di qualche mid-boss, la gran parte dei combattimenti perderà di profondità, diventando un tripudio di colpi e tecniche speciali, con buona pace di quella strategia che, in Elden Ring, permeava ogni scontro. La stessa morte del personaggio non ha più lo stesso significato.

Probabilmente molti di voi, arrivati a questo punto, staranno storcendo il naso, ma occorre sottolineare una cosa: nulla di quanto finora detto rappresenta un male o, almeno, non per forza. Qualora foste dei puristi dell’open world di Miyazaki, è bene ribadire che in Nightreign troverete poco o nulla della forma e dell’autorialità di Elden Ring, perché quello di cui stiamo parlando è un’opera completamente diversa, che si rivolge ad un pubblico diverso, più giovane e, passateci il termine, più casual.

Volendo inquadrare il titolo come roguelite PVE, senza focalizzarci troppo sulla sua appartenenza ad un franchise come quello targato FromSoftware, tutte le scelte di design e di gameplay appaiono comprensibili e, sotto tanti aspetti, godibili.

È inutile nascondersi dietro un dito: i puristi di Elden Ring difficilmente si avvicineranno al gioco, ma tutti i fruitori di titoli più “leggeri”, grazie alla velocità ed alla brevità delle sessioni di gioco, ne rimarranno sicuramente affascinati.

Comparto tecnico ed artistico

l'inizio di una spedizione di elden ring nightreign
Comparto tecnico ed artistico (Player.it)

Iniziamo subito dicendovi che la versione Playstation 5 da noi provata, per motivi squisitamente “temporali”, ha presentato qualche lacuna. Se è forse inopportuno menzionare le difficoltà legate al matchmaking, il framerate, anche in “modalità performance”, presenta diversi cali, soprattutto nelle aree con più nemici; lo stesso netcode necessita qualche correzione, dato che spesso ci siamo imbattuti in casi di lag tra gli attacchi sferrati e lo sbilanciamento dei nemici. Fortunatamente, quanto finora riscontrato potrà essere agevolmente risolto con pochi interventi correttivi.

Come detto in precedenza, Nightreign è un’opera diversa da Elden Ring, che si rivolge ad un pubblico diverso; di conseguenza, anche la componente artistica è stata tarata in quel senso. La telecamera di gioco, ad esempio, è sensibilmente più vicina al personaggio per dare enfasi all’azione; la stessa cura nella realizzazione dei paesaggi non è comparabile a quella ammirata in Elden Ring ma, ancora una volta, tutto è volto a prediligere un gameplay veloce.

Se, come in ogni roguelite, dopo un po’ è possibile avvertire una certa ripetizione e “prevedibilità” degli ambienti di gioco, un’aggiunta degna di nota è rappresentata dalle “Terre Mutevoli“. Si tratta di dungeon decisamente più articolati, con boss dedicati e ricompense di livello che, per essere portati a compimento, richiederanno una notevole padronanza nell’uso del personaggio. Che si tratti di luogo incandescente in stile “Villa Vulcano” o della cara, vecchia, palude putrescente, ci sarà pane per i denti di qualsiasi giocatore.

Infine, se era lecito attendersi il ritorno di tutti quegli asset cari ad Elden Ring, dalle armi ai talismani, dai dungeon ai tanti famigerati boss, quello che ci ha lasciato sorpresi è stato il ritorno di alcuni dei boss più iconici dei precedenti capolavori FromSoftware, ovviamente con moveset e modelli poligonali aggiornati.

Non c’è niente da eccepire neanche sulle nuove aggiunte al roster dei boss: i vari Signori della Notte sono veramente ben realizzati e rappresentano una sfida decisamente ostica. Si sarebbe potuto desiderare qualche nuovo nemico in più? Probabilmente si ma, ancora una volta, occorre ribadire che ogni scelta effettuata ha lo scopo di forgiare un prodotto che si rivolge ad un pubblico molto più vasto, attirandolo con quanto di meglio realizzato da Miyazaki e soci.

Giudizio finale

Se il caro, vecchio adagio “Minima spesa, massima resa” dovesse prendere la forma di un videogame, quel videogame sarebbe sicuramente Elden Ring Nightreign. Il nuovo titolo FromSoftware riesce a mettere in campo quanto di meglio creato dallo sviluppatore nipponico, sfoggiando una formula più veloce, più leggera, più action e completamente diversa da quella del suo celebre “fratello maggiore”; tutto questo con un budget decisamente inferiore rispetto a quello di qualsiasi tripla A. È inutile girarci troppo intorno: Nightreign non ha l’autorialità di Elden Ring, né ne raggiunge i picchi di eccellenza; tuttavia, lo scopo di Nightreign non è quello di essere la seconda espansione dell’open world di Miyazaki, ma è quello di rivolgere ad un pubblico, se possibile, ancora più vasto, attirando tutti quei giocatori che, per le ragioni più varie, mai si sarebbero avvicinati ad Elden Ring, o ad un qualsiasi gioco From. Grazie ad una struttura molto più semplificata e dal sicuro impatto, non abbiamo dubbi sul fatto che Elden Ring Nightreign avrà successo, forse molto più di quello che possiamo preventivare, tenendo ben presente che, nonostante il nome, il titolo esclude dal suo pubblico proprio i fan della prima ora, quei “puristi” che aveva decretato il successo dei soulsborne e che, probabilmente, non staranno facendo i salti di gioia leggendo queste righe. Se adorate esperienze di gioco più “moderne” ed avreste sempre voluto avvicinarvi al mondo From, probabilmente non trovereste un’occasione migliore di Elden Ring Nightreign; se invece vi collocate nelle già menzionate schiere dei puristi, vi consigliamo comunque di dare una possibilità all’opera di Ishizaki, magari sottraendo mezzo punto al voto che troverete in calce.

Voto: 8