Hotshot Racing | Recensione (Nintendo Switch)

Hotshot Racing

Se c’è un aesthethic a cui chi scrive è particolarmente affezionato essa non è altro che il magico mondo dei primi titoli tridimensionali, prima che la bravura degli sviluppatori smussasse gli spigoli e gli animi. Se c’è un genere di cui in questo 2020 tutto microtransazioni e battle royale abbiamo bisogno, beh, quello è proprio il racing arcade.

Quello caciarone tutto derapate e sportellate, quello che non si prende sul serio sin dal primo momento, quello che tutto vuole fare meno che darsi delle arie di seriosità e mista tristezza.

Fortunatamente c’è qualcuno che a noi pensa e che ha deciso di creare un videogioco in grado di rispondere perfettamente a questo nostre richieste.
Hotshot Racing è un videogioco che mischia Burnout con Ridge Racer e che sarà in grado di regalarvi intense sessioni seduti sulla tassa del cesso grazie alla portabilità di Nintendo Switch

Running in the nineties ma per davvero.

Hotshot Racing è un videogioco molto semplice. Prendete dei piloti visivamente ben caratterizzati, con delle storyline più nineties che non si può e metteteli su macchine molto veloci. Mettete questa combinazione di piloti e macchine all’interno di sedici differenti piste, ambientate in luoghi differenti del mondo e taac, ecco la ricetta per un buon arcade game.

Fine, potremmo anche chiudere la recensione in questo modo particolarmente sbarazzino perché all’atto pratico questo Hotshot Racing è.
Un racing game veloce, pieno di derapate, di sgommate, di turbo da centellinare e di scie da prendere.

Dal punto di vista prettamente ludico Hotshot Racing, nonostante un modello di guida non particolarmente approfondito, risulta divertente e galvanizzante, con una buona sensazione di velocità dovuta alle accortezze a livello grafico, con un sapiente uso dello spostamento di telecamera o con un altrettanto sapiente uso del motion blur. C’è un po’ di rubberbanding che però non inficia particolarmente la sfida, andando sempre a tenere alta l’attenzione del giocatore (come è normale che sia all’interno di un videogiochi dallo spirito arcade).

Non un pasto luculliano.

Le auto a disposizione, ampiamente personalizzabili dal punto di vista estetico, hanno il problema di essere abbastanza simili a livello di feeling.
Ogni pilota avrà a disposizione quattro auto, ognuna virata su combinazione delle tre statiche regolatrici (accelerazione, velocità massima e drift); scegliere tra l’una e l’altra però porterà soltanto differenze minime nel gameplay. Con delle differenze più marcate si sarebbero riusciti ad accalappiare più giocatori col minimo sforzo, migliorando anche leggermente la varietà.

La varietà in effetti è un problema che il gioco finisce per presentare e non risolvere. Il titolo ha dalla sua sedici piste più o meno tutte simili, senza particolare identità o senza particolari meccaniche. Ora lungi da noi desiderare un videogioco con lo stesso level design di un Mario Kart ma senza dubbio variare un po’ la ricetta non avrebbe fatto male.

Ogni pista più o meno si conclude con le stesse tempistiche e presenta curve molto dolci, in grado si di valorizzare il gameplay ma anche incapaci di stimolare il giocatore a dare di più.

È possibile affrontare i contenuti di Hotshot Racing all’interno della modalità Gran Premio o della modalità Single Race, sempre avendo a che fare con le 16 piste di cui sopra. In modalità single race è possibile scegliere delle sub-modalità con cui affrontare le piste, tutte piuttosto divertente.

Il titolo possiede anche una prova a tempo con cui sfidare sé stessi al raggiungimento del miglior risultato. Oltre a ciò il titolo ha dalla sua un multigiocatore granitico, con multigiocatore in split screen, online e anche in modalità wireless online (che presupponiamo essere switch only).

Pochi poligoni, tanto cuore.

Se dal punto di vista ludico abbiamo alti e bassi, differenti sono le considerazioni che invece facciamo per il comparto tecnico del titolo. Hotshot Racing è molto bello da vedere, in praticamente tutti i suoi frangenti. Lo stile grafico scelto è il classico low poly, tipico delle produzioni a basso budget, con una palette di colori molto pulita che richiama in più frangenti le atmosfere e le scelte che Namco o Sega hanno fatto decenni fa con Ridge Racer o Daytona.

Questo indirizzo rende, di fatto, il titolo molto bello da vedere e da gustare. Interessante anche il comparto musicale, con melodie abbastanza catchy ed una produzione che anche qua spruzza anni novanta da tutti i pori.

Durante le nostre prove su Switch in modalità single player non abbiamo osservato alcun tipo di rallentamento o di perdita di frame, come a voler sottolineare la solidità del motore grafico.

Hotshot Racing è un arcade gaming duro e puro, con pochi contenuti ma molto divertimento. Se avete un gruppo di amici con cui volete divertirvi in modalità multigiocatore, sia essa splitscreen o meno, avete trovato pane per i vostri denti. Se invece volete un videogioco che mostra seriamente il mondo della corse su strada, beh, avete decisamente altra strada da fare.