Miitopia – Recensione

Recensione di Gianluca “DottorKillex” Arena

Proseguendo sulla strada lastricata di battute senza senso ed espressioni ilari tracciata da Tomodachi Life tre anni or sono, Miitopia giunge sulle console della famiglia 3DS in concomitanza con il lancio di 2DS XL, portando anche sulla nuova macchina Nintendo uno stile inconfondibile ed un bagaglio di comicità ed avventure del tutto fuori di testa. Basteranno la rinnovata cornice da gioco di ruolo e lo spiccato umorismo a fare della nuova esclusiva Nintendo un prodotto consigliato? Non vi resta che continuare a leggere la nostra recensione per scoprirlo.

Senzavolto

L’antagonista principale del giocatore in Miitopia è il Duca del Male, le cui sembianze potranno essere personalizzate, e il cui intento è quello di rubare tutti i volti degli abitanti del pacifico regno di Miitopia per impiantarli su degli animali, così da creare dei mostri senzienti al suo servizio.

Se vi sembra una premessa assurda, sappiate che, già dopo un paio di ore di gioco, il nostro party era composto dal Joker di Heath Ledger nei panni del ladro, da Whoopi Goldberg in quelli della guaritrice e da John Lennon in qualità (ovviamente) di cantante: Miitopia non ha paura di sembrare completamente insensato, e di colpire il giocatore con la sua carica comica quando meno se lo aspetta.

Consentendo all’utente di scegliere tutti i personaggi principali della storia dal suo manipolo personale di Mii (creati, scambiati con altri giocatori o reperiti in rete tramite codice QR), il prodotto Nintendo trova proprio nella fantasia e nella voglia di non prendersi sul serio del suo pubblico una delle frecce al suo arco.

Pur senza raggiungere i picchi di Tomodachi Life, che godeva anche del fattore novità, Miitopia strappa più di un sorriso, soprattutto grazie a dialoghi completamente senza senso (“mi fa male un orecchio” – “ti sei lavato bene stamattina?”) e alle buffissime espressioni dei Mii durante il gioco, che ne trasfigureranno i visi, rendendo volti familiari assolutamente irriconoscibili.

La narrazione è un po’ meno secondaria di quanto non fosse in Tomodachi Life, ma il tipo di battute, le stralunate espressioni facciali e la comicità slapstick sono rimaste pressoché immutate, con tutto ciò che ne consegue: coloro i quali avevano amato quel prodotto strano e fuori dagli schemi si troveranno perfettamente a proprio agio con l’ultima fatica Nintendo, mentre chi allora accusò il gioco di essere troppo poco interattivo potrebbe ricredersi, ma solo parzialmente.

Di certo, che abbiate i sette anni segnalati come età minima dalla classificazione PEGI o i quasi trentasei di chi scrive, difficilmente le scenette di Miitopia non vi strapperanno almeno un paio di sorrisi durante l’avventura, magari alternati a qualche perplessa grattata di capo.

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Il gioco che si gioca da sé

Sulla falsariga di Tomodachi Life, di cui questo prodotto non è che la declinazione in salsa gioco di ruolo, Miitopia si gioca quasi da solo, con l’utente chiamato a poche scelte e più ad una fase di gestione che non di vero e proprio coinvolgimento diretto, il che lo rende perfetto come attività “collaterale”, mentre si guarda la tv senza troppa attenzione o si chatta  su Whatsapp con amici.

Se la struttura generale richiama quella dei classici JRPG tanto in voga durante lo scorso decennio (che stanno vivendo una seconda giovinezza, sotto molti punti di vista), il grado di interazione è assai più limitato: il giocatore ha il controllo diretto solamente sul suo alter ego, l’eroe principale della vicenda, e sulla strada da intraprendere su una mappa che ricorda molto più le avventure bidimensionali di un Super Mario qualsiasi che quella di un gioco di ruolo.

Per il resto, è l’intelligenza artificiale a sbrigarsela, tanto durante le battaglie, in cui muove tutti gli altri membri del party secondo regole abbastanza ben codificate (il curatore non lascia mai i compagni senza punti vita e il guerriero attacca incessantemente, giusto per fare due esempi), quanto nelle interazioni tra membri del party e nella creazione di eventi casuali, che ci sono apparsi randomizzati per alcune istanze.

Percorrendo un dato percorso, ad esempio, è possibile assistere ad una scenetta che coinvolge due membri del party, che finiscono con il litigare e creare una brutta atmosfera durante il viaggio, ma ricaricando lo stesso salvataggio, allo stesso punto è possibile assistere invece ad uno scambio di complimenti che accresce la sintonia tra altri due combattenti.

L’impressione generale è che, più che rafforzare il party, questi eventi siano stati inseriti per intrattenere e divertire il pubblico, inframezzando le altrimenti monotone scampagnate del party, che si muove su binari fino al raggiungimento di un bivio e, dopo un certo numero di combattimenti, termina immancabilmente la giornata con una sosta ricaricante nella locanda di turno.

All’interno di questa, oltre a consumare il cibo raccattato, aumentando nel processo le statistiche di base, il giocatore può assistere a scenette tra i membri del party, sceglierne la disposizione nelle stanze (i compagni di stanza tendono a sviluppare migliori relazioni, con i susseguenti benefici in battaglia) e donare loro monete da spendere in nuovo equipaggiamento o in oggetti curativi.

Il combat system, dal canto suo, unisce la rassicurante classicità dei turni alle imprevedibili mosse dell’intelligenza artificiale alleata, che si dimostra talvolta spietata contro i nemici, talaltra completamente randomica nei suoi comportamenti.

Poco male, visto che la difficoltà generale è tarata verso il basso, sebbene non manchino passaggi un pizzico più impegnativi in prossimità di certi boss, che potrebbero cogliere impreparati i giocatori più frettolosi, rei di non aver dedicato sufficiente tempo all’esplorazione.  La passività dell’esperienza di gioco, a conti fatti, rappresenta tanto il migliore alleato di Miitopia quanto il suo più grande limite: il gioco si accompagna perfettamente ad altre attività, tanto quanto è perfetto per sessioni di gioco anche molto brevi, durante le quali saprà strappare una risata ed intrattenere.

Sul medio e lungo periodo, però, la ripetitività e lo scarso livello di interazione danneggiano l’esperienza di gioco, sconsigliandone la fruizione agli appassionati più accaniti di giochi di ruolo giapponesi.

Il pubblico ideale dell’ultima fatica Nintendo, allora, è piuttosto da ricercare tra coloro che hanno amato alla follia le stramberie nipponiche di Tomodachi Life.

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Lo humour non ha bisogno di troppi poligoni

Volendo fare i puntigliosi, analizzando a fondo il comparto visivo (e tecnico) di Miitopia si potrebbero trovare numerosi difetti, dalla modesta conta poligonale generale all’estrema semplificazione di tutte le strutture, resa probabilmente necessaria da un motore grafico non propriamente dei più potenti.

Eppure, soffermarsi più del dovuto sull’aspetto meramente tecnico di un prodotto come Miitopia sarebbe superfluo, perché i punti di forza sono da ricercare altrove e perché, volendolo considerare un seguito spirituale del già citato Tomodachi Life, non ci si sarebbe potuti aspettare chissà quali meraviglie tecniche, soprattutto all’alba del settimo anno sul mercato delle console della famiglia 3DS.

Ci sono piaciute le musiche di accompagnamento, a metà tra il martellante e l’ipnotico, perfettamente in linea con la produzione, e la durata complessiva, aiutata dalla presenza di bivi in alcuni “dungeon”, si è dimostrata generosa.

Segnaliamo la presenza di un singolo slot per il salvataggio, che impedisce di giocare sulla stessa console ad un padre ed un figlio in maniera indipendente: occhio, quindi, a cosa fate, perché il file è condiviso.

Commento finale

Nonostante ci abbia regalato momenti davvero spassosi, tra comicità completamente non-sense, espressioni buffissime e NPC tutti da ridere, non ci sentiamo di consigliare Miitopia senza remore ad ogni possessore di 3DS: si tratta di un prodotto molto particolare, come lo era stato Tomodachi Life prima di lui, che offre il meglio di sé su sessioni di gioco brevi e poco impegnative, richiedendo un coinvolgimento minimo da parte dell’utente.

Se le stramberie giapponesi sono il vostro pane quotidiano, o cercate un gioco di ruolo davvero alla portata di tutti, allora potreste trovare nell’ultima fatica Nintendo il prodotto adatto a voi.