Dead by Daylight: Special Edition – Recensione

Articolo a cura di Domenico De Rosa

Dopo aver appassionato migliaia e migliaia di utenti su PC, Dead by Daylight è giunto anche su PlayStation 4 e Xbox One addirittura in versione Special Edition, portanto con sé tutti i contenuti pubblicati su PC. Ovviamente non potevamo lasciarci sfuggire l’occasione di provare il 4 vs 1 di Behaviour Interactive, vestendo i panni sia dei poveri Sopravvissuti, sia dei temibili Killer, tutti e sei presenti all’appello nella versione console. Dopo aver passato ore e ore sul gioco, siamo riusciti a risvegliare sia la nostra parte più innocente, sia quella più oscura!

Prede e Cacciatore

Dead by Daylight propone un multiplayer asimmetrico, sebbene definirlo 4 vs 1 sia leggermente errato visto che i quattro sopravvissuti nulla possono contro l’inarrestabile killer che dà loro la caccia. Immediatamente, nella schermata principale ci viene chiesto se desideriamo giocare nel ruolo di sopravvissuto o in quello del killer, anche se il ruolo può essere cambiato prima di tuffarsi nel gioco vero e proprio. Ciò deciderà anche a chi verrà assegnato l’host della partita: sarà il killer a creare una lobby e attendere l’arrivo delle sue quattro vittime; viceversa, i sopravvissuti non dovranno fare altro che entrare nel matchmaking e trovare posto in una partita appena creata e in attesa di completare il gruppo (di sopravvissuti). Prima di addentrarsi nel matchmaking, ci troviamo davanti a una corposa fase RPG, dove è possibile personalizzare il proprio personaggio, assegnare equipaggiamenti e abilità e salire di livello tramite la Tela Sanguinaria. Questa specie di ragnatela permette di acquistare mediante punti ottenibili durante le partite abilità specifiche o random e, udite udite, dopo aver completato la tela ed essere saliti di livello, la tela successiva verrà generata in maniera procedurale, rendendo di fatto i personaggi sempre differenti gli uni dagli altri. Ciò è bene! Dunque, pronti all’azione, non resta che scegliere il proprio ruolo e iniziare finalmente a giocare. Come sopravvissuti, cui gruppo è formato da quattro utenti, i giocatori devono cercare di salvarsi dalle grinfie del killer, avendo a disposizione alcuni modi per farlo. Il primo è la collaborazione, fondamentale ai fini della salvezza! Collaborando si avranno infatti più possibilità di fuga, ma il gioco non vieta di agire ognuno per conto suo… tanto la pelle è vostra! Per fuggire bisogna o riparare cinque generatori, attivando così l’energia per aprire i cancelli e darsi alla fuga, oppure attendere di essere l’ultimo sopravvissuto e cercare la botola (che apparirà solo quando resterà un solo utente in vita) che darà la libertà. Nel mentre, i sopravvissuti devono stare attenti a non fare alcun tipo di rumore, fattore che allerterà il killer e li renderà visibili sulla mappa. Ovviamente fare rumore è più facile del previsto: ci sono corvi che gracchiano al vostro passaggio, passi e salti non troppo felpati e perfino dei quick-time event che si manifesteranno durante la riparazione dei generatori. Fallendo la pressione del tasto, il generatore scoppierà, facendo talmente tanto rumore che dopo pochi secondi vi ritroverete davanti (o dietro) il killer pronto a farvi la pelle. Parlando dei Killer, questi sono sei, ognuno con le proprie abilità e i propri punti di forza. Il Cacciatore è capace di piazzare trappole per orsi e catturare le sue prede, lo Spettro ha il dono dell’invisibilità, il Mandriano ha una motosega, la Strega piazza dei segni sul terreno per intrappola le sue vittime. Lo scopo del killer è semplice: catturare i sopravvissuti, appenderli ai tanti tantissimi ganci dislocati per tutta la mappa e sacrificarli. Il tutto, prima che questi riescano a fuggire e lasciarlo con un pugno di mosche in mano. Essere killer però non sarà poi tanto facile (vedere più avanti)! 

Più gameplay, più problemi!

Una delle particolarità di Dead by Daylight è il doppio gameplay presente al suo interno. Giocare come sopravvissuti o come killer infatti modifica lo stile del gioco. Iniziamo dai sopravvissuti: qui ci troviamo davanti a un gameplay in terza persona che permette di analizzare meglio l’aria circostante e le tante mappe presenti, create appositamente per permettere ai “poveracci” di nascondersi e creare ostacoli per rallentare l’inseguitore. I sopravvissuti possono ottenere punti (spendibili poi nella Tela Sanguinaria) restando nascosti, riparando i generatori, purificando i totem presenti, salvando gli altri sopravvissuti dai ganci, passando del tempo nella terrificante cantina, oppure salvandosi. La terza persona inoltre limita i problemi legati alla telecamera, molto difficile da gestire, sorpattutto durante la fuga. Il gameplay del killer è assai diverso e per certi versi, l’ho trovato persino frustrante. Parliamo di una prima persona cui telecamera è assai più difficile da gestire, soprattutto durante le fasi di inseguimento (così come la fuga per i sopravvissuti). Senza prendere confidenza con gli appositi combandi, sarà infatti difficile inseguire con successo le proprie vittime. Inoltre il killer deve fare i conti con una meccanica di gioco assasi discutibile: sebbene tutti i “cattivoni” presenti siano più veloci dei sopravvissuti, ogni colpo sferrato equivale a una breve ma significativa fase di rallentamento dei movimenti. Se a ciò aggiungiamo che per mettere KO le vittime bisogna dare due colpi “base”, alla lungà ciò può risultare molto fastidioso. Inoltre, anche le fasi in cui bisogna distruggere gli ostacoli abbassano di molto il ritmo del gioco, sminuendo di fatto la figura minacciosa del killer, rendendolo goffo e impacciato. Anche i killer così come i sopravvissuti, possono guadagnare dei punti nel corso della partita portando a compimento determinate azioni come inseguire le prede, catturarle e sacrificarle. Il doppio gameplay però permette agli utenti di avere due opzioni e aggirare la ripetitività del titolo. Io ho trovato più divertente e meno logorante giocare nei panni del sopravvissuto, ma ovviamente a ognuno il suo. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, le azioni di gioco sono abbastanza legnose, mentre dal punto di vista grafico il dettaglio proposto non è eccellente, ma allo stesso tempo non ci possiamo neppure lamentare. Molto soddisfacente è invece il netcode, che (almeno su PlayStation 4) sembra funzionare veramente bene. E in un gioco multiplayer, questo è uno degli aspetti fondamentali!

I perché del si alla Special Edition 

Dead by Daylight è dunque approdato su console con la sua bella e “boxata” Special Edition, che a un prezzo decisamente accessibile per tutte le tasche, ovvero 29.99 euro, garantisce di avere ta le mani il gioco base e tutti i contenuti pubblicati fino a questo momento. 30 euro è un prezzo davvero ottimo per un videogame, figuriamoci per uno del calibro di Dead by Daylight, che nonostante alcuni problemi evidenziati nell’articolo regalerà ore e ore di divertimento, soprattutto agli appassionati dei film horror-survival. Dunque, è impossibile non invogliare gli utenti all’acquisto del gioco: se siete soli, in cinque secondi vi ritroverete subito in una lobby con tanti altri giocatori; se avete amici con cui giocare, nel menu principale avrete a disponizione tante modalità per creare partite personalizzate o addirittura, match classificati contro killer ignoti. Insomma, Dead by Daylight è davvero un toccasana per le console e per questo dobbiamo rignraziare gli sviluppatori che hanno deciso di non limitare il gioco al solo PC. L’acquisto è dunque più che consigliato!