Final Fantasy XV – Recensione

Recensione di Rosario Speciale

L’uscita di un nuovo capitolo di Final Fantasy è da sempre un grande evento per il settore, raffigurando il rappresentante per eccellenza dei giochi di ruolo di stampo giapponese. Questo quindicesimo capitolo però porta con se aspettative ancora maggiori, essendo legato sia al nuovo direttore Hajime Tabata che all’arrivo sulle attuali console con il motore grafico proprietario di Square Enix, il Luminous Engine. Tanta hype insomma che la società nipponica ha fomentato con trailer e informazioni nel corso degli ultimi mesi, martellando i fan e non solo visto che la frase di apertura del gioco recita chiaramente che si tratta di un titolo dedicato anche a chi giocherà per la prima volta questa serie. E allora, dopo ore di gioco e averlo concluso, ecco il giudizio di chi è fan del genere e di questa saga sin dal terzo capitolo.

In cammino verso il “vissero tutti felici e contenti”.

Per cercare di capire a fondo la trama che si cela dietro Final Fantasy XV è necessario guardare sia il film in computer grafica Kingsglaive: Final Fantasy XV che i sei capitoli di Brotherhood Final Fantasy XV, questo per avere un quadro migliore dei personaggi e di molti aspetti del mondo di gioco che altrimenti non ci saranno chiari, senza contare alcune parti nemmeno spiegate. Detto ciò è importante rimarcare che come spesso accade con un nuovo capitolo della serie ci siano solo alcune caratteristiche e elementi che si collegano con il passato, per il resto chiunque si sia perso i precedenti giochi non avrà alcun problema con la trama, perdendosi soltanto quei riferimenti e battute di puro fan service. Eos è il mondo che farà da teatro alla nostra avventura, per la maggior parte governato dall’Impero di Niflheim che grazie al suo potente esercito cerca di conquistare anche l’ultima roccaforte della resistenza, il Regno di Lucis. In questo infatti risiede il Re che grazie al suo anello può sfruttare il potere immenso del Cristallo, una gemma unica al mondo bramata ovviamente dal cattivone del gioco. Noi interpreteremo il giovane principe Noctis, erede al trono di Lucis, in viaggio per andare a sposare la sua dolce e sconosciuta futura mogliettina, la sacerdotessa sciamana Luna, accompagnato dai suoi tre inseparabili amici Prompto, Gladio e Ignis. Il nostro cammino non sarà però facile e tra qualche difficoltà con la nostra bella vettura, la Regalia, e numerosi nemici e mostri che popolano l’open world creato da Square Enix scopriremo non troppo presto che nostro padre è morto e il nostro futuro Regno conquistato dall’Impero. Il plot iniziale è comunque di poco interesse e dopo aver visionato il lungometraggio si potrà avere un quadro migliore di chi sono i nostri nemici, mostrando sin dall’inizio una certa debolezza della narrazione e trama che fa da colonna portante del titolo. È bene specificare come Tabata e i suoi si siano presi tutto il tempo per introdurvi nel mondo di gioco, con un incipit iniziale debole che si rafforzerà dopo una decina di ore di gioco e molta esplorazione e scoperta, che quasi assumono il ruolo più importante inizialmente. Un incedere lento e con pochi di colpi di scena, che non piacerà ai meno pazienti, ci porterà comunque ad avere il giusto interesse a proseguire la quest principale per scoprire come andrà a finire, forse con la delusione che basteranno meno di trenta ore di gioco per vedere il finale e iniziare cosi a darsi all’end game.

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La vastità di Eos ha dei limiti

Come avrete capito Final Fantasy XV non è un gioco di ruolo classico, non solo per il gaemeplay di cui parleremo a breve, ma anche perché ci porta in un open world per la prima volta, con la possibilità di andare in giro un po’ senza una meta precisa, dando sfogo all’esploratore che c’è in noi ma con alcuni limiti che il mondo di Eos ha, risiedenti non soltanto nell’ampiezza non eccessiva rispetto ad altre produzioni ma anche di densità di attività da svolgere. Le quest secondarie non sono molto varie, come da tradizione ormai per questo tipo di titolo ci verrà chiesto di andare in un determinato punto della mappa, sterminare uno o più mostri, raccogliere determinati ingredienti o cercare qualche cacciatore che ha perso la via di casa. Insomma la varietà non è moltissima, anche se il numero è davvero notevole e vi occuperà molto tempo per portarle a termine. Ciò che rende Eos diverso dagli altri prodotti come ad esempio Xenoblade Chronicles X è che seguendo il percorso della storia principale difficilmente ci ritroveremo di fronte a creature dal livello molto elevato rispetto al nostro, dandoci una progressione di gioco più lineare e meno incentrata sul farmare punti esperienza come se non ci fosse un domani. Il grosso ostacolo imposto dai programmatori agli esploratori più incalliti è il fatto che i punti esperienza non verranno assimilati dai nostri personaggi se non fermandosi in un punto di ristoro, riposando e dormendo in maniera adeguata, costringendovi di fatto a non avere poi cosi tanto tempo a disposizione per gironzolare per la mappa, considerando poi che la notte a Eos arrivano i daemon, creature molto potenti e più pericolose della norma. Diversamente dal solito il gameplay si basa totalmente sull’uso di Noctis, relegando i comandi impartibili ai nostri compagni in semplici manovre tattiche da eseguire, diversificando però il sistema di combattimento tra la modalità attiva e quella riflessiva. In quest’ultima tenendo premuto il dorsale di sinistra avremo una barra che ci permetterà di bloccare il combattimento e indicare ai nostri compagni cosa fare, dando vita ad azioni molto cinematografiche e visivamente d’impatto. Il cuore del sistema di combattimento è puramente action, molto più simile ad un Devil May Cry che ai classici giochi di ruolo, con quel pizzico di Kingdom Hearts che caratterizza il team di sviluppo. Con il pulsante azione sferreremo colpi con una delle 4 armi a nostra disposizione, intercambiabili nel corso della battaglia in un’istante e consentendoci di sferrare combo complesse e dal grande danno. La seconda caratteristica importante che troviamo negli scontri è il teletrasporto istantaneo grazie al nostro speciale pugnale, con il quale potremo iniziare uno scontro da lontano sorprendendo i nemici o aggrapparci a zone non raggiungibili dai nemici per riprendere fiato o anche scappare a distanza di sicurezza. Insomma l’azione preponderante è fatta di colpi e combo che si alternano al nostro parare e schivare l’offensiva nemica con la giusta tempistica, con l’aggiunta dei quick time event nel momento in cui affronteremo i giganteschi Siderei (le classiche summon della serie che qui hanno questo nome e sono solo sei). Le magie hanno invece un funzionamento molto diverso dal passato, avremo infatti a nostra disposizione delle ampolle e dovremo riempirle con il giusto mix d’ingredienti per creare la magia giusta con gli effetti desiderati, sia essa di ghiaccio, fuoco o di tuono. Il problema è che lanceremo delle vere e proprie granate, che esploderanno andando a danneggiare tutti i nemici e alleati presenti, compreso Noctis, con un conseguente utilizzo limitato a ripulire le zone da un numero cospicuo di nemici e quasi sempre all’inizio della battaglia visto che i tempi di caricamento sono cosi lunghi che riusarle non conviene più. Insomma il titolo ha ben poco del gioco di ruolo, tralasciando i punti esperienza che accumuleremo dopo le battaglie o la risoluzione di una quest, portandoci di fronte allo sfruttamento dei punti abilità conquistati per completare l’albero di ognuno dei quattro componenti del team che sbloccheranno altrettante nuove mosse. Discorso a parte va fatto per il nostro eroe che dispone di un potente attacco grazie alle Armi Ancestrali, che salgono di numero in base a quante ne troveremo e che possono fare enormi danni ai nemici, mostrando però un gameplay sempre molto impostato sull’azione e la frenesia dei combattimenti, che non riescono ad uscire dal circolo di pressione di un solo pulsante, schivate tempestive e contro attacchi. Purtroppo le numerose battaglie sia con mostri di grandi dimensioni che con gruppi numerosi hanno portato alla luce i difetti che avevamo già visto nella demo e che non sono stati corretti (nonostante la versione da noi provata sia già compresa della patch che uscirà il day one) , come il teletrasporto di Noctis che spesso ci porterà dove non vorremmo, le collisioni che non sono perfette e quindi manderanno a vuoto attacchi che dovrebbero invece colpire in pieno i nemici e, cosa molto fastidiosa, il tasto preposto per la parata e la schivata che è il medesimo. Avere lo stesso pulsante per rotolare e mandare a vuoto un fendente o zampata del mostro di turno e quello per bloccare il colpo e poter eseguire una contro mossa ci vedrà effettuare una delle due azioni nel momento sbagliato, ovvero vedremo spesso una schivata invece di una parata e viceversa con conseguenze non sempre positive per il livello della nostra salute. Un difetto che riscontreremo anche dopo 40 ore di gioco e battaglie e che sottolinea il non perfetto sistemo di gioco aggravato dalle pessime telecamere.

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Guarda Noctis, tutto ciò che vedi all’orizzonte è…sfocato

Square Enix ha presentato il Luminous Engine in pompa magna, con trailer e dimostrazioni che lasciavano sognare ogni appassionato in giochi visivamente impressionanti, resta purtroppo l’amaro in bocca nel constatare come in questo titolo ci siano un po’ di difetti di troppo. Se con gli elementi in primo piano Final Fantasy XV è spettacolare, con personaggi meravigliosi e colmi di dettagli e l’orizzonte ad avere problemi essendo tutto ciò che c’è in lontananza un po’ troppo sfocato, non fastidioso però sicuramente non adeguato visto produzioni come The Witcher 3. Considerando poi che Eos non è propriamente ricco di zone varie e dalla vegetazione o clima diverso non si può giustificare un dettaglio cosi basso, colmo anche di popup quando riusciremo a far spiccare il volo alla nostra Regalia. Il frame rate, dal canto suo, ha sempre qualche rallentamento mentre anche l’IA dei nostri tre compagni non brillerà in ogni momento, lasciandoci anche da soli in combattimento quando non dovrebbero. La realizzazione tecnica è sicuramente di primo piano ma il meglio il titolo riesce a darlo nei dungeon e con le boss fight, per poi lasciarci ad un mondo di gioco non troppo complesso e vivo come ci saremmo aspettati e con momenti esaltanti di scenari epici che si frappongono a paesaggi vuoti e privi di dettaglio. Le musiche sono semplicemente fantastiche, girare con la regalia non è il massimo e si guida davvero male ma lo farete per godere della colonna sonora del gioco, nonostante il viaggio rapido sia il migliore, a dimostrazione di quanto siano stati grandi i compositori nel solo riproporre o remixare brani storici della serie.

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Commenti Finale

Final Fantasy XV è un titolo che non setta nuovi standard per la serie né per gli open world, tuttavia risulta un buon gioco in cui l’azione la fa da padrone, nonostante difetti di collisione e telecamere. I fan di vecchia data storceranno il naso di fronte alla pochezza delle magie e del loro utilizzo, sebbene i Siderei sono spettacolari come in nessun altro capitolo, ma avranno di che divertirsi nel livellare i personaggi, cercare gli accessori migliori da equipaggiare e le combinazioni più adeguate da sfruttare  per l’affiatamento del team. Sebbene ci aspettassimo di più dalla storia principale, di breve durata e un po’ troppo banale, dal boss finale privo di carisma se paragonato a quelli degli altri episodi, non possiamo non essere soddisfatti della sensazione di essere pionieri nell’esplorazione di Eos. Non ci troviamo di fronte a un capolavoro e Tabata e i suoi dovranno rivedere qualche elemento del sistema di combattimento in futuro, ma il gioco è buono e riesce a conquistare il giocatore per ore anche semplicemente con le attività secondarie come la pesca o la fotografia.