Watch Dogs 2 – Recensione

Articolo a cura di Pietro Gualano 

 

La nostra vita vale meno dei dati che produciamo? E’ questa la domanda tanto attuale quanto inquietante dalla quale sono partiti gli sviluppatori di Watch Dogs 2, scegliendo di affrontare un tema decisamente spinoso con una delle serie più controverse del mondo dei videogiochi. Quando il primo Watch Dogs venne lanciato, infatti, le critiche furono veramente tante e le celebri accuse di downgrade sono ancora fresche nella memoria dei giocatori. Quel titolo, comunque, ottenne buoni risultati in termini di vendite e quindi oggi siamo qui a parlare del sequel, un gioco allo stesso tempo molto vicino e molto lontano dal predecessore dal quale ci si aspettano grandi cose. 

Emergere nel mercato degli open world, allo stato attuale delle cose, è un’impresa veramente per pochi ed è necessario un prodotto davvero originale per riuscirci: Ubisoft è riuscita a osare mantenendo inalterati gli elementi che rendevano il primo Watch Dogs un titolo di qualità?


 

Happy new Fear

 

Il tema narrativo su cui si basa Watch Dogs 2 è, come abbiamo detto, molto pesante. Tutti noi viviamo ormai in un mondo in costante connessione con smartphone, auto sempre più elettroniche, PC sempre più potenti e dispositivi mobile sofisticati. La gestione e il trattamento dei dati personali è una delle grandi sfide del nostro secolo dal momento che, sebbene molti lo ignorino, le informazioni raccolte su abitudini, desideri e gusti degli individui hanno un valore economico enorme e naturalmente a strumenti d’indagine sempre più invasivi corrisponde necessariamente una riduzione della privacy personale. Watch Dogs 2 parla, a grandi linee, proprio di questo: nella società odierna l’uomo è apparentemente un essere libero, ma in realtà non è altro che una macchina le cui esigenze possono essere mappate e sfruttate per ottenere un profitto. Il nostro compito, quindi, è ostacolare in tutti i modi i piani di una società fittizia che ha un controllo praticamente totale sulle città degli Stati Uniti e il cui scopo ultimo è schedare ogni singolo cittadino attuando un vero e proprio regime basato sull’anticipazione: le persone verranno incolpate per ciò che ancora non hanno fatto, i negozi venderanno prodotti che la gente ancora non sa di desiderare e così via.

Ora, con una tematica così complessa e per certi versi drammatica sarebbe stato fin troppo semplice proporre un mattone (passateci il termine) ricco di sequenze serie e dialoghi filosofici, ma fortunatamente non è il caso di Watch Dogs 2: tutta la storia, infatti, viene raccontata con uno stile ironico, scherzoso, esplosivo e divertente. Il protagonista principale e i personaggi secondari sono dei semplici ragazzi col desiderio di cambiare le cose e anche se alle volte usano un linguaggio un po’ troppo stereotipato (“mi piace una cifra yo”) sono tutti simpatici e ben caratterizzati. 

Marcus, il ragazzo di cui si vestono i panni nel corso dell’avventura, è un abilissimo hacker dal passato abbastanza misterioso che decide di unirsi a un gruppo di “terroristi informatici”: la prima missione tutorial che il giocatore si trova ad affrontare, infatti, non è altro che l’esame per essere ammessi. Ubisoft ha sicuramente fatto un buon lavoro con lui, non stiamo parlando di un personaggio assolutamente memorabile ma è facile immedesimarsi e fare amicizia con gli altri membri del team. 

Benvenuti nel DedSec

 

Le missioni presenti in Watch Dogs 2 sono sicuramente uno degli elementi meglio riusciti della produzione. Alcune sono veramente geniali e, senza fare spoiler, possiamo dirvi che i riferimenti a cinema, musica e videogiochi non mancano di certo. 

Di base siamo di fronte a uno stealth game open world in cui il giocatore, sfruttando le abilità e i gadget del protagonista, deve riuscire a completare un compito preciso pur essendo, nel 99% dei casi, in netta inferiorità numerica. La varietà è buona ma nulla di più e sfortunatamente la struttura di base di alcune missioni viene ripetuta un po’ troppo spesso, ma generalmente sono sempre presenti almeno uno o due elementi che rendono ogni compito unico e interessante. Il nostro Marcus, grazie al cielo, ha a propria disposizione un sacco di abilità da sbloccare dopo aver completato varie missioni e acquisito “follower” (in pratica i punti esperienza del gioco) e grazie alle molteplici capacità del protagonista la libertà d’approccio è garantita. Quasi tutte le missioni possono essere affrontate in moltissimi modi differenti, in maniera aggressiva o senza farsi vedere. Possiamo, per esempio, utilizzare un drone, o far arrestare tutte le guardie dalla polizia, o far esplodere un tubo del gas o, magari, prendere il controllo di una vettura. Abbiamo apprezzato molto le grandi possibilità offerte al giocatore e questo aspetto aumenta considerevolmente anche la rigiocabilità. Naturalmente le missioni possono semplicemente essere affrontate sparando a tutto quello che si muove, il gioco offre un solido sistema di coperture in stile “Gears of War” e le meccaniche sparatutto funzionano bene. Le armi presenti comunque non sono moltissime ed è veramente difficile uccidere tutti i nemici ricorrendo esclusivamente alle bocche da fuoco.

Anche la varietà in termini di veicoli non è eccezionale purtroppo, ma il sistema di guida è solido e, ovviamente, tremendamente arcade. Peccato per i danni legati agli incidenti stradali, appena sufficienti: ci si deve mettere veramente d’impegno per rompere una macchina nel gioco e questo non sempre è un bene. Nota di merito invece per il navigatore: impostando la destinazione desiderata le indicazioni appaiono direttamente sulla strada quindi perdersi è praticamente impossibile. 

Golden Gate Bridge

 

L’ambientazione scelta dagli sviluppatori per Watch Dogs 2 è sicuramente uno dei motivi per cui provare il titolo: San Francisco è veramente splendida e visitare virtualmente i luoghi più rappresentativi della città è davvero piacevole. La mappa open world non è enorme, questo è vero, ma gli edifici e le zone periferiche sono stati curati bene e ci sono alcuni luoghi in cui la vista è veramente stupenda. 

La distruttibilità degli ambienti è veramente ridotta all’osso e in alcuni casi molto inadeguata: se si colpisce un palo, per esempio, in certi casi lo si vede dividersi in tre sezioni esattamente uguali e andar giù come se fosse un bastoncino di legno. La quantità degli edifici effettivamente visitabili inoltre non ci ha convinti: la mappa, anche se non enorme, è piuttosto grande ma spesso si devono affrontare lunghi viaggi per trovare il locale che ci serve in un determinato momento.

La città è assolutamente viva, ricca di cittadini e persone comuni che vivono le loro vite e chiacchierano tra loro.Spesso possiamo leggere le loro chat o ascoltare le loro telefonate, ma in questi casi è sconfortante notare come le linee di dialogo tendano spesso e volentieri a ripetersi anche a distanza di mezz’ora. Passeggiando per le vie di San Francisco, comunque, ci si imbatte in situazioni inaspettate, come un barbone che distrugge l’auto di un malcapitato o una ragazza intenta a litigare con un uomo. Ovviamente è anche necessario fare i conti con le gang e la polizia, ci sono diverse missioni secondarie da affrontare (quasi mai banali), collezionabili e terminali da hackerare per ottenere punti abilità.

In conclusione segnaliamo che non è presente un sistema a torri per lo sblocco delle varie zone della città: Ubisoft ha deciso di mostrare l’ambientazione del gioco in tutto il suo splendore fin da subito.

Debug

 

Watch Dogs 2 è un buon titolo tecnicamente parlando, la grafica è sicuramente degna di nota e la gestione della luce dona a San Francisco un aspetto colorato e accattivante. I modelli dei personaggi, così come le animazioni facciali, sono stati realizzati bene e anche le hitbox dei nemici sono piuttosto precise, con un sistema di mira automatica da attivare o disattivare. I difetti più grossi dal punto di vista tecnico sono da ricercare nella fisica degli impatti tra le auto, con i conseguenti danni mancati, nel modo in cui certi oggetti vengono distrutti e, purtroppo, in un frame-rate non impeccabile. 

Parlando dell’intelligenza artificiale la sufficienza può considerarsi raggiunta: i nemici, umani o robot che siano, non sono particolarmente furbi ma hanno un buon campo visivo e non sono così semplici da fregare.

Nulla da dire in conclusione sulla colonna sonora, con musica principalmente elettronica adatta al contesto del titolo. Le stazioni radio offrono brani interessanti appartenenti a vari generi e il gioco è quasi tutto doppiato in italiano (solo alcuni programmi radiofonici sono in lingua originale). 

Conclusione

 

Watch Dogs 2 è un titolo divertente, esplosivo e originale. La libertà d’approccio offerta al giocatore è veramente elevata e l’ambientazione scelta per l’occasione ci ha pienamente convinti, ma tecnicamente i problemi non mancano e il sistema di danni alla guida poteva essere molto più rifinito. Il gioco, in conclusione, è consigliato non solo ai fan del franchise, ma anche a quei giocatori che sono semplicemente alla ricerca di un open world stealth di qualità. Dopo aver giocato a Watch Dogs 2 possiamo affermare senza dubbio che nel titolo la nostra vita vale meno dei dati che produciamo, mentre nella vita reale…