The King of Fighters XIV – Recensione

Articolo a cura di Domenico De Rosa

Negli ultimi anni il genere videludico dei picchiaduro è stato dominato da quei tre-quattro franchise (sempre gli stessi) che hanno sfornato numerosi titoli, tentando di ottenere così la palma di miglior picchiaduro in circolazione. A questa “lotta” ha deciso di aggiungersi anche SNK, riproponendo su PlayStation 4 uno dei giochi che hanno fatto la storia del genere soprattutto nelle sale giochi negli anni ’90. Stiamo parlando ovviamente di The King of Fighters, tornato prepotendemente sul mercato con nuovo titolo che tenta di riportare un po’ di “vecchia scuola” in questa epoca videoludica moderna.

Tra classico e morderno

The King of Fighters XIV rappresenta un mix tra passato e presente: il gioco conserva la sua vecchia anima arcade ma ahimè, è stato contaminato da questa epoca moderna, basata sui poligoni (grafici) e modalità di gioco utili solo per allungare il brodo. Il picchiaduro mantiene le sue feature caratteristiche, basate su scontri tre contro tre, un roster ricchissimo e i tanti team, caratteristica madre della serie. Gli sviluppatori hanno cercato però di realizzare il gioco anche in chiave moderna, proponendo dunque un picchiaduro 2D con grafica 3D, con personaggi caratterizzati in maniera più next-gen, abbracciando dunque una veste grafica più attuale. Se pensate di ritrovarvi tra le mani il classico King Of Fighters con personaggi 2D e disegni più semplici, allora siete rimasti troppo nel passato. La vena arcade di The King of Fighters XIV è però evidente nella sua Modalità Storia, che non ha abbandonato le sue radici: il giocatore deve comporre la propria squadra composta da tre combattenti, utilizzando i team già disponibili, oppure formare la squadra a suo piacimento, componendola dunque con i lottatori di ogni singolo team. Il resto è semplice: combattere fino ad arrivare a scontrarsi prima contro il mitico Antonov e in un secondo momento, contro il classico Super-Boss finale venuto sulla Terra per distruggere tutto e tutti. Così come accadeva nelle sale giochi, la Modalità Storia è però completabile in meno di un’ora… un po’ poco, ma questo è lo spirito di The King of Fighters. Non mancano di certo cut-scene, alcune anche divertenti, inserite però giusto per non trasformare il tutto in una rissa e basta. Dopo aver completato questa modalità, i giocatori possono tuffarsi a capofitto nella ricchissima Modalità Online, che offre molteplici tipologie di scontro. Si va dalla classico scontro libero ai match classificati, dove sarà davvero possibile constatare chi merita realmente il titolo di King of Fighters. Il nuovo sistema di Lobby permette agli utenti di entrare nelle stanze create da altri giocatori, scegliere la tipologia di match e iniziare la lotta. Nonostante la carenza di avversari online, quei pochi match disputati hanno lasciato sensazioni positive, soprattutto grazie a un netcode abbastanza stabile. Il resto delle modalità di gioco vanno dal classico Versus alle Missioni, divise in Survival (poco da spiegare), Sfida a Tempo (idem come prima) e Prova, dove i giocatori dovranno portare a termine determinati obiettivi… roba già vista e rivista! Se poi siete principianti o non avete molta dimestichezza con KOF o i picchiaduro in generale, ci sono sempre le modalità Allnenamento e Tutorial.

Il roster più ricco di sempre

Se The King of Fighters è il Re dei picchiaduro, ciò lo deve soprattutto al ricchissimo roster di lottatori presenti. Parliamo di ben cinquanta combattenti, di cui quarantotto disponibili subito e due da sbloccare nella modalità storia. I lottatori, come da tradizione, sono suddivisi in team da tre combattenti: molti dei personaggi, seppur con aspetto diverso e modernizzato, appartengono alla “vecchia guardia”, mentre la maggior parte dei nuovi lottatori sono stati realizzati con i look più bizzarri e stravaganti, ai limiti della sobrietà. Avere a disposizione 50 personaggi vuol dire confrontarsi con moltissimi stili di lotta e ciò non può far che bene al gameplay, meno monotono rispetto agli altri picchiaduro. Il parco mosse offre numerose quanto spettacolari tecniche: dopo aver caricato la barra energetica MAX, determinate (e in alcuni casi difficili) combinazioni di tasti permetteranno di eseguire Super Attacchi, mosse EX e attacchi Climax. Oltre alla barra Max e alla barra dell’energia, ogni lottatore è in possesso anche di una barra difensiva: ogni attacco parato consumerà parte della barra che una volta esaurita, renderà il vostro personaggio inerme agli attacchi avversari. Non mancano le classiche prese, utili per danneggiare gli avversari e guadagnare una posizione di vantaggio, oppure la possibilità di evitare gli attacchi con capriole e schivate, che vi permetteranno di arrivare alle spalle dei nemici e attaccarli senza dare loro la minima possibilità di difesa.

I punti deboli del Re

La maestosità di The King of Fighters XIV è indiscutibile, ma il gioco è un po’ lontano dal raggiungere la perfezione. Due sono le note negative che emergono dopo i primi approcci: il primo di natura artistica e il secondo di natura tecnica. Come ho già detto in precedenza, gli sviluppatori hanno deciso di donare al picchiaduro una veste grafica più moderna. Sebbene i personaggi siano stati caratterizzati in maniera sufficente, non tutti i poligoni che li compongono sono al loro posto. A questo va aggiunto il netto distacco che si manifesta tra i lottatori e i vari sfondi degli stage, troppo “lontani” dalla scena. L’effetto finale è un’ambientazione un po’ troppo passiva, che funge solo da cornice al gioco e che si distracca troppo dall’azione. Detto del lato artistico, anche il gameplay presenta alcune pecche. Sebbene le mosse speciali siano spettacolari (alcune lasciano a bocca aperta), le animazioni base dei personaggi sono un po’ troppo macchinose e in alcuni casi, troppo lente. Questo cosa vuol dire? Semplice: chi non sarà in grado di realizzare mosse Climax e compagnia bella, dovrà fare i conti con un gameplay leggermente legnoso… e alcuni personaggi diventeranno veramente frustranti da utilizzare.

Conclusione

Che il Re sia tornato, è un dato di fatto! The King of Fighters XIV è il compromesso perfetto che permette di far avvicinare al genere picchiaduro gli utenti novizi, ma è in grado anche di far tornare i vecchi giocatori, quelli legati a uno stile più arcade. Sebbene sul nuovo KOF aleggi quel tocco di modernità che ormai caratterizza tutti i giochi picchiaduro, la sua anima classica è destinata a non morire mai. Avere tanti combattenti subito a disposizione non è solo un dolce suono per le orecchie (50 personaggi giocabili), ma può essere quel fattore in più, tale da determinare l’incoronazione del titolo come Re dei picchiaduro. Se vale la pena di acquistare The King of Fighters XIV? Mettetevi una mano sul cuore e pensateci!