Layers of Fear – Recensione

Articolo a cura di Samuele Zaboi

È il 1781 quando Johann Heinrich Fussli dipinge “L’incubo”, un quadro che, a modo suo, ha fatto la storia dell’arte. L’orrore entra in modo preponderante nel mondo dell’arte e, circa 150 dopo, l’arte entra nei videogiochi e lo prova a fare in grande stile. Bloober Team, uno studio sviluppatore polacco, ha dato vita a Layers of Fear, un titolo che vi metterà nei panni di un artista alla ricerca dell’ispirazione per il capolavoro di una vita, tra follia e perdizione.


Il pennello della follia

Spesso si cerca di paragonare, a torto o a ragione, un videogioco a un’opera d’arte o una manifestazione di quel senso artistico che per anni ha acceso molti dibattiti tra i più illustri filosofi del vecchio continente e non solo. Gli sviluppatori di Layers of Fear hanno deciso di andare oltre questa definizione facendo diventare l’arte stessa protagonista di un videogioco e per fare questo hanno optato uno dei generi maggiormente in crescita, cioè quello horror. Dimenticativi però la classica definizione di Survival Horror dal momento che in Layers of Fear non sarà necessario sopravvivere da qualcosa o da qualcuno. Nel gioco infatti si dovrà avere il coraggio di proseguire e di scoprire cosa si cela dietro la storia di un artista tormentato. Voi sarete proprio un pittore e vi districherete tra il complesso labirinto mentale che rasenta follia e genialità.
Il titolo è ambientato in un grande maniero vittoriano, dove saranno disseminati alcuni capolavori artistici del periodo romantico e non solo, tra cui il già citato dipinto di Fussli, e il vostro compito sarà quello di vagare per i corridoi e le stanze dell’edificio, cercando di scoprire la storia dell’artista e della sua famiglia e le radici della sua follia (non vi anticiperemo nulla in sede di recensione, ndr).
La struttura di Layers of Fear è quella già vista, e in un certo senso, inaugurata da P.T.: con una visuale in prima persona dovrete esaminare stanze, raccogliere oggetti e indagare gli ambienti che visiterete. Il design del gioco non vi richiederà però troppi sforzi da questo punto di vista: per quanto possa sembrare complesso, con digressioni oniriche e di pura pazzia, in fine dei conti Layers of Fear è un titolo lineare dal momento che non vi perderete mai e il gioco vi aiuterà a capire dove andare, sempre. La ricchezza del lavoro di Bloober Team sta tutta nella tensione e nelle atmosfere che i corridoi bui (a volte fin troppo, ndr) vi sapranno donare.

Cosa si nasconde dietro la porta?

In Layers of Fear non mancheranno anche delle fasi “puzzle”. Le virgolette non sono state utilizzate senza motivo dal momento che i rompicapi saranno estremamente semplici da risolvere, con la risoluzione, che spesso si traduce nel trovare la giusta combinazione di tre numeri, praticamente sempre a portata di mano o nascosti vicino alla vostra posizione. Non mancano inoltre alcuni difetti tecnici, per lo meno per la versione che abbiamo potuto testare: per tutta la durata del gioco, specialmente all’inizio e nelle fasi conclusive, sono presenti gravi cali di frame rate che talvolta porteranno, addirittura, a bloccare il gioco per qualche istante. La struttura psichedelica di Layers of Fear riesce però a camuffare questi difetti facendoli passare per manifestazioni della follia dell’artista. Un altro problema riscontrato, anche se di minor entità, è la scelta cromatica adottata dai Bloober Team: la predominanza di colori scuri, decisione assolutamente legittima per quanto raccontato, si traduce, in alcuni settori, in corridoi così bui da non riuscire a trovare la via per proseguire. Giocare con un ambiente poco illuminato però vi aiuterà a superare questo inconveniente, che ribadiamo essere di minore entità.

La follia è solo il principio

Layers of Fear è un gioco horror e quindi la domanda, lecita per poter giudicare la bontà del prodotto, è una e semplice: fa paura? Durante i primi tre quarti lo stato di tensione è buono e il titolo saprà tenervi sulle spine, in attesa di scoprire cosa si celerà dietro la prossima porta o nel corridoio successivo. Nella parte finale invece, con profondo rammarico, non si trova un crescendo dell’aspetto horror, considerando che nel frattempo avrete appreso le principale meccaniche e “tattiche” di jump scare di Layers of Fear. Nel complesso però, considerando che il gioco vi terrà impegnati per circa tre ore, il lavoro di Bloober Team può essere giudicato sicuramente in modo positivo, per la capacità di suscitare inquietudine e tensione e per la magistrale interpretazione della follia. Attenzione però al finale, perché la follia sarà solo il principio.

Commenti finali

Layers of Fear è un prodotto originale, un horror psicologico in grado di esplorare il districato labirinto mentale di un artista combattuto tra lucidità, ispirazione e follia allo stato puro. Con un prezzo tutto sommato accessibile, il titolo saprà regalarvi un’esperienza che tutti gli amanti del genere sapranno senza dubbio apprezzare, nonostante qualche difetto tecnico che però non rovinerà la valutazione complessiva del prodotto.