Pokémon Conquest – Recensione

Recensione di Giovanni Ferlazzo

La serie Pokémon è certamente una tra le più prolifiche sulle quali Nintendo può contare per spingere le vendite delle sue piattaforme. Aldilà della saga principale, che trainano da sempre le console portatili della grande N, sono diversi gli spin-off che provano un po’ a offrire qualcosa di nuovo a una formula di gioco spesso criticata di essere troppo simile tra i vari episodi da diversi anni. Proprio qui si inserisce il promettente Pokémon Conquest, strategico per Nintendo DS che si pone come crossover con la serie Nobunaga’s Ambition.

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Sviluppato dagli studi di Tecmo-Koei, il gioco è disponibile dal 27 luglio in Europa dopo essere approdato negli Stati Uniti nel mese di giugno e originariamente in Giappone lo scorso marzo. Pokémon Conquest è un titolo dal fascino decisamente particolare quanto inusuale, visto che è in grado di mischiare la magia del mondo immaginario dei Pokémon con quella del classico Giappone Feudale, facendo in modo che i noti mostriciattoli si scontrino con Oda Nobunaga. E va detto, nonostante qualche magagna non da poco ha sorpreso in maniera positiva, rappresentando un piacevole e differente antipasto in attesa di Bianco e Nero 2, che di fatto rappresenterà il definitivo canto del cigno di una console portatile che ha fatto sognare milioni di appassionati negli ultimi anni.

La storia non sorprende, dato che si basa unicamente sul pretesto che il giocatore deve riuscire a respingere gli intenti del regno di Nobunaga, alla ricerca del Pokémon Leggendario che potrebbe permettergli di dominare il mondo. Piuttosto è il sapiente mix di elementi strategici, gestionali e tipici dei giochi di ruolo a sorprendere e a ben funzionare, regalando al giocatore una piccola perla che brilla di luce propria nonostante qualche ombra. L’azione principale di gioco si svolge sull’enorme mappa in cui l’utente dovrà per ogni turno gestire una serie di mosse per preservare il regno e difenderlo dagli attacchi di Nobunaga. Si passerà la maggior parte del tempo a raccogliere risorse, catturare e addestrare i Pokémon da assegnare ai vari guerrieri i quali potranno contare fino a un massimo di 4 mostriciattoli in battaglia. Naturalmente anche gli stessi soldati dovranno essere allenati all’interno delle apposite strutture. Si precisa in tal senso come guerrieri e Pokémon saranno praticamente imprescindibili l’uno dall’altro: combattendo insieme aumenteranno il loro affiatamento così da permettere ai primi di migliorare ulteriormente le proprie caratteristiche sbloccando nuove abilità, e ai secondi di evolversi naturalmente come accade già nella serie principale. La mappa di gioco offre un range di possibilità davvero ricco e si passa da aree in cui mandare all’avanscoperta i propri soldati così da catturare nuovi Pokémon, ad altre in cui come si diceva prima si potranno addestrare soldati e animali, fare acquisti, raccogliere risorse e molto altro ancora. Da un punto di vista quantitativo insomma, Pokémon Conquest non si fa mancare davvero nulla, ogni aspetto della struttura di gioco è peraltro sviluppato in maniera sufficiente da garantire una buona esperienza di gioco, ma non mancano piccole imprecisioni che di fatto possono pregiudicare il divertimento specialmente per gli appassionati del genere più esperti. 
Il tutto, dalla gestione delle risorse ai combattimenti, si sviluppa in maniera fin troppo semplicistica. Chiaro l’intento da parte dello sviluppatore di offrire subito all’utente un titolo accessibile e immediato, proprio come la saga principale del franchise riesce a fare.
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Il problema è che se un Pokémon: Bianco e Nero riesce alla lunga a essere particolarmente profondo, mettendo in difficoltà anche i più navigati del genere, lo stesso non accade con Conquest, che presta il fianco in certi casi a una palese superficialità nel gestire certe caratteristiche di gioco, che di fatto lo rendono con il passare delle ore ripetitivo e non coinvolgente come appare ai momenti iniziali. In ogni caso è una valutazione prossima dall’essere soggettiva, dato che chi è in cerca della classica esperienza mordi e fuggi da portatile allora troverà in Pokémon Conquest quello che cerca. Pochi fronzoli, subito all’azione e senza particolari difficoltà. In tal senso, il gioco è effettivamente perfetto.

Solo chi vorrebbe qualcosa di più, sudare maggiormente per battere un nemico o conquistare una zona potrebbe rimanere deluso, e i grandi esponenti del genere strategico sono effettivamente in grado di offrire qualcosa di più rispetto Pokémon Conquest. Ed è un peccato perché quello che resta alla fine “solo” un buon gioco, sarebbe potuto essere qualcosa di ancora più grande. Terminata la breve trama principale, dinnanzi all’utente si apre una vasta scelta di missioni secondarie, da effettuare sia con altri protagonisti della storia sia addirittura con alcuni nemici stessi. Nonostante appunto le cose da fare siano decisamente molte, quello che rimane alla fine è una sensazione di incompiutezza. La quantità insomma non corrisponde all’effettiva qualità.

Aldilà di queste problematiche, Pokémon Conquest è un titolo che sicuramente saprà catturare specialmente gli appassionati della serie che vogliono provare per una volta qualcosa di diverso. Senza pretendere troppo, sarà un eccellente antipasto in vista dell’uscita di Bianco e Nero 2 che sta nel frattempo conquistando i cuori dei giocatori giapponesi. Tanto di cappello a Tecmo-Koei comunque, che a parte i citati difetti sul gameplay, è riuscita a dare vita a un progetto unico nel suo genere, ricco di fascino e stile. Gli è mancato, come detto, solo quel tocco in più per fare il salto di qualità.