Assassin’s Creed: Revelations – Video Recensione

assassins-creed-revelations-coverNata sotto una buona stella, ma con un gameplay troppo piatto, la serie Assassin’s Creed di Ubisoft è stata in grado di mutare, di cambiare forma e quasi genere senza però snaturare la logica di base. Domani, a meno di un anno di distanza da Brotherhood, uscirà Revelations, terzo ed ultimo titolo della serie che vede come protagonista principale Ezio Auditore da Firenze. Cosa c’è di nuovo e cosa di vecchio? Scopritelo in questa nostra video recensione.



Video recensione AC Revelations disponibile sulla GamesVideoTV


RITORNO A MASYAF

Per quei pochi che non sanno la storia alla base della serie, in Assassin’s Creed si vive in mondi diversi tra loro, nella vita reale indossiamo i panni di Desmond Miles, un ragazzo poco meno che trentenne erede di alcune tra le persone più importanti del mondo, i Maestri Assassini. Grazie ad un macchinario denominato Animus, rivivremo in prima persona i ricordi degli avi di Desmond e dopo aver vissuto le avventure di Altair nel primo capitolo, dal secondo abbiamo indossato i panni italiani di Ezio Auditore, un ragazzo diventato presto uomo e altrettanto presto Mentore del credo degli Assassini. Ma non ci sono buoni senza cattivi e se Desmond e gli Assassini sono i buoni, dall’altra parte ci sono i Templari con la loro società Abstergo che vuole controllare tutto. Il pomo della discordia – e mai termine è più azzeccato – è la Mela dell’Eden, un antico e potente manufatto legato ad un’era di cui oggi abbiamo solo scalfito la superficie.

In AC Revelations dunque, come già accennato, torneremo ad indossare i panni di Ezio Auditore, ma non saremo più un baldo giovane in giro per l’Italia. Sono passati trent’anni da quando Ezio ha indossato per la prima volta i panni dell’assassino e ora, cinquantenne, il nostro uomo è alla ricerca della risposta che possa metter fine alla sua sete di sapere. Dopo anni di ricerche e lotte individua il suo obiettivo a Masyaf, cittadina siriana dove un tempo si ergeva il tempio / castello degli Assassini. Giunto sul posto si ritroverà attaccato dalle truppe bizantine dei Templari e dopo aver lottato ed essere scampato a morte certa, scoprirà che per entrare nella Biblioteca di Altair ha bisogno di cinque chiavi, una delle quali è già in mano dei templari.

Inizierà così un nuovo viaggio per Ezio che lo porterà a Costantinopoli ed è qui che si svolge un buon 80% della storia, non tutta dato che ci saranno altri luoghi da visitare, brevi momenti in cui torneremo ad essere Desmond e altri panni da indossare per brevi momenti ad ogni chiave raccolta, ossia quelli di Altair. Fatta eccezione per il finale e questi momenti in cui vivremo la vita di Altair, la storia non si sviluppa al meglio. Per buona parte del tempo il nostro compito sarà trovare gli indizi lasciati da Niccolò Polo e grazie a questi raggiungere luoghi a Costantinopoli dove affronteremo le solite caverne – così come fu con le Tane di Romolo nel titolo passato. Tolto questo esistono sì delle missioni, ma a differenza del passato dove erano le missioni l’aspetto primario e questi dungeon quello secondario, in Revelations il peso si inverte e la storia, a dirla tutta un po’ banale e prevedibile, si sviluppa come se fosse un aspetto di contorno, un qualcosa messo su per giustificare la presenza di altre persone a Costantinopoli – ci dimenticheremo facilmente di Solimano e della congiura a Costantinopoli. Tuttavia, come accennato, è il finale a dare la carica, quella botta necessaria che ci porta a posare il pad sul divano, alzarci in piedi ed applaudire come cretini alla televisione mentre scorrono i titoli di coda. Può quindi solo un finale perfetto innalzare una trama un po’ piatta? Sì, può.

INVECCHIATO E MIGLIORATO?

Dal punto di vista del gameplay siamo nel classico mondo di Assassin’s Creed fatto di scalate, combattimenti e oggetti da raccogliere. Come accennato l’obiettivo principale del gioco è quello di raccogliere le cinque chiavi della biblioteca di Masyaf. Se per la quinta lasceremo Costantinopoli per la Pappadocia e la otterremo solo seguendo una chiara e lineare sequenza di missioni ed eventi, le altre quattro chiavi sono legate agli indizi lasciati da Niccolò Polo. Una volta individuata la possibile posizione di un libro, Ezio dovrà arrampicarsi e usare i suoi sensi di ragno… pardon, l’occhio di aquila per individuare l’esatta posizione del libro. Raccolto quest’ultimo otterremo la posizione del dungeon da affrontare nel modo classico: o platform nudo e crudo o platform con insieme la presenza di nemici. Sono quattro in tutto, ma tutti ben realizzati e divertenti da giocare.

Rispetto al passato tuttavia sono tre le novità più importanti: Lama uncinata, bombe e gestione dei covi degli Assassini. La lama uncinata ha fondamentalmente due diverse funzioni: attacco e acrobazia. Nel primo caso è utile per agganciare i nemici, mandarli a terra o saltare sopra di essi in modo da superarli quando si mettono in difesa di un passaggio. La vera utilità tuttavia sta nelle acrobazie. Grazie all’uncino potremo saltare e agganciarci a corde su cui scivolare o appigli alti che altrimenti non sarebbero raggiungibili. Alla lama uncinata poi si affiancano le bombe che a differenza della prima novità che si userà di continuo, queste possono anche non essere utilizzate per nulla. Se in passato si trattava più che altro di fumogeni, ora avremo modo di creare bombe in grado di uccidere, stordire, spaventare, distrarre e creare cortine fumogene utili per non farci individuare e sfuggire da un gruppo di nemici da un manipolo di nemici troppo potenti da poter essere affrontare singolarmente. La creazione delle bombe si basa sia sull’acquisto che sul crafting. Nel primo caso potremo utilizzare venditori del mercato nero, nel secondo invece i covi degli assassini o piccole strutture dove combinare insieme diversi tipi di involucri con polveri nere più o meno potente, schegge, monete o materiali come zolfo, fosforo, sangue ed altro. Come detto si tratta di una novità non necessaria – potremo completare tutta la storia senza praticamente usarle ad eccezione di una missione in cui l’uso è legato alla loro scoperta – o alternativamente sfruttarle in modo massiccio per evitare molti dei combattimenti che invece ci toccherà affrontare.

L’ultima novità riguarda infine la gestione dei covi, una gestione del tutto rinnovata e decisamente più profonda rispetto al passato. Ad ogni covo potremo assegnare un Assassino alla sua gestione e completando le missioni legate all’assassino migliorare la capacità che il covo ha di difendersi. Difesa necessaria perché una volta conquistato un covo lo si potrà anche perdere dopo un attacco portato avanti dai templari. La fase di difesa, del tutto nuova, viene gestita un po’ come se si trattasse di uno strategico in tempo reale. Potremo costruire barricate e dovremo posizionare dei maestri assassini sui tetti per poter successivamente posizionare su questi balestrieri, fucilieri o assassini armati di lama celata. Ogni oggetto o assassino ha però un costo in morale e se si partirà sempre con un valore minimo di base utile a creare una barricata e mettere sul campo una mezza dozzina di difensori, eliminando i nemici e depredandone le proprietà aumenteremo il morale del nostro gruppo e dunque potremo far scendere in campo un vero e proprio esercito di alleati pronti a difendere la proprietà e far desistere il nemico dal suo attacco – attacco che si concluderà sempre con una macchina in grado di distruggere rapidamente le barricate, è dunque necessario in difesa posizionare alleati anche sui tetti vicino al covo o non avremo tempo e forze sufficienti per distruggere la macchina prima che questa distrugga il covo. Sfortunatamente però dietro tutta questa gestione della fase di difesa esiste un grosso problema. Se perderemo la lotta e dunque il covo, tutto ciò che dovremo fare una volta ottenuti i comandi sarà uccidere il nuovo capitano e salire in cima al punto di osservazione. Non ci sono tempi morti, non ci sono fasi di attesa e non ci sono meccaniche differenti. Perso un covo basteranno poco meno di dieci secondi per ritornarne in possesso. Sarebbe stato meglio creare una meccanica diversa per la riconquista, magari mettendoci sul lato opposto rispetto alla fase di difesa o alternativamente bloccare la conquista per almeno ventiquattro ore, così come accade quando un comandante codardo riesce a sfuggire al nostro attacco.

Sono presenti poi altre novità, tutte in quantità minore tuttavia, come ad esempio un nuovo nemico casuale – come i ladri che ci rubano i denari. Si tratta di un templare che tenterà di farci fuori, ma basterà reagire prontamente al suo attacco ed eliminarlo per non avere problemi. Tornano anche le gilde con ladri e mercenari identici a prima, ma con le prostitute sostituite da un gruppo di gitane. Leggermente diverso anche l’occhio di aquila che oltre ad individuare i nemici con colori e proiezioni, ora ci mostra a terra anche la strada percorsa. Si tratta insomma di piccole migliorie e cambiamenti, ma nulla di drastico.

L’intera avventura di Assassin’s Creed Revelations è in grado di tenerci attaccati alla televisione per decine di ore, completare infatti la sola trama richiede da otto a dieci ore di gioco e questa non è che il 50% circa di tutto quello che il titolo ci offre. Si aggiungono infatti le sfide delle gilde, le missioni secondarie, i frammenti dell’animus da raccogliere per poter vivere i ricordi di Desmond sull’isola con un gameplay che ricorda in parte il gioco Portal di Steam, con la differenza che invece di usare una pistola per creare portali, dovremo posizionare delle piattaforme per salire e scendere in un’ambientazione totalmente asettica, ma comunque complessa e ricca di pericoli. Insomma, completare l’intera avventura di Revelations, anche al giocatore più abile, richiede uno sforzo superiore alle venti, venticinque ore di gioco. Decisamente niente male considerando la media sempre più bassa dei giochi di oggi.

INVERSIONE DEI RUOLI ONLINE

Senza poi considerare ovviamente il comparto multigiocatore. Dopo il successo ottenuto in Brotherhood, torna il multiplayer anche in Revelations che si è già ampiamente mostrato negli scorsi mesi grazie alla beta multiplayer pubblicata da Ubisoft su PNS. Il multiplayer si amplia e rinnova grazie a nuove funzionalità che permettono di customizzare l’aspetto fisico dei personaggi, incluse le armi e la possibilità di creare gilde con tanto di stendardi personalizzabili. Come se non bastasse, Ubisoft, si è concentrata anche sull’aspetto narrativo, dando l’opportunità ai giocatori più esperti di scoprire nuove informazioni sui retroscena della serie e integrando l’azione con quest orientate alla storia di gioco. Resta come sempre la progressione attraverso l’esperienza che si otterrà giocando, esperienza grazie alla quale sbloccheremo nuove armi, oggetti, abilità, potenziamenti e soprattutto personalizzazioni. Tante e tutte ben realizzate le mappe e le modalità di gioco – poco meno di una decina, ma con altrettante variazioni date dal clima e dall’orario – le quantità di mappe tuttavia sarà sicuramente ampliata da futuri DLC come già avvenne in Brotherhood.

Per quanto riguarda le modalità ne avremo a disposizione ben dieci, quattro riprese dal passato e sei totalmente nuove. Alle modalità Ricercato, Caccia all’uomo, Scorta e Cattura la cassa si aggiungono un classico deathmatch e la modalità Addestramento dove saremo liberi di girare per le mappe senza limiti di tempo e senza obiettivi fissi.

Assalto al manufatto e Ruba il manufatto sono due modalità nuove basate sulla modalità Cattura la bandiera. In entrambe bisogna catturare un manufatto e tenerlo per ottenere quanti più punti possibili. La differenza fondamentale tra le due modalità sta nella presenza nella prima modalità di basi da cui rubare e in cui portare i manufatti rubati – solo così otterremo punti. Nella seconda modalità invece il solo possesso ci consentirà di far punti. Si aggiungono infine Corruzione e Assassina. Nella prima modalità dovremo star lontani dal giocatore corrotto e se noi saremo quel giocatore, dovremo fare di tutto per colpire gli altri avversari e diffondere la “malattia”. Assassina invece è una modalità semplice, bisogna solo individuare il nemico e farlo fuori evitando di essere uccisi.


COME ERA, E’ RIMASTO

Dal punto di vista tecnico l’opera di Ubisoft non si discosta molto dal suo recente passato, gli stessi pregi di AC II e Brotherhood, così come i loro difetti, tornano a mostrarsi. Il frame rate non è sempre fisso e gli edifici a volte compaiono con fastidiosi effetti popup. Tuttavia la quantità e la presenza di questi problemi è nettamente inferiore rispetto al passato, grazie soprattutto al fatto che non vivremo più ampie aree di gioco, ma solo una città. La rivisitazione grafica dei personaggi poi tende un po’ a stonare all’inizio. Non sarà semplice rivedere nel barbuto Desmond lo stesso ragazzo che abbiamo imparato a conoscere e la vecchiaia ha portato a Ezio non solo una brizzolatura in capelli e barba, ma anche un ammorbidimento dei tratti somatici. Ottimo come sempre il lavoro fatto per il comparto animazioni, tanto nelle scalate che durante le fasi di combattimento Ezio e i nemici si muovono sempre in modo credibile, peccato solo che a volte si noti una compenetrazione dei poligoni fastidiosa – come spade per metà dentro al terreno o abiti che si prolungano all’interno di muri e strutture in legno. Migliorata l’IA grazie anche alla presenza di nuove tipologie di avversari e armamenti – resta tuttavia il solito combattimento a turni, anche se, in presenza di nemici armati di pistole o fucili, questi si terranno in leggera distanza e faranno fuoco non appena avranno la visuale libera.
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Grande come sempre il comparto audio forte di un ottimo doppiaggio in lingua italiana che cresce e si sviluppa insieme ai suoi personaggi. Il tempo cambia sempre un po’ la propria voce e anche quella di Ezio, come quella di Altair, si trasforma con gli anni passando dalla pulizia e freschezza del tono di un giovane al quella più profonda e rauca di un uomo oramai nell’autunno della sua esistenza. Sempre valida e ottima fattura la colonna sonora curata ancora una volta da Jasper Kyd.


CONCLUSIONE

Assassin’s Creed: Revelations non è un titolo perfetto e dire che lo sia sarebbe un torto. Al gioco manca quel ritmo che il secondo capitolo e Brotherhood erano riusciti a portare alla serie dopo l’esperienza iniziale nei panni di Altair, piattezza che è comunque compensata da un finale grandioso. Le novità introdotte poi non sono del tutto positive, tolta la lama uncinata divertente e utile, le bombe non sono mai necessarie, mentre la nuova gestione dei covi è quasi un gioco a se, divertente da affrontare quando si gioca giusto per passare un po’ di tempo, ma un po’ fastidiosa quando si punta ad un obiettivo e a metà strada ci si trova sotto attacco. Dal punto di vista tecnico poi non sono stati fatti grossi passi in avanti, punti di forza e punti deboli sono rimasti quelli che erano, entrambi rivisti tanto per migliorare i primi quanto diminuire i secondi.

In conclusione la nuova e ultima avventura di Ezio Auditore si chiude con uno sguardo al passato e un altro al futuro. Scopriremo cose nuove del mondo ideato da Ubisoft, cominceremo a capire cosa c’è veramente dietro questa lotta tra Templari e Assassini e se si è già amanti della serie, i piccoli difetti non si noteranno per nulla. La serie di Assassin’s Creed non è ancora finita, Ubisoft ha già confermato un nuovo capitolo per il 2012 e noi già da ora non vediamo l’ora di metterci sopra le mani.


VOTO: 8.5 SU 10