Uncharted 3: L’Inganno di Drake – Intervista a Naughty Dog

Articolo di Raffaele Gomiero

Nella suggestiva cornice arabeggiante del Jadida di Milano, abbiamo avuto occasione di scambiare quattro chiacchiere con Justin Richmond e Arne Mayer di Naughty Dog, il team che ha dato vita a Uncharted 3: L’Inganno di Drake, terzo e speriamo non ultimo episodio delle Avventure di Nathan Drake, simbolo dei giochi di azione su PS3 e di imminente uscita sul mercato italiano.

 

 

Non è stato facile ritagliarci un po’ di tempo per l’intervista, gli appuntamenti erano veramente serrati e il tempo stringeva, nonostante questo qualche minuto siamo riusciti a guadagnarcelo. Per cui godetevi l’intervista con le ultime, attesissime indiscrezioni prima dell’uscita del gioco e se dopo queste righe avrete ancora l’acquolina in bocca, tenete d’occhio Games.it perché la recensione è davvero vicina.

Games.it: Una delle maggiori novità dal punto di vista del gameplay è l’introduzione del combattimento, a mani nude e con oggetti di fortuna, contro più nemici contemporaneamente. Come pensi che questo cambierà il modo di affrontare lotte e sparatorie?

Justin Richmond: Tanto per cominciare adesso Nathan può utilizzare tutti gli oggetti intorno a lui, per cui in caso si sia a corto di armi o proiettili basterà guardarsi intorno per trovare qualcosa con cui difendersi intanto che si pensa a come gestire la situazione. Questo ovviamente vale sia se ci si scontra contro uno o più nemici.
Un esempio di situazione: siamo in mezzo a più nemici disarmati. Ne lanciamo uno contro un mobile allontanandolo da noi, prendiamo poi una bottiglia sul tavolo per spaccarla in testa ad un altro, ma nel frattempo un terzo nemico ci blocca e quindi, saremo costretti ad impiegare la giusta contromossa (ce ne sono parecchie a seconda della situazione) per liberarci e fuggire, in modo da prendere tempo e contemporaneamente cercare delle armi più efficaci.

Già nel precedente capitolo erano presenti delle mosse stealth, ma erano ben poca cosa rispetto a quello che può fare adesso Nathan.  Fondamentali sono stati i feedback degli  appassionati che ci hanno fatto notare che nonostante anche in Uncharted 2 erano presenti delle mosse corpo a corpo ci si basava prevalente sullo scontro a fuoco rendendole praticamente quasi inutili.

Games.it: In alcune tue precedenti interviste hai detto che dal punto di vista tecnico, l’evoluzione del terzo capitolo rispetto al secondo è minore se confrontata con il passo fatto da Drake’s Fortune a Among Thieves. Qual’è dunque la novità, tecnica o non, meglio riuscita di Uncharted 3 secondo te?

Justin Richmond: Sicuramente il livello sulla nave. Ci abbiamo lavorato tanto, partendo dall’idea di una semplice barca e poi rendendola via via una realtà molto più imponente, fino a farla diventare un transatlantico da crociera. Al suo interno Nathan troverà una moltitudine di livelli, potrà addirittura nuotarci dentro. Inoltre abbiamo tenuto in considerazione che una nave non si muove con una fisica esatta, per cui abbiamo integrato un motore procedurale che si muove completamente a caso.

Games.it: No al MOVE, ma si al 3D. Com’è cambiato il vostro approccio alla costruzione del gioco e alle fasi di Motion Capture per l’uso del 3D?

Justin Richmond: Più che di Motion Capture direi che è meglio parlare di Performance Capture, tecnica che “cattura” gli attori VERI che recitano le scene VERE, vale a dire quelle che i giocatori vedono e rivivono su schermo. Ha differenza del Motion Capture che invece “cattura” attori qualsiasi. In sostanza quello che i giocatori vedono su schermo è stato realmente girato, ripreso e riproposto nel gioco. Ovviamente questo discorso cade sulle scene più estreme per le quali abbiamo giocoforza dovuto ricorrere a qualche trucco scenografico, come appendere gli attori a delle imbragature per le riprese dove Nathan viene risucchiato dall’aria mentre è su un aereo.

Games.it: Rispetto a quanto visto in Uncharted 2, il multiplayer di Uncharted 3 è decisamente migliore, più ampio, personalizzabile e divertente. Quali sono i vostri piani per i futuri DLC? Solo mappe e personalizzazioni, o anche nuove modalità?

Arne Mayer: Abbiamo completamente scartato l’idea di realizzare contenuti DLC dedicati al single player, il motivo è molto semplice: mettere in piedi un qualsiasi contenuto del genere richiederebbe una mole di lavoro veramente elevata, tra persone dedicate e tempo impiegato. Per questo motivo abbiamo preferito optare per DLC dedicati al multiplayer.

Games.it: Sappiamo che non vi state occupando direttamente dello sviluppo di Uncharted: Golden Abyss, avete più volte affermato che il vostro è un lavoro di supervisione. Supervisionando un po’ in giro, non è che ti è capitato di vedere qualcosa che ti va di raccontarci su questo gioco?

Arne Mayer: Purtroppo non posso dire molto a riguardo oltre a quello che abbiamo fatto  già vedere in questi mesi, posso dirvi che utilizzando simultaneamente il giroscopio della PS VITA e il touchscreen sarà possibile interagire con puzzle che coinvolgeranno entrambi il lati della console (anteriore e posteriore), il giroscopio poi sarà decisivo per mirare il nemico in maniera precisa.  Lo schermo della PS VITA poi vi stupirà per l’impatto visivo che darà al gioco.