Amnesia the Dark Descent: Recensione

Recensione di Fabiano “Deimos” Zaino

Settembre e Ottobre sono mesi di fuoco, in termini videoludici sta arrivando il mondo e i negozi sono pieni di ragazzetti brufolosi che comprano come dannati. Novembre e Dicembre poi non ne parliamo, oltre ai giochi arriverà una cosuccia chiamata Kinect e credo che il recensore in questione si darà per disperso…togliendo tutto ciò non dobbiamo però dimenticarci del Digital Delivery che sforna incessantemente titoli eccellenti che magari sfuggono: è il caso di Amnesia The Dark Descent, curioso action adventure di casa Frictional che mescola orrori ed enigmi fisici ad un livello eccellente.   

QUESTI LI CONOSCO
Se qualcuno si sta domandando chi siano i Frictional, potrebbe aiutarvi sapere che i ragazzi in questione sono quelli dietro alla serie di Penumbra, altro action adventure in soggettiva che ha fatto largamente parlare di se per l’ottima gestione della fisica negli enigmi. Amnesia è il loro nuovo lavoro, orrore misto ad angoscia, il tutto mescolato da un’altra ondata di enigmi inerenti la fisica e alla complessità di alcune meccaniche semplici a vederle ma non troppo fruibili alle masse. Amnesia è un concentrato dei migliori racconti horror che abbiamo letto negli anni o visto al cinema ma le citazioni dai grandi classici come Poe o Lovercraft, regnano perenni nei pensieri dei programmatori in questione.

La storia alla base del gioco è semplice ma proprio per questo eccellente e ci trasferirà nei panni di Daniel che si risveglia all’interno di un misterioso castello di Brennenburg dove al suo interno si celano orrori e misteri non indifferenti. Il gioco è tutto puntato sulla suspance e su degli enigmi “ambientali” che faranno la gioia dei giocatori più arditi. La sceneggiatura nasconde toccate di genio capaci di immergere il giocatore con intrecci narrativi e colpi di scena degni del miglior scrittore horror attualmente in circolazione (King? Direi anche Barker, visto il livello di incubo).

L’interfaccia del gioco è portata a zero tranne per un menù contenente l’inventario del giocatore. Ma la questione da tenere vivamente sempre sotto controllo sarà la sanità mentale del giocatore: se si guarda l’abisso, l’abisso guarderà dentro di noi. Vedere orrore su orrore porterà a delle conseguenze che il giocatore deve tenere in stretta considerazione…stare troppo tempo al buio, affaticherà la vista e porterà sulla strada dell’afflosciamento corporeo fino a farci trascinare come un verme: lampo di genio da parte dei programmatori che per quanto mi ricordi, non si è mai pensato per davvero in un titolo del genere. Ma l’incubo può ovviamente essere scacciato con la luce ed è dunque compito del giocatore non cadere nell’abisso ma fare di tutto per evitare di perdere la ragione.

Altro elemento di spessore saranno gli scontri con le “creature” presenti nel castello.
Geniale e senza paragoni il fatto che alcune creature non ci attaccano se terremo lo sguardo verso il pavimento – guardarli vorrebbe invece significare lo scontro e credetemi quando vi dico che alcuni mostri sono davvero terribili. Ma quello che davvero spaventa nel gioco è la calma di alcuni momenti che ci faranno sudare freddo come non mai – giocare Amnesia al buio e magari con le cuffie è una delle esperienze più terribili che mi sia capitato di fare da anni a questa parte perché l’orrore silenzioso e strisciante è peggio dell’orrore che vuole farsi vedere ad ogni costo – non spaventa il mostro in se stesso ma quello che si nasconde nel buio.

NON URLARE
Chiudo brevemente citando audio e grafica ma anche la longevità del titolo. Partendo dall’ultimo elemento posso dire che il gioco si finisce in otto o nove ore di gioco – troppe o troppo poche per l’angoscia che alcuni punti riescono a mettere addosso al giocatore. Graficamente siamo su livelli più che buoni ma nulla di estremamente miracoloso, fermo restando che la palette grafica è quasi tutta legata a toni oscuri e che le scenografie principali saranno interne, devo dire che l’ottimo lavoro svolto riguarda le luci e le animazioni in generale. Da Penumbra a Amnesia però la differenza del motore grafico si vede eccome. In ultimo l’audio, purtroppo il gioco è solamente sottotitolato nella nostra lingua madre ma quello che colpisce sono i suoni, gotici e tremendi che ci lanceranno in un incubo da giocare assolutamente solo di notte e…attenti alle spalle
 

Votazione finale: 8,9/10