Changham Kim, CEO del publisher sudcoreano Krafton, è stato accusato di aver cercato di non pagare i bonus ai suoi dipendenti, chiedendo un consulto persino a ChatGPT. Partono le azioni legali.
Di capi che a lavoro fanno il buono e il cattivo tempo, è purtroppo pieno il mondo. Not-all-bosses mi verrebbe forse da dire, ma è chiaro che quando si inizia a parlare di diritti dei lavoratori, i capi d’azienda giocano un ruolo chiave nello sviluppo del dialogo e, purtroppo, non sempre questo si rivela costruttivo. Certo, per fortuna esistono delle norme a cui appellarsi nel caso in cui non vengano rispettati determinati patti.

A essere finito invischiato in una faccenda che concerne proprio il mancato rispetto di oneri contrattuali (parrebbe), è stato Changham Kim, CEO di Krafton. Di Krafton avevamo parlato in questo articolo, in cui vi raccontavamo della controversa manovra di “accompagnare alla porta”, con indennizzi commisurati agli anni di servizio, tutti quei dipendenti che non si sarebbero voluti adattare al nuovo corso IA-centrico dell’azienda.
Forse nessuno si sarebbe però aspettato che, a pochissimi giorni di distanza da quella che sembrava una svolta epocale, si cadesse in uno dei meccanismi più antichi del mondo del lavoro in tema di sfruttamento della forza-lavoro, con l’IA che diventa un po’ l’elemento comico del racconto.
“Spiegami come non pagare dei bonus ai miei dipendenti, tieniti sotto le 300 parole”
Nelle scorse ore, è stata diffusa una memoria pre-processuale, redatta dagli avvocati che rappresentano gli ex capi dello studio Unknown Worlds (Subnautica 2), di cui Krafton è publisher. Nelle memorie, si parla di Changham Kim e di quanto fosse “disperato” all’idea di dover pagare i bonus concordati nel loro contratto d’acquisizione. Ciò che Kim avrebbe voluto evitare, sarebbe “l’imbarazzo professionale” derivato dalla percezione di star strapagando lo studio di sviluppo. A questo link potete leggere le memorie per intero.
Sempre nelle memorie, viene riportato un aneddoto grottesco: Kim, cercando scappatoie per non pagare, si sarebbe persino rivolto a ChatGPT, che non avrebbe però fatto altro che metterlo davanti alla cruda verità. Delle controversie legali tra Krafton e Charlie Cleveland (designer e director di Subnautica), Ted Gill (CEO di Unknown Worlds) e Max McGuire (co-fondatore dello studio) si parla da luglio 2025, da quando i tre lasciarono i loro posti di lavoro nello stesso momento.

Anche Krafton aveva iniziato a muovere azioni legali nei confronti dei tre, dichiarando dapprima che si fossero dimessi per lo stato di svluppo indecoroso d Subnautica 2, cambiando poi versione e dichiarando che avrebbero “ingannato” Krafton, diffondendo informazioni confidenziali. Risultato? Non sequitur.
Secondo le memorie pre-processuali dunque, Krafton avrebbe licenziato i tre solo e soltanto per non dover poi corrispondere i bonus relativi agli obiettivi di vendita, previsti dal contratto. Secondo gli avvocati, pagare i bonus dovuti, sarebbe stato interpretato da Kim come una mossa da “debole”. Come ha precisato la stessa Maria Park, capo del corporate development di Krafton, i bonus maturati col raggiungimento di obiettivi di vendita, vanno corrisposti anche se i capi dello studio si sono dimessi o sono stati licenziati.
Dall’azienda si levano voci di negazione nei confronti delle accuse riportate nelle memorie e anzi, viene detto che si tratta di una manovra per distogliere l’attenzione e distruggere le prove del comportamento degli ex sviluppatori di Subnautica 2. Viene preso come esempio, un’indicazione che Charlie Cleveland avrebbe dato a Ted Gill e Max McGuire: cancellare la cronologia dell’account di ChatGPT.
