Un nuovo capitolo dell’ormai acerrima lotta tra Nintendo e Palworld si è appena concluso: a oltre un anno di distanza dalla denuncia da parte della grande N nei confronti di Pocket Pair siamo di fronte al primo responso pubblico che, a quanto pare, ha spostato l’ago della bilancia dalla parte del “Pokémon con le armi“, così come è stato definito sin da subito il monster collector della casa indie giapponese.
Ci eravamo lasciati a settembre del 2024 quando Pocket Pair era stata citata in giudizio da Nintendo per la violazione di alcuni brevetti riguardanti lo scheletro ludico di Palworld ritenuto un plagio dei giochi Pokémon da parte della grande N: ebbene dai primi responsi pubblici pare che la mossa della casa di Super Mario non sia andata proprio a buon fine con l’ufficio brevetti del Giappone che ha respinto ben due dei tre brevetti che Nintendo ha presentato per portare avanti la sua causa, almeno inizialmente.

Questo vuol dire, almeno in un primo memento, che il JPO (l’ufficio brevetti del Giappone) non ha ritenuto abbastanza convincenti e sufficienti le posizioni da parte di Nintendo: stando a una prima ricostruzione dell’accaduto e alle prime notizie che si sono diffuse sul web, pare che due dei tre brevetti presentati da Nintendo per dare appoggio alle proprie tesi non contenessero un’inventiva tale da giustificarne il deposito.
Palworld vince il primo round contro Nintendo, ma la battaglia legale è ancora lunga
La situazione è particolarmente spigolosa e dunque bisogna fare un po’ di chiarezza: Nintendo, per far valere la sua posizione nei confronti di Palworld, ha presentato al JPO diversi brevetti relativi a meccaniche di gameplay dei giochi Pokémon che sarebbero stati poi violati dal gioco di Pocket Pair e dunque presi in esame per la citazione in giudizio, ma a quanto pare la mossa della grande N non è stata efficace.
Tali brevetti si riferivano e meccaniche quali l’evocazione di creature tramite contenitori da parte di un essere umanoide, la funzione di mira che permette all’essere umanoide di lanciare una creatura in battaglia e far partire uno scontro con altre creature e anche l’alterazione di uno stato di un nemico fino al raggiungimento di uno stato di incoscienza; tutte meccaniche presenti in Pokémon e che Nintendo ha cercato di mettere sotto brevetto.

Il JPO ha ritenuto due di questi tre brevetti contenenti queste meccaniche troppo vaghi e di certo non innovativi dato che molte di queste funzionalità appartengono a diversi titoli già presenti sul mercato di cui l’ufficio brevetti ha fatto riferimento in maniera esplicita: Monster Hunter, ARK, Craftopia, Pokémon GO e anche un browser game chiamato Kantai Collection.
Questo non vuol dire assolutamente che il caso è chiuso anche perché non è ancora arrivato il responso di alcun giudice, ma solamente che il primo tentativo di Nintendo non è andato a buon fine: quasi certamente la grande N modificherà i brevetti respinti per fare in modo che possano risultare ancora più specifici e dettagliati e convincere il JPO ad accettarli per continuare la causa nei confronti di Palworld.
