È stato Marc-Alexis Côté ad andarsene da Ubisoft o sono stati i capi a metterlo alla porta? Le due versioni in contrasto, l’addio del boss dietro al franchise di Assassin’s Creed.
Assassin’s Creed è un brand estremamente trasversale, di quelli che è in grado di riuscire a intercettare tutta una serie di giocatori e appassionati, di ogni specie: grandi, piccoli, maschi, femmine. Il perché è forse legato alle tematiche della saga, da sempre estremamente affascinanti e spesso legate a doppio filo, con eventi storici profondamente sentiti e una riproduzione dei luoghi estremamente accurata e coinvolgente.

E il successo di Assassin’s Creed Shadows, che nonostante le critiche per il personaggio di Yasuke, si è dimostrato un successo a livello di vendite, la direzione intrapresa per il futuro della saga appare alquanto incerta. Nuovi attori sono subentrati, nuovi accordi sono stati stretti e a pagarne le conseguenze è chi, per gran parte della sua vita professionale, ha lavorato per rendere grande la saga.
Che fine farà il capo di Assassin’s Creed?
La saga di Assassin’s Creed continua a dividere, nonostante le premesse per partorire qualcosa di eccezionale ci siano tutte. Eppure, all’interno di Ubisoft, gli equilibri continuano a mutare in maniera repentina e spesso, anche i veterani finiscono col farne le spese. Non a caso, nelle ultime ore ha fatto parecchio discutere l’abbandono di Marc-Alexis Côté, l’uomo al timone di Assassin’s Creed da diversi anni a queste parte.
In un primo momento, anche per via di dichiarazioni di Ubisoft che salutava Côté con trasporto e profonda tristezza, si era pensato che fosse stato lo sviluppatore a voler abbandonare l’azienda francese. La prospettiva però è stata immediatamente ribaltata, dopo che lo stesso Côté, tramite un post su LinkedIn ha diffuso un messaggio in cui raccontava di essere stato allontanato dall’azienda stessa.

Secondo una prima ricostruzione infatti, parrebbe che, nonostante gli anni di onorato servizio e nonostante gli ottimi risultati che la saga di AC avesse ottenuto sotto la sua gestione, Ubisoft avesse proposto a Côté di venir trasferito ai Vantage Studios, una delle succursali di Ubisoft, gestita da Tencent e che vedeva come CEO Christophe Derennes, un veterano di Ubisoft, e Charlie Guillemot, figlio del CEO di Ubisoft Yves Guillemot.
Charlie è una delle figure più controverse in Ubisoft al momento, dato che già in passato aveva lavorato per una succursale dell’azienda, realizzando Tom Clancy’s Elite Squad, gioco mobile ormai chiuso e al centro di polemiche per via di una direzione controfirmata da Charlie: introdurre la bandiera del movimento Black Lives Matter, tra quelli inneggianti al terrorismo in game.
Côté ha comunque ringraziato, dicendosi particolarmente grato per gli anni passati insieme al suo team, lavorando a uno dei brand più forti del mercato videoludico. Ha però chiuso in maniera lapidaria riguardo il suo abbandono: “La verità è semplice: non ho preso io la scelta”.
