Questo gioco con grafica minimal da 30€ ha vinto il premio Hugo come “miglior opera interattiva”

scritta caves of qud su sfndo verde
Questo gioco con grafica minimal da 30€ ha vinto il premio Hugo come "miglior opera interattiva" (player.it)

Durante l’ultima cerimonia di conferimento di premi degli Hugo Awards, anche i videogiochi hanno avuto la loro parte, con un titolo del tutto inaspettato.

Dare premi all’arte, un argomento che da sempre infiamma i dibattiti tra chi li ritiene tutto sommato corretti, nell’ottica di voler creare una scala di gradimento, e chi invece ritiene sbagliato sottoporre l’arte a un trattamento di classifica. Eppure, i premi esistono ed è qualcosa di innato festeggiare, quando qualcosa che apprezziamo molto riesce a ottenere un importante riconoscimento.

uomo tiene in mano trofeo oblungo
Questo gioco con grafica minimal da 30€ ha vinto il premio Hugo come “miglior opera interattiva” (player.it)

I videogiochi in particolare, possono contare su tante premiazioni diverse, che negli anni sono diventati veri e propri eventi che tutti attendono con una certa impazienza, come i The Game Awards o i People’s Gaming Awards. Forse in molti non sapranno che anche il prestigioso premio Hugo, premio dedicato al mondo della fantascienza e assegnato dalla World Science Fiction Society (WSFS), ha una categoria tutta dedicata ai videogiochi. E il vincitore di quest’anno è una vera sorpresa.

Il roguelike che ce l’ha fatta

Durante l’ultima cerimonia di premiazione degli Hugo Awards, giunta la volta dei videogiochi, a ottenere l’ambito riconoscimento come Miglior Gioco o Opera Interattiva, è stato un titolo che forse nessuno si sarebbe mai aspettato ma che nei mesi scorsi è riuscito a conquistare una nicchia sempre più forte, grazie a uno stile unico. Si tratta di Caves of Qud, il roguelike sci-fi sviluppato da Freehold Games e pubblicato da Kitfox Games.

Non si tratta di un titolo che genera facile attrattiva sul pubblico generalista: si tratta infatti di un gioco dalla grafica parecchio vecchio stile, in cui si riscopre la gioia dei pixel di una volta. Eppure, nonostante un aspetto visivo non troppo appagante, secondo chi ha potuto metterci le mani sopra, si tratta di una delle esperienze più coinvolgenti dello scorso anno videoludico.

schermata verde con vari personaggi fatti di pixel con lapida al centro
Il roguelike che ce l’ha fatta (player.it)

La particolarità di Caves of Qud è quella di simulare totalmente ogni personaggio non giocante, riuscendo a generare situazioni sempre nuove e diverse, all’interno di un mondo estremamente ricco e pieno di input diversi, che rendono ogni sessione di gioco diversa rispetto a quella di chiunque altro. Il sistema di gioco roguelike è stato ripreso direttamente da una pietra miliare del genere: Dwarf Fortress, gioco che con CoQ condivide sicuramente la spigolosità grafica a fronte di un gameplay indimenticabile, seppur complesso.

Il riconoscimento dell’Hugo è sicuramente molto importante e di peso, considerando che negli scorsi anni lo stesso premio era stato assegnato a colossi dell’industria come Hades e Baldur’s Gate 3, senza contare che i competitor di Caves of Qud erano veri e propri capolavori quali (quasi tutti) 1000xResist, The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom, Lorelei and the Laser Eyes, Tactical Breach Wizards e Dragon Age: The Veilguard.