L’industria dei videogiochi ha affrontato molte polemiche nel corso della sua storia, ma sicuramente quella sulle microtransazioni è stata la più intensa: negli ultimi anni le discussioni riguardanti oggetti pagabili tramite valuta reale all’interno dei videogiochi si sono ridotte, ma non sono sparite del tutto dato che proprio nelle ultime ore sono tornate protagoniste di una riunione degli investitori di Ubisoft.
A parlarne è stato proprio il CEO della software house francese, Yves Guillemot, che ha raccontato all’interno della riunione la sua visione riguardo le microtransazioni: Guillemot si è dichiarato totalmente favorevole a questa tipologia di servizio affermando che rendono l’esperienza di gioco più divertente all’interno dei giochi premium.

Si tratta chiaramente di una risposta che va anche a giustificare la scelta di Ubisoft di inserire microtransazioni all’interno di Assassin’s Creed Shadows (come ad esempio i Crediti Helix), che di per sé è già un titolo che viene venduto a prezzo pieno; Guillemot ha dunque sottolineato come i prodotti a pagamento abbiano senso di esistere anche in giochi non free-to-play dato che fanno divertire maggiormente l’utenza.
Microtransazioni nei titoli premium: il CEO di Ubisoft non ha dubbi a riguardo
Le microtransazioni all’interno dei free-to-play sono ormai sdoganate dato che in molti casi sono l’unica forma di sostentamento per gli sviluppatori che rendono il loro software disponibile gratuitamente, ma per il CEO di Ubisoft far pagare per oggetti e contenuti extra ha senso anche nei titoli che vengono venduti a prezzo pieno perché, secondo le sue affermazioni, ai giocatori piace pagare per personalizzare il proprio avatar o progredire più rapidamente.
Molti videogiocatori non si sono trovati d’accordo con le parole di Guillemot e hanno sottolineato come fosse una scelta sconcertante quella di inserire microtransazioni all’interno di un videogioco che già di per sé costa 70€; è chiaro che a nessuno piace spendere altri soldi oltre a quelli già spesi per il gioco base, soprattutto se questi elementi possono spingere i giocatori a prendere delle scorciatoie e finire il gioco prima e in maniera più semplice del normale.

Non è la prima volta che Ubisoft finisce nell’occhio del ciclone: solo poche settimane fa la software house francese aveva comunicato che i videogiocatori sono autorizzati a distruggere letteralmente un videogioco qualora questo smettesse di essere supportato dalla casa madre.
