Per rimanere a galla, Ubisoft deve fare una cosa che cambierà il mercato del lavoro

scirtta Ubisoft con alle spalle immagini di giochi (assassin's creed valhalla, watch dogs legion, steep, far cry)
Per rimanere a galla, Ubisoft deve fare una cosa che cambierà il mercato del lavoro (player.it)

Ubisoft è sull’orlo del baratro finanziario e sono già in preparazione delle mosse che porteranno alla riduzione di 100 milioni di dollari sui costi fissi: potrebbero arrivare licenziamenti a valanga.

L’industria videoludica, ormai da qualche anno a questa parte, è un buco nero di cui nessuno conosce ancora le vere dimensioni. Si fatica ormai a tenere il conto dell’infinità di progetti che, ciclicamente, nascono e muoiono o nascono morti, di tutte quelle aziende che, per via di una leadership per nulla lungimirante, si ritrovano a dover affrontare perdite economiche e di mano d’opera.

yasuke e naoe di assassin's creed shadows in posizione d'attacco
Per rimanere a galla, Ubisoft deve fare una cosa che cambierà il mercato del lavoro (player.it)

In tutto questo ovviamente, l’immagini delle aziende ne esce devastata, nei confronti di un pubblico sempre più esigente, soprattutto con quei nomi che dovrebbero rappresentare dei veri pilastri del settore. Un’azienda che per molti, rappresenta una vera e propria delusione, è Ubisoft. Quella che in tanti ricordano come la casa madre di alcuni dei franchise più famosi come Prince of Persia, Assassin’s Creed o Far Cry, è ormai poco più che l’ombra di se stessa.

E per chi ha seguito da vicino le vicende della celebre software house francese negli ultimi anni, non apparirà poi così strana la china su cui pare starsi incamminando.

Guillemot e figlio guidano la “trasformazione” di Ubisoft

Yves Guillemot, sullo sfondo logo Ubisoft
Guillemot e figlio guidano la “trasformazione” di Ubisoft (player.it)

Negli scorsi giorni, ha fatto tanto discutere una lettera di Yves Guillemot, CEO di Ubisoft e trapelata grazie all’emittente francese BFM Tech & CO, in cui si legge dell’istituzione di un “Comitato per la Trasformazione” istituito proprio da Yves Guillemot, composto da 10 persone scelte da lui stesso, che nell’arco di 100 giorni dovrà tracciare le direttive per permettere a Ubisoft di risollevarsi, in seguito al crollo finanziario e d’immagine.

Sono però tanti, troppi, i fattori non proprio limpidi di questa azione: come prima cosa, si legge dell’inserimento nel comitato di Charlie Guillemot, figlio di Yves, che già nel 2021 aveva abbandonato il ruolo di Studio Manager presso Owlient, azienda sussidiaria di Ubisoft, in seguito alle polemiche nato dalla sua approvazione all’introduzione, all’interno del gioco Tom Clancy’s Elite Squad, della bandiera del movimento Black Lives Matter utilizzata per identificare la fazione malvagia di UMBRA.

Ma non è certo l’unico nome dubbio della lista, che parrebbe infatti composta interamente da “fedelissimi” di Yves Guillemot. Tra le fila di Ubisoft dunque, emerge un certo malcontento, per via di ciò che in molti hanno percepito come una mossa nepotista, dato che il figlio avrà un ruolo di spicco nel comitato, come co-responsabile insieme a Marie-Sophie de Waubert.

Saltano 100 milioni… e svariate teste?

A destare però seria preoccupazione, è il piano che il Comitato per la Trasformazione avrebbe ipotizzato, per riuscire a rivitalizzare l’azienda. Si legge infatti, nel Rapporto Finanziario 2024-2025, che la strategia per contrastare la discesa di Ubisoft, sarebbe l’effettuazione di un taglio graduale dei costi fissi, fino a 100 milioni di euro entro i prossimi due anni.

Non viene precisato cosa si intenda per “costi fissi” ma, alla luce di manovre attuate dall’azienda già nel 2024, ci si può iniziare a fare un’idea. Lo scorso anno infatti, il taglio accumulato di circa 200 milioni di euro, era arrivato tra le altre cose, anche dalla chiusura di ben tre studi di sviluppo, Leamington Studio, Ubisoft Reflections e lo studio di supporto di Düsseldorf/Stockholm, oltre che contestuali tagli al personale.

diepndenti ubisoft che lavorano al computer
Saltano 100 milioni… e svariate teste? (player.it)

L’aria che si respira dentro Ubisoft dunque, è certamente tesa dato che, sulla scia dei precedenti, i 100 milioni di costi fissi potrebbero tradursi, plausibilmente, nella chiusura di ulteriori studi minori legati a Ubisoft, oltre che a una valanga di licenziamenti che andrebbero a sommarsi a tutti quelli già effettuati negli scorsi anni.

La situazione che si dipinge per Ubisoft non è certo rosea e la diffusione della lettera tramite emittente televisiva, non avrà fatto altro che gettare benzina sul fuoco: per riuscire a contenere il backlash interno infatti, l’email di cui vi abbiamo parlato poco sopra, non sarebbe stata inviata e diffusa direttamente agli studi di sviluppo, che plausibilmente l’avrebbero dunque scoperto tramite media giornalistici. Continueremo a tenervi informati sugli sviluppi di questa contorta e avvilente vicenda.