Nintendo dice NO alla Pizza | Chiuso un altro famosissimo emulatore

Nintendo pizza

Chiude l’ennesimo emulatore, è guerra totale.

La crociata di Nintendo contro gli emulatori delle sue console, attuali e passate, sta dando i suoi frutti, almeno dal punto di vista della compagnia giapponese. Recentemente infatti Nintendo a minacciato di trascinare la compagnia creatrice di Yuzu, emulatore di Switch, in tribunale, costringendola a risolvere la questione in via extragiudiziale tramite un succoso risarcimento economico ed il ritiro dell’emulatore stesso. Altri ne sono seguiti a ruota, ed è di quest giorni la notizia freschissima della chiusura di Pizza Emulators, ultima vittima di questa campagna di caccia alle streghe che può forse far bene alle casse dell’azienda giapponese ma male all’attività di preservazione videoludica specie riguardante il retrogaming.

Cadono come mosche

Link cavalca in una prateria libera di emulatori di console Nintendo
Link cavalca in una prateria libera di emulatori di console Nintendo

A inizio mese Tropical Haze, soceità responsabile dello sviluppo e mantenimento di Yuzu, emulatore PC di Nintendo Switch, ha raggiunto un accordo con Nintendo per non finire sotto processo. La major giapponese l’aveva infatti denunciata per violazione di copyright:

Yuzu aggira illecitamente le misure di sicurezza tecnologica dei giochi per Nintendo Switch e ne permette la riproduzione su dispositivi diversi da esso. Yuzu fa questo eseguendo codice necessario a bypassare le numerose misure di sicurezza poste in essere da Nintendo all’interno dei giochi, incluso codice che decritta i file di gioco immediatamente prima e durante la riproduzione, utilizzando copie di chiavi di prodotto ottenute in modo illecito. Anche gli utenti ottengono queste chiavi tramite siti illegali o operando un hacking illegale sulla console Nintendo Switch. Lo sviluppatore capo di Yuzu – noto con lo pseudonimo di “Bunnei” – ha pubblicamente riconosciuto il fatto che molti utenti piratano le chiavi di prodotto e i giochi online, e i siti di Yuzu forniscono informazioni su come effettuare un hacking illegale di nNntendo Switch e come creare copie non autorizzate dei giochi per Switch ottenendo le chiavi di prodotto in modo illecito. (…) In altre parole, senza la decrittazione che Yuzu opera rispetto alle misure di sicurezza di Nintendo, non sarebbe possibile riprodurre copie non autorizzate dei giochi su PC e dispositivi Android. 

– Nintendo of America Inc. v. Tropic Haze LLC, 1_24-Cv-00082, No. 1 (D.R.I. Feb. 26, 2024)

Tropical Haze si è vista costretta a versare 2,4 milioni di dollari a Nintendo, nonché a cessare ogni attività relativa a Yuzu, che ormai rimarrà solamente nelle sue copie installate nei PC di quanto lo avevano già scaricato. Non si è trattato però dell’unico caso: a stretto giro infatti hanno capitolato uno dopo l’altro altri sviluppatori di emulatori, anche afferenti a vecchie console: è il caso di Drastic, emulatore di Nintendo DS per sistemi Android, che è stato reso disponibile per il download gratuitamente, mentre precedentemente era proposto ad un prezzo di $4,99. Lo sviluppatore Exophase ha spiegato tramite Discord che ha compiuto questa scelta per evitare di attirare le ire di Nintendo, e al contempo mantenere in essere il frutto del suo lavoro di sviluppatore permettendo agli utenti mobile di poter usufruire del software poter quindi giocare i vecchi titoli per DS, ormai pressoché impossibili da reperire sul mercato se non nel circuito dell’usato collezionistico, spesso denotato da prezzi da capogiro.

Anche l’emulatore Citra, dedicato a 3DS, è stato dismesso, ed il codice del software è stato addirittura tolto da GitHub, svanito senza lasciare traccia. Anche quest’ultimo emulatore era di proprietà di Tropical Haze. Dunque Nintendo sembra intenzionata a dar la caccia non solamente agli emulatori per Switch – cosa comprensibile dal punto di vista aziendale, dato che tramite essi si potevano craccare giochi tuttora in commercio, ed infatti Nintendo lamentava in particolare il fatto che copie piratate di The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom circolassero in rete addirittura prima della release ufficiale del gioco – ma anche dei titoli di catalogo da lungo tempo non più sul mercato, anche se alcuni vecchi titoli vengono riproposti in formato digitale dalla stessa Nintendo tramite il programma Nintendo Switch Online e i suoi Pacchetti Aggiuntivi.

Pizza bruciata

Logo di Pizza Emulators
Logo di Pizza Emulators

Pizza Emulators metteva a disposizione emulatori di Game Boy e Game Boy Advance per dispositivi mobili scaricabili tramite Google Play Store. Alla luce del clima di minaccia che avvolge l’intero settore, lo sviluppatore Davide Berra ha deciso di fare un passo indietro, ed ha annunciato tramite il server Discord della compagnia l’intenzione di dismettere le sue app di emulazione dal Play Store, ufficialmente a seguito della decisione di focalizzare le sue priorità nei confronti della cura della propria famiglia piuttosto che dello sviluppo delle proprie app:

Cari amici e sostenitori, dopo 7 anni incredibili di sviluppo e avventure con le mie applicazioni, ho preso la difficile decisione di rimuoverle dal Play Store in modo permanente. La mia famiglia viene prima di tutto, e per questa ragione ho deciso di assegnare ad essa la mia priorità a discapito dello sviluppo di app. Voglio ringraziare ciascuno di voi per l’incredibile supporto che mi avete donato nel corso degli anni. Le vostre parole di incoraggiamento, i vostri feedback, ed il vostro costante supporto sono state una fonte di ispirazione per me e per il mio lavoro. Grazie ancora per tutto. Siete stati fantastici. Con gratitudine, Davide. – Davide Berra, messaggio Discord riportato da Emmma Roth su The Verge – 8 marzo 2024

Insomma non è difficile leggere tra le righe che il timore di pesanti ritorsioni da parte della casa giapponese, ovviamente in senso economico e magari anche legale, hanno fatto desistere l’ennesimo sviluppatore dal proseguire nella sua attività di supporto all’emulazione, sebbene in questo caso si trattasse appunto di retrogaming, quindi della possibilità di poter usufruire in modo comodo e veloce di prodotti non più sul mercato da molti anni. D’altra parte Nintendo ha sempre assunto un atteggiamento iper-protezionista nei confronti delle proprie IP, basti pensare a quanto ostruzionismo ha perpetrato per anni rispetto agli youtubers che mostravano scampoli di gameplay o frammenti musicali di proprietà dell’azienda nipponica, che ha ricorso a strike sistematici di numerosi canali prima di adottare politiche più concilianti verso gli UGC.

A quanto apre non c’è verso di far cambiare idea a Nintendo. L’unico modo per giocare i vecchi titoli delle sue console è incrociare le dita e sperare che la compagnia stessa si degni di riproporli in formato digitale, oppure avere la fortuna di possedere qualche cartuccia originale impolverata in cantina o in soffitta…