E se Zelda diventasse nera? La fanbase è pronta a discuterne

E se Zelda diventasse nera La fanbase è pronta a discuterne - copertina

Sul forum di ZeldaDungeon è apparso un lungo post, pubblicato dall’utente Alexi Anderson (studentessa della UCLA School of Law), che solleva una strana questione: è tempo di vedere una principessa Zelda nera, in nome dell’inclusività. Il posto, molto lungo e articolato, è rimbalzato anche su ResetEra e ha alimentato molta discussione tra la fanbase… che si è detta in gran parte favorevole alla proposta!

The Need for a Change

La principessa Zelda è un personaggio multisfaccettato, la cui figura è evoluta da quella di damigella in pericolo, fino a diventare un potente capo politico, una ricercatrice, una stregona, una guerriera, una leader ed una leggenda. […] è una fonte d’ispirazione che rompe gli stereotipi di genere gioco dopo gioco. Nonostante tutti i suoi cambiamenti nel corso di 35 anni di videogiochi, Zelda è stata sempre e solo bianca. È un peccato. Un’occasione persa per incoraggiare tutte le donne di colore che anche il loro talento può essere leggendario.

Così inizia il post di Anderson, che sostiene non tanto la possibilità, quanto la necessità di un cambio etnico dell’iconico personaggio Nintendo. L’utente lamenta la condizione di inferiorità in cui vengono relegate le donne di colore negli Stati Uniti, le cui narrazioni mediali le dipingono in modo stereotipato, come antagoniste o ancora peggio non le includono affatto in alcuna rappresentazione. Un Zelda nera può essere in tal senso un grande passo avanti in favore di una maggiore inclusività di questa categoria. Continua Anderson:

Il fatto che Zelda e Link siano sempre rappresentati come bianchi suggerisce non solo che i bianchi siano gli unici in grado di proteggere il mondo ma anche che abbiano tutto il diritto di imporre il proprio potere su di esso. Sicuramente questo messaggio non è mai stato insinuato consapevolmente in questi giochi da parte dei creativi di Nintendo, e tuttavia riflette un bias radicato inconsciamente in essi che deve essere affrontato.

Zelda è cambiata molto negli anni. Ma l’etnia è rimasta bianca caucasica.

Secondo Anderson, i giochi della serie Zelda sono il miglior veicolo ludico per affrontare il problema, grazie alla sua diffusione e cross-medialità: rappresentare Zelda come personaggio di colore non limiterebbe un rinnovamento della sua figura in ambito videoludico, ma anche in tutti i paratesti che vi gravitano attorno e in cui la figura della principessa compare: illustrazioni, fumetti, animazione ed altro. Una marea di materiale iconico e simbolico che potrebbe essere aggiornato per veicolare un messaggio di forte inclusività sociale.

In definitiva, conclude Anderson, la presenza in un videogioco così famoso di una donna di colore in posizione di potere e di allineamento buono, incoraggerebbe tutti i videogiocatori ad empatizzare con tale figura, dunque a vedere più favorevolmente personaggi femminili neri, preoccuparsi per loro ed accettarli per chi e come sono.

Passaparola

artwork di Zelda, versione black
Zelda, black version

Come si diceva in apertura, la discussione è rimbalzata su ResetEra, dove molti utenti hanno manifestato la propria adesione al pensiero della Anderson, dicendosi pronti a vedere in futuro una principessa Zelda non più bianca: “adorerei vedere il prossimo gioco di Zelda con un cast prevalentemente di colore” afferma Pusherman; “la adorerei e non mi dispiacerebbe se Zelda diventasse la protagonista del gioco” aggiunge MattB; “sono d’accordo. Nintendo ha bisogno di fare un gran gioco con un protagonista di colore” esclama RobotVM.

Ovviamente c’è anche esprime perplessità o disaccordo in merito, anche con ottime ragioni, ad esempio che un semplice reskin di un personaggio non risolverebbe i problemi e che sarebbe più utile creare nuove IP in cui immaginare da zero un personaggio di questo tipo, per conferirgli la dignità che merita.


Al di là delle singole posizioni fa piacere riscontrare un generale interesse per l’argomento, sintomo di una comunità di gioco matura, di mentalità aperta ed aperta al dibattito: insomma una comunità migliore di come a volte viene ritratta mediante ricostruzioni ingenerose o grossolane da parte di organi di stampa.