Final Fantasy XIV: A Realm Reborn – Recensione versione PS4

Che Final Fantasy XIV:A Realm Reborn ci sia piaciuto non è un segreto per nessuno visto il voto che gli abbiamo assegnato nella nostra precedente recensione, quello che non ci aspettavamo però, in tutta onestà, è che nonostante il modello di business sacrosanto ma un po’ fuori dal tempo riuscisse a raccogliere così tanto successo, che per inciso, è tutto meritato.
Sono lontanissimi i tempi in cui Square Enix si vedeva costretta a posticipare la versione console, annullare il canone mensile e ripartire da zero con un nuovo progetto: il lavoro fatto da Naoki Yoshida è di quelli da annali della storia dei videogiochi, non solo per il titolo che è riuscito a produrre, ma per aver salvato un carrozzone fallimentare, fatto dimenticare al pubblico un gioco mediocre, ed essere riuscito a convincere, dopo due anni di lavoro e una presenza online semestrale, oltre due milioni di persone a pagare un canone mensile per quello che sarà probabilmente uno degli ultimi grandi MMO ad essere rilasciato con questa particolare struttura di pagamento.
Dopo quindi aver raccolto consensi verso critica e pubblico è arrivato il momento per Square Enix il momento di provare ad incassare anche presso il grande pubblico delle console, da sempre zoccolo duro della compagnia giapponese. Per farvi capire quanto agli amici nipponici piaccia giocare gli MMO su console vi basti sapere che Final Fantasy XI per anni è sopravvissuto proprio grazie alle centinaia di migliaia di persone che ci giocavano su PS2, e che tutt’ora continuano a farlo.
Non deve stupire quindi che per il rilascio su PS4 il team di Yoshida abbia aspettato che la console fosse commercializzata anche in Giappone, programmando una beta proprio la settimana del lancio e l’effettivo rilascio un paio di settimane fa, tempo tecnico che ci è servito per provare a fondo lo sbarco dell’ultima Fantasia Finale su console marchiate Sony.
Le impressioni sul gioco, che potete trovare nella nostra lunga recensione divisa in due parti, non sono affatto cambiate, ma anzi non possono che essere migliorate visto l’incredibile lavoro svolto in questi mesi da Square Enix. Dal debutto di fine agosto infatti di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, e sono state limate molte di quelle imprecisioni e imperfezioni proprie di ogni MMORPG al lancio, sopratutto sul fronte end-game. Le patch 2.1 e 2.2 (A Realm Awoken e Through The Maelstrom) hanno aggiunto lunghissime linee di quest per i giocatori che hanno ormai raggiunto il livello 50 (soprattutto sul fronte delle relic e degli equip di livello 90 e 100), e si sono date un respiro molto più ampio e duraturo nel tempo, cosa che prima non avevano.
L’introduzione delle duty roulette ha poi contribuito in maniera sensibile a semplificare il processo di livellamento del personaggio, che ora è rapido e indolore, e permette al giocatore di concentrarsi appunto solo sull’end-game, da che mondo è mondo la componente fondamentale di questo tipo di giochi. Particolarità di questa produzione infatti, a differenza della stragrande maggioranza dei suoi congenerici, è il fatto che il personaggio non è in alcun modo legato alla classe selezionata in fase di creazione, ma che questa può essere cambiata in qualsiasi momento semplicemente cambiando l’arma equipaggiata. Ogni tipo di arma infatti è associata ad una e una sola classe, e vi basterà ad esempio equippaggiare un ascia per essere un Marauder, una lancia per essere un Lancer o una piccozza per essere un minatore. Alcune classi hanno poi una versione avanzata che si ottiene raggiungendo il livello 30 (accompagnata da una classe secondaria al 15), che fanno perdere alcune delle abilità secondarie utilizzabili ma ve ne fanno guadagnare altre particolarmente utili, e anzi indispensabili per i contenuti avanzati.
Da qui quindi la necessità di expare quante più classi possibili, visto che il proprio pool di abilità non sarà mai completo senza aver portato almeno un altro paio di professioni intorno al livello 30. Se siete amanti del PvP è però forse il caso che rivolgiate altrove le vostre attenzioni: gli MMO giapponesi infatti tendono a privilegiare il PvE, e A Realm Reborn non fa certo eccezione: esclusa Wolf’s Den infatti, il PvP è praticamente inesistente. 
La versione PS4 di Final Fantasy XIV, che vi ricordiamo essere disponibile dal lancio anche per su PS3, si pone come una versione potenziata di quest’ultima, che beneficia, e non di poco, della maggiore risoluzione della nuova Console Sony. I 1080p infatti, rendono l’interfaccia ugualmente definita ma assai meno invasiva, regalando al giocatore parecchio spazio per posizionare tutte le finestre a piacimento riuscendo comunque a  vedere agevolmente il proprio personaggio. Nonostante l’accoppiata mouse più tastiera sia decisamente più adatta a questo genere di giochi, anche con il pad si riesce a giocare discretamente, guadagnando in tempo di reazione sulle prime 16 abilità richiamabili ma perdendo qualcosa sulle altre, per cui si necessita un cambio di hotbar che potrebbe risultare fatale in alcune situazioni.
Mouse e tastiera sono in ogni caso nativamente riconosciuti da PS4, per cui, una volta collegati, basterà switchare un apposito indicatore per cambiare in un attimo il sistema di input. In ogni caso, come dicevamo, il pad assolve bene al suo compito ed è anche ottimamente supportato dal piccolo touchpad presente sul DualShock 4, che di fatto fa le veci proprio del mouse. Il grosso vantaggio della versione PS4 rispetto a quella PC, l’unico aspetto probabilmente in cui la versione console si fa preferire, è il supporto a Remote Play, che vi permetterà di giocare a Realm Reborn anche su PS Vita.
Certo, non pensate di poter affrontare il diabolico Titan o qualsiasi istante di alto livello tramite PS Vita: l’eccessiva lag (inevitabile visto che comunque fa un passaggio di rete in più) e la scomodità di alcuni controlli rendono impossibile essere performanti a sufficienza, ma il sistema è comunque perfetto per expare qualche personaggio di livello basso piuttosto che dedicarsi un po’ alle quest e al crafting.
La lag rimane l’unico problema di questa versione console di A Realm Reborn: non vi preoccupate, nulla che renda ingiolabile il titolo Square Enix, ma è comunque un aspetto da non sottovalutare. Il tempo di risposta rispetto alla versione PS3 è comunque evidentemente migliorato, e la distanza con la versione PC è ormai quasi del tutto colmata, ma questo non impedisce al gioco di avere quel millisecondo di ritardo che vi obbligherà a stare ancora più concentrati che su PC, nullificando di fatto il margine d’errore.
Conclusioni
Dopo aver giocato a fondo anche la versione PS4 di Final Fantasy XIV: A Realm Reborn non possiamo che confermare quanto di buono avevamo già detto per la versione PC, e cioè che è uno dei migliori MMO degli ultimi anni. Il sistema di combattimento è profondo e serviranno mesi per padroneggiarlo, la possibilità di interpretare qualsiasi ruolo aggiunge livelli tattici non indifferenti e i passi avanti fatti sul front end-game sono incredibili. La versione PS4 poi è lo stato dell’arte per quanto riguarda il genere su console: comodo da usare, preciso  piacevolmente compatibile con PS Vita. Se venisse sistemato anche il problema della lag sarebbe davvero perfetta.