Un falso d’autore è una replica di un quadro altrui, legale poiché dichiarata in quanto copia. Tempest è un’artista esordiente incompresa che si ritrova a dover sopravvivere realizzando copie di quadri altri, visto che i suoi purtroppo non vendono. Finché un giorno, le viene commissionato ad altissimo prezzo un dipinto di un diavolo che il giocatore potrà materialmente colorare per alterare la storia.
In questo journaling game solitario accompagnerete la protagonista in un viaggio che la aiuterà a comprendere meglio la sua arte, il mondo lavorativo intorno a sé e i sapori del successo e del fallimento.
Noi scopriamo talenti e non sbagliamo mai… più o meno
L’arte è soggettiva: magari per alcuni la stampa di un sedere su una torta è arte o magari il mercato non ha nulla a che vedere con la qualità e il gusto. Il libro vi guiderà con le sue domande aperte, alla scoperta delle emozioni di Tempest riguardo la sua arte, gli amici, il futuro.
Nei momenti chiave della trama però la nostra protagonista sarà sempre a casa davanti al quadro, in attesa della nostra scelta di colori: il disegno fornito sia nel manuale stesso che scaricabile online dal sito di Narrattiva segue lo stile Paint By Numbers, dunque è diviso in aree contrassegnate da numeri. Il libro ci chiederà di dipingere le aree dal numero uguale con colori caldi, freddi o neutri e saranno proprio le tonalità che sceglieremo a rimandarci ai diversi capitoli e alterare la storia.
Qui sorge un attimo di confusione perché si parla di colori caldi (rosso, arancione e giallo), freddi (blu, viola e verde) e neutri (grigio, beige, marrone), ma questa divisione non è del tutto corretta, infatti possono esistere rossi freddi e viola caldi, insomma si sarebbe potuto giocare su un maggior numero di scelte. Ce ne solo solo 5 e ognuna ha 3 vie alternative dovute alla scelta dei colori. Tra l’altro, la struttura è poco articolata, infatti le tre opzioni non differiscono drasticamente tra loro perché devono sempre riconnettersi allo stesso capitolo centrale che manderà avanti la trama. Abbiamo anche notato un importante errore di battitura nella prima scelta (scegliendo i colori caldi si viene rimandati a pagina 2 invece che 44), ma per fortuna la linearità della struttura ci ha riportati sulla giusta pista. Attenzione perché, se qualche svista è normale e umana, a volte se ne rinvengono anche 3 nella stessa pagina che denotano una generale disattenzione in fase di correzione bozze.
È un normale contratto, una formalità
Come nei più classici romanzi di quadri maledetti, l’artista viene affascinata dalla propria creazione e diventa ossessionata dai suoi benefici. Non vi è modo di fare una scelta realmente giusta o sbagliata, ma solo di influenzare diversamente il rapporto tra la protagonista e gli altri.
In Falso d’Autore non vi è possibilità di Game Over e non ci sono dei finali netti. L’ultima parola viene lasciata al giocatore e a quello che ritiene essere il pensiero di Tempest. È un journaling game che non si impone. Delinea una trama che è metafora di disturbi più profondi, di relazioni tossiche e battaglie invisibili. Per quanto non abbiamo trovato il contenuto dell’opera eccessivamente disturbante, è bene che all’inizio siano indicati tutti i possibili trigger e che sul finale siano presenti delle domande dirette al lettore per riportarlo in sé e aiutarlo a discernere la realtà dall’opera di fantasia che Falso d’Autore è e vuole essere.
Di noi ti puoi fidar
Se non vi disturba l’idea di dar colore e vita all’immagine di un diavolo, Falso d’Autore vi accompagnerà in un viaggio misterico e inquietante che vi aiuterà, tramite il journaling, a scoprire di più su come rispondete alle tentazioni. Non ha un sistema particolarmente intricato e le domande aperte permettono di scavare nel profondo del proprio pensiero, ma la narrazione ne perde un po’ quando le scelte si somigliano troppo tra loro. Lo si può giocare in un’unica sessione, ma lo si sconsiglia per via dei temi trattati e per il senso di immersione che viene potenziato dalla fase di colorazione dell’immagine e dai toni diretti di alcune parti del testo. Seppur con qualche difetto, è un’esperienza che riesce a tenerti incollato al tuo “compito”.



