Un’occasione mancata: il pubblico e la critica hanno bocciato quasi all’unanimità Alien: Earth. Il peccato capitale della serie tv.
Alien: Earth è nata come un serie dalle ambizioni altissime. Il lancio pubblicitario è stato potentissimo. Sul web sono comparsi infiniti articoli celebrativi prima ancora che le puntate finissero in streaming. A tutti piaceva l’idea di portare l’universo distopico di Alien, uno dei miti fondativi della fantascienza cinematografica, a contatto con una narrazione seriale, quindi con un formato più esteso, contemporaneo e stratificato.
I pericoli potevano però essere intuiti già in partenza: trasporre un mito non è mai cosa facile. Anche perché Alien, con gli anni, è diventato qualcosa di assai importante, a livello estetico e non solo. Ogni fotogramma di quel primo film ha acquistato un valore suggestivo impressionante e un’insospettabile potenza culturale. E la serie ha cercato di spiegare troppo, di lasciarsi andare a una verbosità esplicativa che sembra cozzare con i misteri e i silenzi pregni di senso di quel primo leggendario film.
La critica più diffusa e condivisibile riguarda la scrittura della serie. La trama, che pure a un certo punto si sfilaccia per i troppi flashback e le troppe sottotrame, più o meno regge. Il problema è quello dei personaggi, che sono apparsi o monodimensionali o prevedibilmente ambigui. Inoltre, le storie dei troppi personaggi sono risultate dispersive o poco logiche.
Diciamocelo: l’intera sceneggiatura è apparsa un po’ troppo disordinata, con dialoghi spesso troppo lunghi e sicuramente poco ispirati. E con una narrazione che non ha saputo valorizzare il potenziale dell’universo di Alien.
Ha deluso molto anche il finale, anche a livello di regia. L’episodio The Real Monsters è apparso ai più come un cliffhanger che poco risolve e poco suggestiona. Una giustapposizione di eventi priva di fini, visione d’insieme e prospettiva. La serie ha introdotto vari temi etici e filosofici, ma non ha approfondito quasi nulla e non ha dato alcuna risposta.
Alien: Earth tradisce le aspettative
Anche lo xenomorfo ha deluso. Non ha inquietato. Anzi, è apparso quasi caricaturale. La serie televisiva doveva essere un horror di fantascienza, ma Noah Hawley ha creato uno splatter vagamente esistenzialista. Nel finale, con l’aiuto dello xenomorfo più anziano, Wendy e Joe catturano Kavalier e lo rinchiudono in una cella con Kirsh, Atom, Dame e Morrow. Mentre Yutani e la sua squadra si avvicinano all’isola, Wendy, accompagnata dagli xenomorfi, professa poi la sua vittoria.

Sul web i fan dell’universo di Alien parlano di un finale incoerente della serie di Disney+. E, in effetti, l’episodio conclusivo non risolve le trame principali. Alla fine della serie, lo spettatore può dirsi confuso e probabilmente insoddisfatto.
Il finale è stato visto come una chiusura frettolosa e poco meditata. Un climax che non è riuscito ad arricchirsi di senso, dopo che molti spettatori si erano quasi forzati a entrare emotivamente a contatto con questo o quel personaggio.
A deludere è anche stato il tono d’insieme. Non è dark. Non è puramente distopico. La serie oscilla tra il drammatico e il grottesco, senza mai trovare un vero equilibrio. Tutti i fan storici della saga appaiono per questo delusi. Qualcuno invece ha apprezzato. Soprattutto gli amanti di un certo cinema oscuro e tentacolare.
