I bitcoin possono ora essere usati senza problemi per i pagamenti quotidiani: anche in supermercato o al bar.
La maggior parte dei negozi non dispone ancora sistemi compatibili con i pagamenti in criptovalute. E non è difficile spiegarsi il perché. Per accettare pagamenti in bitcoin servirebbero infatti dei terminali e dei wallet digitali e bisognerebbe usare delle piattaforme che convertano istantaneamente in bitcoin in euro, per evitare che l’esposizione alla volatilità.
Il prezzo d un bitcoin può infatti oscillare di centinaia o migliaia di euro in poche ore. Questa volatilità rende difficile per i commercianti sapere quanto chiedere. In tanti Paesi, poi, le regole fiscali e legali sulle criptovalute sono ancora poco chiare.
Dal 2019, la catena Whole Foods di proprietà Amazon ha cominciato ad accettare bitcoin, ethereum e altre crypto grazie all’app Spedn, integrata con la piattaforma Flexa. Ma l’esperimento non ha avuto grosso successo.
A El Salvador, invece, nel 2021, aveva reso il bitcoin la valuta legale. Quindi tutti i supermercati, i ristoranti e i distributori di benzina hanno accettato pagamenti in BTC tramite l’app Chivo Wallet. E il Governo ha installato bancomat le crytomonete in tutto il Paese. L’esperimento non è andato benissimo: El Salvador ha comprato i bitcoin quando il prezzo era alto e ha subito quindi grosse perdite. Molti cittadini hanno poi continuato a usare i dollari. E ora lo Stato ha fatto un passo indietro tornando alla moneta tradizionale.
Poi è arrivata la Svizzera dove, a partire da quest’anno, i possessori di bitcoin possono effettivamente usare la moneta digitale anche per la spesa di tutti i giorni. La catena Spar Switzerland è stata pioniera: tempo fa ha avviato un’iniziativa su scala nazionale che consente di pagare con oltre cento diverse criptovalute, tra cui bitcoin, ethereum e le principali stablecoin.
La spesa con i bitcoin: la rivoluzione svizzera
Il sistema è integrato con Binance Pay e DFX.swiss, due piattaforme che permettono pagamenti istantanei e conversione automatica in franchi svizzeri. Già oltre punti vendita Spar accettano quindi pagamenti in crypto. L’obiettivo della catena è arrivare a trecento supermercati nei prossimi mesi. Ma come funziona in sostanza il pagamento?

Alla cassa, il cliente scansiona un QR code, seleziona la criptovaluta dal proprio wallet e in pochi secondi il pagamento viene convertito automaticamente in franchi svizzeri. Non c’è bisogno di alcuna commissione di rete. La tecnologia è dunque gas fee.
Il commerciante, alla fine della transazione, riceve il pagamento come se fosse in valuta locale. Quindi è tutto abbastanza semplice. E ora l’esempio svizzero potrebbe essere studiato anche in Unione Europeo.
Fino a pochi mesi fa sembrava ancora impossibile comprare beni di consumo quotidiano, come la pasta, il latte o il dentifricio, usando delle criptovalute. L’iniziativa della Spar rende però la moneta digitale sempre più pervasiva e mainstream.
