Se non usi l’IA sei licenziato: la nuova regola che sta colpendo tanti posti di lavoro

uomo in ufficio sconvolto
Se non usi l'IA sei licenziato: la nuova regola che sta colpendo tanti posti di lavoro - player.it

La frenesia dei feromoni da profitto facile che accompagna l’IA sta colpendo ovunque. Ora rischi il licenziamento se non abbracci la nuova filosofia.

Il racconto che va per la maggiore quando si tratta di IA e del mondo del lavoro è che la prima arriverà e sarà tutto più facile. Ma per ora l’unica cosa che sembra facile è l’errore.

Perché anche i modelli più recenti, che molti salutano come entità arrivate da un altro pianeta, non sono in realtà niente di più e niente di meno di raffinate macchine probabilistiche, appena più complicate delle slot machine dei casinò che però anziché portarsi via i soldi una monetina dopo l’altra sono in grado di far evaporare con un semplice errore miliardi di dollari.

Molto probabilmente nel futuro realmente ci sarà necessità, o quantomeno ci sarà qualcuno che avrà voglia di avere come assistenti dei propri compiti giornalieri delle intelligenze artificiali, ma a quanto pare dovremmo prima passare per un periodo in cui gli entusiasti dirigenti cercheranno in ogni modo di inserire l’intelligenza artificiale a forza nella routine dei propri impiegati minacciandoli con il licenziamento. È già successo.

Diventate amici della IA o sarete licenziati

Il racconto non è un dietro le quinte riferito dalla classica gola profonda ma il risultato dell’incontro del presidente di Coinbase, Brian Armstrong, con John Collison di Cheeky Pint Podcast. Armstrong ha raccontato di aver acquistato per tutti gli ingegneri della società gli abbonamenti Enterprise a GitHub Copilot e Cursor e di aver spinto tutti gli ingegneri a inserire questi strumenti nel proprio lavoro di coding giornaliero.

robot in ufficio
Diventate amici della IA o sarete licenziati – player.it

Scoperto poi durante una riunione che alcuni avevano semplicemente deciso di ignorare quello che sembrava solo un consiglio appassionato, il CEO di Coinbase ha licenziato tutti quelli che si erano rifiutati senza un valido motivo.

L’implementazione dell’intelligenza artificiale, se la si guarda con gli occhi di chi gestisce le società, è un modo geniale per ridurre i costi e per avere picchi di produttività mai visti. Ma forse, e questo è un consiglio che diamo al CEO di Coinbase ma anche a tutti gli altri entusiasti delle IA, è il caso di riflettere su che cosa Coinbase ha dovuto fare per mettere gli ingegneri nelle condizioni di utilizzare l’intelligenza artificiale: comprare licenze.

E nel momento in cui tutti gli ingegneri di una società sono del tutto dipendenti (perché poi alla fine con questi strumenti si crea una sorta di “sindrome di Stoccolma”), non si può più fare a meno dell’abbonamento. Ed ecco che le società che offrono quei servizi diventano sotterranee proprietarie di tutto e possono fare il bello e il cattivo tempo.

Oltre a questo ci sarebbe anche da riflettere sull’aneddottica che si sta ora accumulando e secondo la quale in realtà eliminare le persone e sostituirle in cerca di fantomatica produttività aggiuntiva e quindi di soldi in più con l’intelligenza artificiale crea più problemi che guadagni.

Esperienza in tal senso è per esempio quella di Klarna che ha dovuto richiamare buona parte delle persone che erano state eliminate dal servizio clienti nel momento in cui i chatbot avevano iniziato a non essere più affidabili. Ci sono poi diversi studi che iniziano a gettare luci sinistre sulla fantomatica produttività che in realtà non esisterebbe.