Riuscire a restare la passo con il calendario delle tasse può non essere sempre semplice. Queste sono le date che devi ricordare subito.
Riuscire a pagare le tasse senza perdersi neanche una delle scadenze è uno sport nazionale. Tra le tante cose che infatti i cittadini, lavoratori e imprese probabilmente vorrebbero cambiare del grande corpus di norme che regolano la vita di tutti i giorni, sicuramente ci sono anche le norme che regolano i pagamenti delle tasse e in particolare il calendario che nel periodo estivo diventa molto complesso da navigare. In questi giorni c’è una scadenza che, per esempio, non va dimenticata.
Vediamo qual è e soprattutto cosa devi pagare entro questa data, una data che, tra le altre cose, è stata anche di recente modificata con un decreto legge.
Cosa succede tra qualche giorno se dimentichi di pagare le tasse?
La novità più importante è arrivata con il decreto legge 84 del 2025, rilasciato da poco, che riguarda la proroga di alcune scadenze per il pagamento delle tasse, in particolare per chi possiede una partita IVA.

La misura che modifica la data di scadenza era già stata anticipata dal viceministro all’Economia Maurizio Leo, ma ora con il decreto legge numero 84 è diventata effettivamente reale. Il cambiamento è interessante perché sposta la data dei versamenti delle imposte dirette, dell’IVA e dell’IRAP dal 30 giugno al 21 luglio.
In teoria la data sarebbe dovuta essere il 20 di luglio, ma dato che quest’anno il 20 luglio cade di domenica, ovviamente la data è stata spostata al primo giorno lavorativo utile, quindi il 21.
Entro il prossimo 21 luglio, quindi, i versamenti, che come vedremo sono però circostanziati ad alcune categorie, possono avvenire senza che ci siano le famose maggiorazioni per gli adempimenti in ritardo. Le maggiorazioni scattano invece dal 22 luglio e fino al 20 agosto. Un calendario così modificato permette di avere un po’ più tempo per pagare, ma è chiaro che occorre ovviamente procedere al pagamento.
Attenzione però perché la proroga non riguarda in realtà tutti i possessori di partita IVA e non riguarda tutti i possessori di partita IVA in regime dei minimi.
Occorre infatti che la propria attività economica abbia già un indice ISA approvato, che i compensi o i ricavi siano in linea con i limiti che sono stati prefissati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e si partecipi a una società o a un’associazione che rispetta i requisiti e dichiara i redditi per una forma di trasparenza. Lo spostamento in avanti di questo pagamento permette di certo di fare i calcoli con un po’ più di tranquillità.
C’è però da sottolineare, come abbiamo fatto, che si tratta di un differimento della data di scadenza che riguarda solo alcune categorie. Categorie che vanno quindi esaminate per scoprire se si rientra nel differimento oppure no.
Sono da saldare quindi lunedì 21 luglio l’acconto IRPEF 2025 e il saldo IRPEF 2024, le imposte sostitutive, l’IVA e l’IRAP se queste sono dovute, e rientrano anche nella data del 21 luglio le imposte sostitutive che riguardano i soggetti che hanno attivato il cosiddetto concordato preventivo. La flessibilità non esclude che, in caso di problemi, si possa pagare anche entro il 20 agosto con la maggiorazione dello 0,4% come interesse.
