Avete usato il Superbonus? Forse dovrete restituirlo, ecco in quali casi

alcuni dovranno sostituire il superbonus

Uno degli interventi più importanti dal punto di vista dell’esborso economico di questo governo è stato senza dubbio il Superbonus 110. Chi ne ha usufruito ha colto un’occasione più unica che rara, ma deve fare attenzione perché l’Agenzia delle Entrate ha iniziato dei controlli a tappeto. In alcuni casi, il Superbonus andrà restituito.

Il Superbonus 110 è un incentivo fiscale previsto dal decreto Rilancio per favorire la ristrutturazione e la riqualificazione energetica degli edifici, con uno sconto fiscale del 110% sui costi sostenuti. Il bonus si applica per interventi riguardanti l’efficientamento energetico, la sicurezza, l’adeguamento sismico e l’installazione di impianti solari, fotovoltaici e di colonnine per la ricarica di auto elettriche. Inoltre, il bonus può essere ceduto a terzi come prestazione fiscale.

Il Superbonus 110 è stato introdotto dal Decreto Rilancio del 2020 e prevede una detrazione fiscale del 110% per lavori di ristrutturazione edilizia finalizzati al miglioramento dell’efficienza energetica e alla messa in sicurezza sismica degli edifici, nonché alla realizzazione di infrastrutture per la mobilità elettrica e la rimozione di barriere architettoniche. Tale agevolazione fiscale è stata estesa anche al 2023, ma solo per le case unifamiliari che completeranno almeno il 30% dei lavori entro il 30 settembre 2022.

Il Superbonus può essere utilizzato sia da privati che da enti non profit. Per ottenere il beneficio fiscale, è necessario che la classe energetica dell’edificio migliorì di almeno due classi. Inoltre, il Superbonus può essere utilizzato tramite detrazioni fiscali, sconti in fattura o cessione del credito. Oltre al Superbonus, il governo italiano ha fornito altri bonus nell’ultimo anno, come ad esempio il Bonus Ristrutturazione, il Bonus Mobili e il Bonus Verde, che prevedono detrazioni fiscali per le spese sostenute per tali interventi.

C’è chi però se ne è un po’ approfittato, i furbetti devono stare attenti visto che l’Agenzia delle Entrate ha iniziato dei controlli a tappeto. Più di qualcuno rischia di dover restituire tutto.

Come si effettueranno i controlli

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha creato un comitato di monitoraggio del settore edile il 15 aprile 2022 per assicurarsi che la manodopera impiegata nei lavori edili, sia pubblici che privati, sia corretta. Questa azione di controllo si affianca agli sforzi dell’Agenzia delle Entrate per impedire delle frodi in relazione al Superbonus e prevede controlli sui cantieri che sono stati aperti dal 1° novembre 2021 in poi.

In caso l’Agenzia delle Entrate rilevi irregolarità, il contribuente dovrà restituire il credito all’Erario, anche al netto di interessi e sanzioni. L’obiettivo principale del comitato di monitoraggio è quello di prevenire eventuali frodi individuando coloro che hanno usufruito dei bonus in modo scorretto.

Il comitato monitorerà i cantieri edili avviati negli ultimi mesi del 2021 al fine di effettuare eventuali interventi correttivi in seguito alle evidenze pratiche rilevate.

Le frodi legate al Superbonus 110 sono state principalmente connesse all’abuso di crediti d’imposta. L’Agenzia delle Entrate ha segnalato €4,4 miliardi in crediti falsi e €2,3 miliardi sotto sequestro legati ai vari bonus edilizi del paese.

Chiunque abbia fatto il furbetto, dunque, è avvisato. Potrebbe dover restituire tutto.

Chi deve restituire il Superbonus?

Deve restituire il Superbonus chi ha usufruito dell’agevolazione senza averne diritto. L’Agenzia delle Entrate ha preparato un documento in cui vengono dichiarati tutti gli accertamenti a cui i beneficiari saranno sottoposti.

Questo documento è la circolare n. 24/E dell’8 agosto 2020 che elenca gli oggetti dell’indagine dell’Agenzia delle Entrate. Dovranno restituire il Superbonus coloro che non risulteranno in regola nei seguenti punti:

  • i documenti fiscali delle spese relative ai lavori,
  • i bonifici bancari o postali per effettuare i pagamenti,
  • l’autorizzazione del proprietario per i lavori,
  • la delibera condominiale per i lavori sulle parti comuni degli edifici,
  • la certificazione tecnica per gli interventi energetici e anti-sismici.

Se il bonus viene revocato, chi ha beneficiato del Superbonus è tenuto a restituire la somma al governo.