Momenti BG 23: L’Imperium Secundus – Parte 2

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Con l’incoronazione di Sanguinius, l’aura di terrore e disperazione venne leggermente coperta dalla speranza, ma dovevano ancora accadere molti eventi. Su Macragge arrivarono, oltre ai profughi, molti astartes sopravvissuti provenienti da tutte le Legioni lealiste.

Anche Artellus Numeon, Primo Capitano delle Salamandre, arrivò su Macragge, ma torniamo un attimo indietro. Dopo il massacro su Isstvan V e il rapimento di Vulkan, le Salamandre si divisero tra quelle convinte che ormai Vulkan fosse morto e quelle convinte che fosse vivo. Numeon, il quale rientrò immediatamente nel secondo gruppo, guidò una forza di sopravvissuti di Salamandre, Guardia del Corvo e Mani di Ferro sul pianeta Traoris, pianeta non casuale, poiché precedentemente l’Apostolo Oscuro Valdrekk Elias ricevette da Erebus il compito di trovare la famosa fulgurite (anch’essa nominata nei Momenti BG 18 e 19). Numeon e i suoi volevano assassinare Elias.

John Grammaticus viaggiò su Traoris e recuperò da solo la fulgurite, ma, dopo una lunga serie di eventi, Erebus arrivò su Traoris e uccise Elias per aver cercato di soppiantarlo, tutti i compagni di Numeon morirono e lui stesso perse un occhio a causa di Grammaticus, il quale fuggì per compiere la sua missione. Elias, prima di morire, ferì mortalmente Numeon e quest’ultimo venne lasciato lì morente, per poi venire catturato da un altro contingente di Predicatori.

L’Ultramarine Aeonid Thiel, eroe della Battaglia di Calth, fu il primo a indossare l’elmetto rosso, al tempo sinonimo di vergogna dovuta ad un grosso peccato. Aveva cercato di trovare i punti deboli degli astartes, ipotizzando uno scenario in cui gli astartes avrebbero cercato di uccidere i propri simili. Non poteva sapere che questi studi sarebbero risultati molto utili, ma nel post-Eresia l’elmetto rosso si trasformò in un simbolo di onore tra gli Ultramarine, il comune colore dell’elmetto dei Sergenti. Thiel, dopo aver lasciato Calth, iniziò a guidare un team specializzato di Ultramarine in giro per il Regno di Ultramar, in modo da respingere traditori invasori e soccorrere cittadini imperiali ed eventuali ostaggi. Durante una delle operazioni, Thiel capitò sulla nave su cui veniva tenuto in ostaggio Numeon. Una volta soccorso, i due tornarono su Macragge. Numeon venne a sapere della morte di Vulkan, ma non perse comunque le speranze. Insieme alle Salamandre arrivate sul pianeta precedentemente, Numeon decise di prendere il sarcofago contenente Vulkan per riportarlo su Nocturne, convinto che in qualche modo fosse possibile riportarlo in vita. Nonostante Vulkan fosse un perpetuo, la fulgurite rimase incastrata dentro al suo corpo, niente riuscì a rimuoverla e quindi nulla poté resuscitare il primarca in quel momento. Lion, Guilliman e Sanguinius gli consigliarono di non farlo, ma lui non volle sentire ragioni e gli venne data una nave per poter compiere il suo viaggio. Ciò che segue non riguarda l’Imperium Secundus, ma alla fine riuscirono ad arrivare a destinazione, combatterono la Battaglia di Nocturne contro la Guardia della Morte e riuscirono a resuscitare Vulkan gettando il suo corpo nel vulcano Monte Deathfire. Ciononostante, la resurrezione sembrò richiedere un sacrificio e Numeon si gettò nel vulcano.

Durante l’Imperium Secundus nacque anche la figura del Sanguinor. Ancor prima dell’arrivo di Lion, Guilliman sopravvisse ad un tentativo di assassinio da parte della Legione Alfa. Con la continua circolazione di astartes sopravvissuti e persone in fuga, venne considerata la possibilità di altri episodi simili, ma rivolti contro il neo-Imperatore Sanguinius. Per questo motivo Azkaellon, leader della Guardia Sanguinaria, decise di creare il Sanguinor, colui che avrebbe fatto da portavoce di Sanguinius al suo posto. Tramite un’estrazione tra alcuni Legionari e il successivo sacrificio di uno degli ultimi due candidati, nacque la figura dall’identità segreta.

Tornando agli eventi maggiori dell’Imperium Secundus, anche Sotha venne colpito dalla guerra. Dopo la Crociata di Thramas e la cattura di Sevatar e Curze, alcune navi dei Signori della Notte riuscirono a fuggire. Attirati dalla luce del Pharos, Krukesh il Pallido, Capitano della 103° Compagnia dei Signori della Notte, riunì la sua flotta con quella di Gendor Skraivok, un capitano di basso livello che si mise al servizio di Krukesh. Insieme decisero di attaccare Sotha per impadronirsi del Pharos. Ventimila legionari dei Signori della Notte attaccarono il pianeta, mettendo a ferro e fuoco la città di Sothopolis ed infliggendo pesanti perdite alla 199° Compagnia degli Ultramarine, precedentemente assegnata alla difesa del Monte Pharos. Polux guidò i lealisti sopravvissuti in una sorta di guerriglia affiancata da alcune imboscate della Prima Auxila di Sotha, riuscendo così a rispondere all’attacco, anche se ciò non bastò e i Signori della Notte riuscirono ad introdursi all’interno del Monte Pharos catturando sia Polux che Dantioch.

Successivamente, Guilliman scoprì la situazione su Sotha e ordinò a Dantioch di contattare Lucretius Corvo, Capitano della 90° Compagnia “Nova” (futuro primo Maestro Capitolare dei Novamarines), il quale si trovava in un sistema vicino con al comando due compagnie e mezza di Ultramarine e mezza compagnia di Angeli Oscuri. Corvo intervenne e si lanciò subito nel Warp per raggiungere Sotha, ma i Signori della Notte causarono dei rallentamenti dopo aver preso possesso del Pharos. Gli Ultramarine e gli Angeli Oscuri riuscirono comunque ad intervenire, uscendo dal Warp trovandosi all’interno del sistema e solo a qualche ora da Sotha. Dantioch, dopo essere stato ripetutamente torturato, non riuscì a sapere dell’arrivo di Corvo nell’orbita del pianeta. Krukesh, invece, sapendolo, decise di usare il Pharos per teletrasportare se stesso e Skraivok sulla loro nave ammiraglia Nightfall. Dantioch sfruttò l’occasione per sovraccaricare il Pharos. Con un potere immenso e una luce accecante, Krukesh e Skraivok arrivarono sulla Nightfall, ma quasi tutti i Signori della Notte vennero annientati, tutti i sistemi vennero disattivati e Dantioch perse la vita tra le braccia di Polux.

Poco dopo, Skraivok reputò Krukesh un debole e lo uccise con un colpo di pistola. Ormai tremendamente indeboliti, i Signori della Notte vennero presto sconfitti.
Polux riuscì a ripristinare parzialmente le funzionalità del Pharos, mentre Guilliman nominò Dantioch Eroe dell’Imperium, promosse tutti i neofiti sopravvissuti della 199° a legionari veri e propri e il loro leader a Sergente della Squadre di Ricognizione e infine diede loro l’emblema di due falci incrociate, ponendo così le basi per le future Falci dell’Imperatore.

Con la fortissima luce emanata dal sovraccaricamento del Pharos, su Macragge e Sotha si celebrò la vittoria, ma nello spazio profondo una grande divoratrice si destò.
L’Imperium Secundus non finì di avere a che fare con i Signori della Notte dopo averli sconfitti durante le Battaglia di Sotha, poiché Curze era ancora libero. Ancor prima che gli eventi di Sotha finissero, Curze venne costantemente accompagnato da visioni della morte di Sanguinius e della sua, perciò si introdusse all’interno della sala del trono, ferì gravemente Azkaellon e si mostrò davanti al fratello. Dopo aver parlato, Curze chiese a Sanguinius di ucciderlo, ma lui si rifiutò e gli offrì ancora un’ultima possibilità di redimersi e tornare tra i lealisti. Questa volta fu Curze a rifiutare, per poi lasciare una trappola esplosiva fuggendo di nuovo chissà dove su Macragge.

Ancor prima che iniziasse la Battaglia di Sotha, invece, Lion aveva lasciato Macragge per andare alla ricerca di Curze, convinto che avesse lasciato l’orbita. Dopo varie operazioni di ricerca, Lion decise di tornare vedendo il Pharos spegnersi. Quando riatterrò su Macragge gli vennero spiegati gli eventi di Sotha e dell’incontro tra Curze e Sanguinius. Così Lion scoprì di aver cercato a vuoto, poiché Curze non aveva mai lasciato Macragge. Sanguinius ritenne necessario un processo, mentre Guilliman e Lion sostennero l’esecuzione. Dopo vari dibattiti interni, Lion partì alla ricerca di Curze sulla superficie di Macragge. Dopo un duello nella regione di Alma Mons, Lion sconfisse il suo fratello impazzito, ma non riuscì a compiere il gesto finale, perciò gli spezzò la schiena e lo portò da Sanguinius affinché potesse essere processato.

Curze ammise le azioni da lui compiute, ma non se ne assunse le colpe. Disse di essere stato portato ad agire in quel modo. Curze accusò Lion dell’organizzazione di un finto attacco orbitale e il primarca degli Angeli Oscuri reagì con tutta la sua collera. Cercò di ucciderlo, ma Sanguinius lo fermò parlandogli mentre Guilliman spezzò la sua spada. Dopo un’ulteriore reazione collerica, Sanguinius sciolse il Triumvirato e bandì Lion dall’Imperium Secundus.
Lion tornò sulla sua nave ammiraglia Invincible Reason e chiamò Holguin, capo dell’Ala della Morte, consegnandogli i frammenti della spada. Nuovamente solo, Lion pensò tra sé e sé finché non apparve un Osservatore nel Buio, il quale gli disse di avere ancora tempo e di voler tornare a casa per salvare la Legione. Lion continuò a ragionare il concilio degli Angeli Oscuri per dirgli che loro sarebbero ritornati su Caliban. Prima che se andassero, Lion ebbe un’idea e si fece teletrasportare insieme a Holguin dal macchinario Tuchulcha all’interno delle camere di Sanguinius. Quest’ultimo e Guilliman stavano per compiere l’esecuzione di Curze, delle truppe intervennero subito chiedendo la resa di Lion, ma quest’ultimo parlò del fatto che Curze potesse prevedere il futuro. Curze sarebbe morto per mano di un assassino inviato dall’Imperatore, quindi l’Imperatore doveva essere ancora vivo. Guilliman chiese cosa ne sarebbe stato di Curze e Lion si propose come carceriere.

Nel frattempo, Sanguinius si rese conto della verità contenuta nelle visioni della sua morte.

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