Diamo per scontato che per trovare la nostra posizione nello spazio usiamo il GPS ma c’è ora una nuova tecnologia cinese pronta a prenderne il posto.
Tra le tecnologie che vengono utilizzate tutti i giorni, per esempio dagli smartphone ma non solo, c’è il GPS. Attraverso una rete di satelliti, accompagnata da ricevitori sulla superficie del pianeta, il GPS consente di rintracciare con una buona dose di precisione la posizione di un ricevitore, che per esempio può essere proprio lo smartphone.
Nel momento in cui, per esempio, vuoi inviare a qualcuno la tua posizione tramite WhatsApp, lo fai attivando il GPS. Ma dalla Cina arriva una nuova tecnologia che potrebbe risultare molto più precisa e molto più economica. Vediamo come funziona e soprattutto cosa potrebbe succedere se questa tecnologia diventasse disponibile al di fuori del mercato cinese.
Dalla Cina il rivale più agguerrito per il GPS
Non ci pensiamo troppo, ma in realtà tutto quello che c’è in termini di sensori e di servizi all’interno degli smartphone è in realtà frutto di tecnologie diverse che sono state prodotte, immaginate, affinate e messe a punto. Il fatto che per esempio utilizziamo proprio il GPS per rintracciare la nostra posizione nello spazio e per esempio per arrivare a destinazione con Google Maps deriva dalla presenza di questa rete di satelliti e di questo servizio di posizionamento.

Ma non esiste solo il GPS. Vale la pena ricordare per esempio il progetto Galileo, che punta alla creazione di una rete di satelliti che non sfruttano il GPS. Ma per ora tutto ruota ancora intorno al Global Positioning System e ai suoi satelliti perché negli smartphone sono presenti i ricevitori appositi.
Dalla Cina arriva invece adesso un nuovo sistema di satelliti chiamato BeiDou. Il sistema è in pratica nato in seguito ai blocchi che sono stati imposti alla Cina dall’amministrazione americana nell’importazione di tecnologia e di componenti.
Il nuovo sistema viene utilizzato proprio nel paese al posto del GPS che o non viene scelto per motivi di sicurezza oppure non è supportato dai device prodotti internamente che invece sono perfettamente compatibili con il sistema BeiDou.
Secondo i numeri forniti dalla LBS Association in Cina, il rivale del GPS ha già permesso ai cittadini cinesi di coprire più di 4 miliardi di chilometri ogni giorno e ci sono già quasi 300.000 smartphone compatibili con questa alternativa al GPS. È chiaro che l’idea è adesso quella di portare la potenza cinese al di fuori del mercato interno grazie anche a una costellazione di satelliti che è quasi il doppio rispetto a quelli usati invece per il sistema GPS.
Un sistema che, sempre parlando di tecnologia, è ancora fermo ai satelliti degli anni ’90. Questo garantisce paradossalmente a BeiDou una previsione di gran lunga superiore: si parla di un metro contro i 3 metri del GPS.
È chiaro che invece, guardando alla questione dalla parte americana, c’è preoccupazione soprattutto per l’eventuale sicurezza: come per altre realtà, infatti, c’è sempre la possibilità che gli strumenti delle società private cinesi vengano utilizzate come strumenti di controllo da parte dello stato centrale di Pechino.
Ma al di là degli eventuali problemi legati a questo sistema cinese, quello che interessa è la dimostrazione di come anche gli altri sistemi, e di nuovo in Europa si sta sviluppando Galileo, possano effettivamente sostituire anche una tecnologia che invece sembriamo dare per scontata.
