In Russia una Wikipedia tutta nuova? | Arriva Ruwiki, dove se la cantano e se la suonano

Wikipedia russa

Nonostante non sempre sia il mezzo più attendibile che si possa trovare, Wikipedia resta una delle più grandi e fornite enciclopedie online, gratuite e a disposizione di tutti, in qualunque momento. Spesso si può rivelare un ottimo metodo quantomeno per avere un’infarinatura di qualche concetto, che sarebbe sicuramente poi saggio andare ad approfondire da qualche altra parte. Ci sono però delle zone del mondo, in cui il controllo delle informazioni si fa sempre più spietato e stringente.

Le informazioni sotto il regime

Valdimir Putin
Vladimir Putin

Il mondo è bello perché è vario. A volte però, quella varietà del mondo, potrebbe tradursi in modelli che, una volta applicati, potrebbero rivelarsi dannosi. Ci si lamenta spesso che in Italia, il giornalismo non sia libero quanto si potrebbe auspicare, senza rendersi bene conto di cosa sia quella libertà che tanto viene agognata e ricercata con spasmodica voglia.

Molto spesso infatti, non si riesce a comprendere quanto l’Italia, insieme a tante altre zone d’Europa, sia uno dei paesi in cui la stampa libera riesce a vivere abbastanza bene, al netto di pressioni politiche e spinte di vario tipo, che mai nulla potranno però contro principi di libertà costituzionale, nonostante si possa pensare, con ragionamenti intrusivi e benaltristi che tutto vada male, che tutto sia un complotto, che tutti cerchino di controllare tutti.

Situazioni sicuramente più assimilabili a queste ultime tre frasi esposte, sono quelle che vengono vissute giornalmente sotto i regimi. Un regime non è una vera e propria forma di Stato o di Governo ma indica più che altro un atteggiamento, tendente all’assolutismo (intendendo “assoluto” nella sua accezione etimologia, da “Absolutus” che significa “sciolto, libero”), manifestato in ogni campo della vita statale.

Ciò che un regime tenta di fare, per esempio, può riguardare proprio il controllo delle informazioni e dei mezzi di stampa. Degli esempi possono arrivare da quelli che sono riconosciuti ormai come “regimi democratici” come la Cina o la più prossima Russia. Proprio in Russia, già da prima della famosa invasione dell’Ucraina, il controllo delle informazioni era strettamente centralizzato e in mano al Cremlino.

La Russia infatti, nonostante sulla carta sia una Repubblica Federale, in cui vige un sistema multipartitico (presupposto di democrazia), ha dimostrato di avere come leader un uomo, Vladimir Putin, che non è chissà quanto entusiasta quando si tratta di dialogare con avversari politici, spesso identificati come “sovversivi”, un esempio su tutti potrebbe essere Alexei Navalny: uno dei principali oppositori putiniani, che nel corso degli ultimi anni ha subito attacchi continui, un tentativo di avvelenamento ed è attualmente detenuto presso la remota prigione chiamata IK-3, un vecchio gulag vicino al Mar Glaciale Artico.

Uno degli aspetti sicuramente più interessanti della Russia attuale (che ripesca tanto dalla Russia stalinista) è il ritorno all’autarchia ovvero a una sorta di gestione di ogni tipo di bisogno economico, direttamente sul proprio territorio, senza necessità di dipendere alleati commerciali dato che, questi ultimi, soprattutto quelli europei, hanno tagliato i ponti con la Russia in seguito all’invasione dell’Ucraina.

E, per perseguire un pensiero autarchico, è normale che qualunque cosa debba avere una riconoscibilità tutta russa. Anche Wikipedia.

Arriva Ruwiki

Ruwiki
Ruwiki

Come abbiamo visto dunque, la Russia non è proprio la nazione da prendere come esempio quando si parla di libertà d’informazione. Il controllo esercitato è continuo e influenza televisioni, radio, giornali e ovviamente, mezzi d’informazione sul web, dai canali YouTube sino a siti che dell’informazione hanno fatto il loro cavallo di battaglia. Wikipedia per esempio, rappresenta una delle più grandi enciclopedie online, un simbolo di informazione libera sebbene non sempre si riveli estremamente attendibile.

Dallo scoppio dell’invasione in Ucraina, vicinissima a compiere due anni, la Russia ha fatto ancora più stringente il controllo delle informazioni, trasformando ogni mezzo d’informazione tradizionale o meno, in un organo asservito allo stato, così che i cittadini russi potessero avere solo le notizie più gradite al Cremlino e solo nelle modalità approvate. E in tutto questo, cosa c’entra Wikipedia?

Gli occhi del web, sono stati da subito fissi su Wikipedia. Nonostante i vari difetti che ha palesato negli anni, Wikipedia si sarebbe potuto rivelare un mezzo con cui tanti cittadini russi avrebbero potuto avere informazioni libere, non necessariamente filtrate da organi statali. Questo però, non si è realizzato, dato che la quantità di censura sul sito, si è rivelata devastante e, sebbene questo sia ancora accessibile, il suo contenuto risulta estremamente castrato.

E proprio in quest’ottica, si inserisce la novità di cui vogliamo parlarvi. La Russia, sempre in nome di quel pensiero autarchico, si sta attrezzando così da avere una enciclopedia online tutta sua, che non dipenda da altri e a quanto pare, i lavori sono in stadio già abbastanza avanzato. Non manca dunque molto, prima di vedere in azione Ruwiki.

Non si tratterà di una versione tradotta in russo della classica Wikipedia, ma di una tutta nuova che risulti però “filorussa“, “Putin-friendly” e “Cremlin-compilant“. Dal Cremlino arrivano però rassicurazioni: l’arrivo di Ruwiki non afrà cessare il funzionamento di Wikipedia, al netto delle pesanti censure apportate.

Il progetto dietro lo sviluppo di Ruwiki, vive di luci e ombre, come spesso accade con le notizie provenienti dalla Russia: tutto pare essere iniziato proprio un paio d’anni fa, quando lo stesso Putin aveva affermato di voler creare un’alternativa a Wikipedia. Da quel momento, Ruwiki ha iniziato a raccogliere articoli su articoli, diventando un aggregatore d’informazioni, grazie all’aiuto di svariati anche se non meglio precisati, collaboratori.

Non sono noti dettagli finanziari ed economici legati allo sviluppo così come non sono noti i nomi degli investitori che hanno reso possibile la nascita di Ruwiki.