Usare il riconoscimento facciale per stimare l’età: Il folle piano dei Britannici per mettere in sicurezza l’Internet

Rishi Sunak come in 1984 di Orwell

Diciamocelo, nessuno è mai lontano da una telecamera. Che siano per strada, a scopo pubblico o privato, o ancora in casa nostra, le telecamere accompagnano la vita di ognuno di noi. Per quanto possiamo esserci abituati alle miriadi di lenti puntate su di noi, di certo sapere che qualcuno usa sistemi di riconoscimento facciale per individuarci in una folla potrebbe suonare al limite della distopia cyberpunk. Eppure, questo sembra essere il piano delle autorità Britanniche.

Non basterà più un “Sì, ho 18 anni”

Come potevate immaginare questo nuovo provvedimento, che l’Ufficio per le Comunicazioni UK (Ofcom) pianifica di attivare entro il 2025, riguarda proprio l’accesso ai contenuti per adulti su Internet.

L’Ofcom pianifica infatti, entro il 2025, di attivare, tra tutti i sistemi di conferma dell’età, un sistema di riconoscimento facciale basato su IA, che permetta ai provider di stimare l’età dell’utente qualora provi ad accedere a contenuti per adulti. Questo sistema dovrebbe entrare a far parte dei cosiddetti “age assurance systems”, i sistemi di conferma dell’età, di cui i siti devono dotarsi per legge, o rischiare multe salatissime se “falliscano nell’assicurarsi che bambini non incappino in pornografia mentre utilizzano i loro device.”

L’unico problema per l’Ofcom non sembra essere tanto la privacy degli utenti, quanto piuttosto il fatto che ci siano pochissime evidenze che un’IA possa stimare correttamente l’età di una persona, in maniera affidabile, corretta ed efficace

Perché sarebbe necessario questo nuovo metodo di conferma dell’età? Secondo l’Ofcom, le autodichiarazioni, i disclaimer ed altri metodi per confermare l’età degli utenti non sono più sufficienti per evitare le sanzioni di cui sopra. Secondo le autorità britanniche infatti, sarà necessario utilizzare altri metodi più forti, come ad esempio condividere una foto della propria carta d’identità, informazioni bancarie, o conferme d’età da parte del provider; tra tutte le opzioni figura anche una “facial age estimation”, ovvero una stima dell’età facciale dell’utente.

Certo, dover condividere informazioni personali per accedere a contenuti per adulti sembra essere una grande preoccupazione per il pubblico britannico, anche se “solo” il 42% degli adulti intervistati si dice molto preoccupato a riguardo, secondo il report Ofcom. Le autorità d’oltremanica pianificano di aggiornare le direttive entro l’anno prossimo, e di consultare gli stakeholder entro il 2025; secondo Melanie Dawes, CEO dell’Ofcom, la necessità di metodi di conferma dell’età più stringenti è alta, ma la protezione della privacy degli utenti ricadrebbe sui siti, piuttosto che sulle autorità.

Non importa quale approccio adotteranno, ci aspettiamo che tutti i servizi offrano una robusta protezione verso i bambini, affinchè non incappino in pornografia. Ci aspettiamo anche che si prendano cura del diritto alla privacy ed alla libertà degli adulti di accedere a contenuti legali.” afferma la stessa Dawes.

La scelta dell’Ofcom sul tema non è certamente stata accolta nel silenzio; il gruppo britannico per i diritti digitali, Open Rights Group, si è pronunciato in materia, tramite le parole di Abigail Burke, sottolineando i pericoli relativi alla condivisione di dati personali così sensibili:

Le tecnologie di verifica dell’età per la pornografia rischiano di sottoporre dati personali degli utenti a brecce, raccolte, condivisioni e vendite. Le potenziali conseguenze di una perdita di dati del genere sarebbero catastrofiche, e potrebbero includere estorsioni, frodi, danni relazionali e l’esposizione delle preferenze sessuali di persone in circostanze molto vulnerabili.”