Adesso anche leggere diventa social | Arriva Fable, il nuovo social per lettori

fable è un app di book sharing

Negli ultimi anni la lettura, per quanto possa sembrare strano, è in continua crescita; che sia per pura posa estetica, o per sincera passione verso l’atto di leggere un libro, in molti hanno reso “social” un hobby che era spiccatamente anti-tecnologico. 

Il fenomeno più eclatante di questo tipo è chiaramente il cosiddetto “BookTok”, quella parte di creator su TikTok che appunto si dedicano alla creazione di contenuti indirizzati specificamente alla recensione di libri. Sembra però che i BookTok avrà della competizione da oggi!

La nuova frontiera della lettura “social”?

The all new Fable For You feed delivers personalized book recommendations, lists, reviews, conversations, and more.

Diciamocelo, non è la prima volta che qualcuno cerca di rendere la lettura un affare social: insieme a TikTok, anche Instagram e Twitter si sono da tempo contese il titolo di social preferito dai lettori; chi è addentro già al mondo della letteratura conoscerà poi certamente Goodreads, l’app fino ad ora egemone del settore, in cui i lettori possono catalogare e recensire le proprie letture, a beneficio di tutta la comunità.

Ebbene, sembra che tutte queste piattaforme debbano ora competere con un nuovo arrivato, che potrebbe divenire il non-plus-ultra delle app per lettori. Si tratta di Fable, una “social community app” per lettori. Fondata da Padmasree Warrior, ex Direttrice Tecnica in Cisco, Fable si propone come un vero e proprio “club del libro” digitale, in cui anche lettori di generi di nicchia possono trovare una comunità di persone altrettanto appassionate, con uno store di e-book integrato ed un feed di suggerimenti di lettura personalizzato in base ai gusti e alle letture passate.

Secondo le parole della stessa fondatrice, alla base di questa nuova piattaforma social starebbe il concetto di “shared reading”. Proposto per la prima volta da Josie Billington, docente e accademica dell’Università di Liverpool, l’atto di condividere socialmente una lettura potrebbe aiutare molti con la “manutenzione” della propria salute mentale, aiutando anche a creare un senso di comunità e appartenenza in un mondo inevitabilmente frammentato e polarizzato dalla tecnologia.

Un “cyber-club” del libro

Ho fondato Fable in modo che ognuno di noi possa riempire quei micro-momenti delle nostre frenetiche vite con delle storie. La nostra missione è quella di dare la migliore esperienza social attraverso storie eccezionali, al servizio del benessere mentale. Sono cresciuta in una cittadina in India, e i libri sono stati cibo per la mia creatività e immaginazione; la magia delle parole mi emoziona sempre Padmasree Warrior

Su Fable infatti è possibile trovare una nicchia per qualsiasi cosa; dalle community per romantici inguaribili a quelle per appassionati di horror, gruppi per lettori nostalgici o per appassionati di fiction, chiunque può trovare il gruppo adatto a sé. Tra quelli più popolari, ad esempio, troviamo “Difficult Women Book Club”, per gli amanti dei libri scritti da donne complesse e rivoluzionarie, o ancora il “Feel Good Reading Club” per chi vuole rialzare su il morale con una buona lettura.

Non trovate un club di lettura che faccia al caso vostro? Niente paura, potete crearne uno voi! Ogni gruppo di lettura ha anche delle chat room in cui discutere capitolo per capitolo sul libro che state leggendo, in modo da evitare gli spoiler per chi è ancora un po’ indietro, insieme ad un sistema di moderazione per aiutare a dirigere la discussione, impostare obiettivi di lettura e molto altro ancora.

Insomma, è ancora presto per dire se Fable sarà effettivamente l’app che sancirà la fine di BookTok, o di Goodreads, ma sicuramente si propone come un’esperienza complementare, uno spazio dedicato per discutere delle proprie letture, come i club del libro di una volta; per dirlo con le parole della stessa fondatrice: “Malgrado la grande portata delle piattaforme social, i lettori appassionati non hanno uno spazio dedicato per approfondire il dialogo attorno alle storie che leggono. Se a questo aggiungiamo le preoccupazioni sulla privacy, la salute mentale, la censura, bullismo e la tossicità polarizzante, è chiaro che le piattaforme social esistenti non raggiungono i bisogni delle persone.”