Nintendo vegana: preparare un menu senza derivati animali col Nintendo DS

C’è un’azienda di videogiochi che nel corso della sua storia di business ha tentato in più occasioni una mission a dir poco ambiziosa, quella di insegnare al mondo come vivere. Quell’azienda è Nintendo.

Durante la settima generazione di console i vertici della casa di Kyoto dovettero aver sognato di conquistare non solo i cuori dei videogiocatori ma l’intera civiltà umana, e per farlo sfornarono due dispostivi che come pochi hanno saputo assoggettare i casual gamer e, ancora più importante, i non gamer, vale a dire Wii e Nintendo DS.

Se la prima ha addestrato eserciti di atleti da salotto con Wii Sport e di mamme in forma con Wii Fit, per mezzo della strabiliante portatile a due schermi era a un certo punto possibile apprendere e fare qualsiasi cosa.

Una guida per qualsiasi cosa

Pensiamo ai Brain Training del dott. Kawashima, per molti una figura educativa più autorevole dei propri genitori, e a tutto il filone con Big Brain Academy, Brain Age, poi c’era la wave didattica di Learn Geography, Learn Math etcetera, e quella glottodidattica che spaziava da English Training: Migliora il tuo inglese divertendoti! (lascio per intero perché adoro questi titoli con sottotitolo incluso) a My SAT Coach, mirato specificamente alla preparazione del noto/famigerato Scholastic Assessment Test, passando per gli ottimistici My Japanese Coach e My Chinese Coach (pubblicati da Ubisoft) che avrebbero fatto evitare a tanti studenti anni di sforzi ripiegati sulle scrivanie delle biblioteche delle facoltà di lingue orientali, fino a giungere a vette di sorprendenti traguardi umani come Training For Your Eye: Hai mai pensato di allenare e rilassare i tuoi occhi? (sì, proprio così), Russell Grant’s Astrology DS (proprio così) e My Stop Smoking Coach with Allen Carr (anche questo da Ubisoft) per smettere di fumare grazie a Nintendo DS – sento che potrei riprendere il vizio del tabagismo per provarlo e scriverne un articolo su Player.

E uno dei più brillanti elementi di questo sconfinato parco titoli è sicuramente La guida in cucina: Che si mangia oggi? (rieccoci coi supertitoli), ricettario interattivo del 2008 sviluppato in collaborazione con la Tsuji Cooking Academy, antica scuola culinaria con sede a Ōsaka.

La forza del software è quella di proporre un’idea semplice sfruttando appieno la piattaforma su cui gira: impiego dei due schermi, microfono per comunicare senza mani con lo chef virtuale (doppiato in italiano dal mitico Pietro Ubaldi), minigiochi da sbloccare. Il risultato è quello di poter preparare circa 250 ricette provenienti da tutto il mondo rimanendo dentro un videogioco, ed è uno sballo.

Per tutte le verdure di questo mondo.

Era quindi da un po’ che volevo tornarci, ma nel frattempo la mia vita e la mia persona sono profondamente cambiate, compreso un dettaglio che riguarda proprio l’ambito di questa cartuccia: sono diventato vegano. Da anni ormai vivo in un mondo fatto di verdure di stagione, legumi, dipendenza passionale dai contadini del mercato di quartiere, carboidrati fantasiosi, un mondo in cui ho spezzato il cuore dei miei genitori e nel quale devo ancora sorbirmi le domande simpaticissimamente illogiche di chi non si abitua – o peggio, per motivi inimmaginabili, non approva – questo scelta alimentare.

Anche a seconda del contesto geografico e sociale, la quotidianità di un vegano continua a essere meno semplice di quella di un onnivoro, e questo direi che è un fatto – ma non sono qui per piagnucolare, ho troppe vitamine in corpo per abbattermi, bensì come sempre per parlare di videogiochi e in questo caso magnare.

Sì, perché mi sono chiesto: ci sarà ancora qualcosa per me su “La guida in cucina?” un software sviluppato e uscito quando già vegetariano sembrava un marchio scabroso? A quel punto avrei potuto semplicemente accendere la console e verificare, ma perché limitarsi a vivere la vita quando si può viverla e poi scriverci un articolo? E così questa mattina mi sono messo ai fornelli con ancora più grinta.

Nel creare il mio Gran menu vegano Nintendo mi sono prefissato dei criteri: cucinare solo verdure di stagione, perché regaz se la natura ci dà una cosa un ca**o di motivo ci sarà; preparare un piatto già vegano nella ricetta tradizionale, uno in cui sostituire il latte con del latte vegetale, e un altro che fosse a base di carne. Quindi vado a fare un salto al mercato, uno al supermercato e, come dettomi dal cuoco del gioco:

Diamoci da fare, e prepariamo un piatto deeelizioso!

Vegetali touch

È doveroso dire fin da subito che il software continua a funzionare a meraviglia, e in questi tempi di digitale incorporeo il DS appare come uno strumento proveniente da un avanzatissimo futuro analogico. Certo, si potrebbe fruire dello stesso servizio con un’app del telefono, ma in giro non vedo ancora smartphone Nintendo o Valve, quindi not my cup of tea.

L’interfaccia è piacevole e con quel tono di rassicurante safe space tipico di certe produzioni della Grande N, è facilissimo trovare ricette per regione del mondo, ingredienti o tipo di portata, si può impostare il timer, consultare il glossario culinario, aggiornare la lista della spesa, siamo insomma di fronte a una rilassante funzionalità. Ecco, unico neo l’imprecisione della ricezione del microfono, con highlights strabilianti come quando il sottoscritto, sbattuta una spalla all’anta del mobile dei bicchieri, si esibiva in un guelfissimo “Porca madonZa” al quale il cuoco prontamente rispondeva “Certo!” per poi partire con la spiegazione della cottura a fuoco basso.

Ma io ho fame e in questi giorni fa un caldo boia, quindi individuo l’entrée nel gazpacho, zuppa fredda di verdure tipica dell’Andalusia. Naturalmente vegano, è rinfrescante, vivace nel sapore, economico e velocissimo da preparare, con i pomodori i cetrioli l’aglio e la cipolla che finiscono prima nel frullatore poi in frigo. Si comincia benissimo, il piatto piace, avanti col prossimo.

Archiviato l’antipasto, è il momento di pensare al primo, ma decido di evitare pasta e simili: soluzione troppo semplice, mentre io sono un amante dell’hardcore gaming.

Percorro la mappa del mondo sullo schermo inferiore della console e c’è un paese che quasi neanche guardo in virtù della poca cultura alimentare di cui gode, la federazione dei fast-food, delle bevande in bicchieri vergognosamente grandi, degli snack industriali ad ogni costo. Però il mio occhio scorge una parola, che è praticamente in un’altra lingua, il nome di un piatto di confine col Messico: chili.

Ah. Il ballottaggio con un piatto coreano è presto vinto, ed ecco che dopo il gazpacho il menu presenterà un piattone unico, quasi un pasto completo. Carote cipolla e aglio ad appassire in padella, presto si unisce il protagonista più atteso, il seitan, sul quale graverà la responsabilità di sostituire la carne, qualche cucchiaio di farina, il bagnare dei pomodori, mi prendo una licenza culinaria e invece del vino uso la birra sfumare, allungo col brodo, poi è il momento dell’elisir di lunga vita dei vegani ossia i legumi (fagioli in questo caso), infine alloro, paprika e la seconda licenza quando invece del peperoncino di cayenna uso un olio piccante fatto in casa a Colonia Spiaggia (Teramo) dal mio amico Mauro, la piccantezza mi pervade il naso ma è perfetto perché intanto fuori ha iniziato a piovere.

L’aspetto non è fedelissimo perché avrei dovuto sminuzzare meglio alcuni ingredienti, ma questo Nintendo vegan chili è stato il piatto più apprezzato dalla tavola e dal sottoscritto, mi inorgoglisco nonostante di tex-mex abbia solo i baffi.

Dulcis in fundo

Non amo finire i pasti col dessert ma avevo detto che avrei servito un menu e menu sarà. Si passa in Turchia, la colonna sonora del software cambia diventando arabeggiante e sembra quella del villaggio Gerudo in Tears Of The Kingdom, ma non divaghiamo. Il sütlaç viene descritto dalla cartuccia come un pudding mediorientale, si mette a bollire il riso nel latte (di soia, in questo caso), si prestano le giuste attenzioni col cucchiaio di legno e si aggiungono lo zucchero e l’amido di mais. Semplicissimo, efficacissimo, concludiamo il pasto con una bianca nota di dolcezza che mi fa sentire un sultano.

In definitiva, è ancora un vero spasso cucinare con La guida in cucina, seguirla è davvero semplice e l’offerta è ricca.

I piatti vegani non sono tantissimi ma ci sono, mentre quelli vegetariani sono numerosi, ma come avete potuto leggere le proposte del software sono così tante che le soluzioni spuntano rapide e facilissime. Credo quindi che verrò avvistato nuovamente tra gli scaffali del supermercato a vagare con il mio fedele 3DS aperto in mano, spuntando col dito gli ingredienti procurati. E ho anche sbloccato il Game & Watch di Chef.