Black Mirror 4×01 USS Callister – Considerazioni Videoludiche

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Il 2017 è agli sgoccioli, e in molti hanno già messo lo spumante in fresco. Tuttavia, se stavate pensando di festeggiare in allegria, guardando al 2018 con felicità ed ottimismo, Netflix ha pensato bene di piazzare un bel contrappeso di ansia sulla vostra bilancia. Lo scorso 29 Dicembre, infatti, il colosso americano ha pubblicato la quarta stagione di Black Mirror, la serie tv capace, come nessun’altra, di smorzare l’entusiasmo legato all’avanzamento tecnologico. Non poteva mancare, ovviamente, un riferimento al mondo dei videogiochi. È proprio la primissima puntata della nuova stagione, intitolata USS Callister, a catapultarci nel nostro media preferito, mettendoci in guardia sulle infinite possibilità che la realtà virtuale sembra offrire.

Black Mirror inaugura il nostro 2018

La serie creata da Charlie Brooker è salita agli onori della cronaca per essere riuscita in quello che solo film come 1987 e Brazil erano riusciti: far capire che l’avanzamento tecnologico non ha solo effetti positivi. Puntata dopo puntata, lo show televisivo riesce a distruggere qualsiasi sicurezza su tutti i dispositivi elettronici di uso comune, mostrandone un uso distorto ma terribilmente efficace e credibile. Dai computer ai social network, dai cellulari ai reality show, non c’è bersaglio che Black Mirror non sia riuscito a colpire ed abbattere, senza mai perdere il suo inconfondibile stile oscuro, macabro ed incredibilmente ansiogeno. Con la prima puntata della quarta stagione, USS Callister, si ritorna ad esplorare il mondo dei videogiochi.

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Una puntata dal gusto retro.

Prima di procedere è bene fare una doverosa premessa: l’articolo contiene spoiler. Continuate la lettura solo se avete già visto la puntata in questione.

Neanche il tempo di iniziare che subito veniamo proiettati nel mondo di Infinity, un videogame MMORPG sci-fi campione di incassi creato dalle menti di James Walton e Robert Daly. Proprio quest’ultimo sarà il protagonista della puntata: un direttore tecnico geniale e timido, ma che custodisce un terribile segreto. Anche altri dipendenti della software house diventeranno protagonisti inconsapevoli della passione nascosta di Mr Daly, che consiste in una mod offline personale e molto particolare della sua creatura.

USS Callister: tra cultura nerd e l’incubo tecnologico

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Un pizzico di Star Trek non guasta mai.

La puntata in questione ha un chiarissimo retrogusto vintage, che i nerd di più vecchia data non faticheranno a distinguere. Infinity, pur prendendo spunto da giochi reali e blasonati come Destiny, è un’evidente derivazione di Star Trek. I fan più accaniti riconosceranno immediatamente i tanti richiami alla prima serie tv fantascientifica di sempre. Le tute monocromatiche, i dialoghi, il ponte di comando praticamente identico a quello dell’Enterprise, gli enormi paesaggi desertici, nonché lo stesso nome dell’astronave. Non è un caso, quindi, che Robert Daly abbia cercato di avere il carisma del Capitano Kirk, almeno nella sua vita “virtuale”.

Nella vita reale, infatti, Daly rappresenta la quintessenza del nerd. Grossi occhiali dalla montatura evidente, carattere timido, riservato e pieno di passione per il suo lavoro, e ovviamente deriso da tutti i suoi sottoposti. È proprio l’estrema intelligenza del creativo ad essere alla base dell’incubo tecnologico della puntata. Il direttore tecnico ha infatti creato una mod personale, in cui sono presenti delle riproduzioni dei suoi colleghi, basate sul loro DNA. Non si tratta di semplici NPC, ma di vere e proprie riproduzioni virtuali, perfettamente consapevoli di essere intrappolate in un videogame, e di essere alla mercé di un dio sadico e malvagio: Robert Daly.

Gli avatar in questione, pur essendo dotati di una propria personalità ed di un libero arbitrio, non potranno far altro che obbedire al loro superiore. Daly, in questa mod, ha la capacità di creare e distruggere qualsiasi cosa, nonché di lasciarsi andare a delle torture sadiche, prendendosi una macabra rivincita nei confronti di chi non lo apprezza nella vita reale.

È desiderabile un gioco come Infinity?

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Il messaggio dietro USS Callister.

Passiamo alle considerazioni videoludiche su questo primo episodio della nuova stagione di Black Mirror. Partiamo dalla domanda che tutti si stanno ponendo: vogliamo veramente un gioco come Infinity? Da un punto di vista meramente tecnico, il videogame in questione rappresenta la diretta evoluzione della realtà virtuale. Quella vista in USS Callister è un’esperienza di gioco che si basa su un’interfaccia neurale. Non occorrono visori e device di qualsiasi genere, il videogame sarà visibile direttamente dalle nostre retine. Anche le sensazioni di gioco sono amplificate, in quanto sarà coinvolto il nostro intero sistema nervoso. Tutto questo si avvicina ad un’esperienza di gioco decisamente più immersiva. Probabilmente Infinity rappresenta il gioco definitivo.

Passiamo al secondo tema della puntata: il sadismo virtuale. Dite la verità: quanti di voi hanno fatto fuori gratuitamente gli NPC presenti in un videogame? La bellezza di un videogioco è anche quella: si possono compiere le azioni più efferate rientrando nei limiti della legalità. D’altra parte, i personaggi non giocanti non sono altro che manichini semoventi senza personalità creati da un’intelligenza artificiale. Nel caso di USS Callister, invece, le cose stanno diversamente. Si tratta di riproduzioni virtuali su base biologica, perfettamente senzienti e coscienti di sé. È innegabile che prendere a schiaffi il proprio superiore sia un’esperienza appagante, ma gli avatar visti in Black Mirror sono capaci di provare tutto il dolore del mondo, ma privati della stessa libertà di morire.

Non si tratta di attaccare la foto del capo su un punching ball, su un bersaglio per freccette o sulla tazza del water. Quella vista in USS Callister è una tortura a tutti gli effetti. La semplice “virtualità” delle vittime rappresenta un’attenuante solo apparente: Daly non è diverso da chi tortura animali o punzecchia clochard per riempire il vuoto della propria esistenza. Anche per questa ragione, l’epilogo della puntata pilota rappresenta la degna conclusione della vicenda.

Black Mirror stagione 4: un ottimo inizio

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Il nostro giudizio su USS Callister.

Tirando le somme, USS Callister rappresenta il miglior esordio possibile per la quarta stagione di Black Mirror. La sensazione ansiogena e pessimistica che da sempre contraddistingue lo show è chiaramente percepibile in questo pilot. Se Giochi Pericolosi ci aveva messo in guardia dalla realtà aumentata, USS Callister è su un livello ancora superiore. Black Mirror ci mostra un mondo in cui i videogame potrebbero nascondere dei pericoli non da poco per la nostra incolumità e per la nostra sanità mentale. Se, da oggi, guarderete con sospetto la vostra console, non preoccupatevi: non siete i soli.