Battlefield 3 – Video PC e Recensione

Recensione di Fabiano “Deimos” Zaino e Alessio Arciola

L’hype alzato da DICE ed Electronic Arts intorno a Battlefield 3 è stato sempre molto alto, forse tanto da trasformarsi in un’arma in grado di ferire chi la impugna e non il nemico. Abbandonati gli scanzonati ragazzi della Bad Company, Battlefield torna alle sue origini e lo fa alla grande, promettendo a tutti di essere il miglior FPS sul mercato. E’ veramente così o Icaro è caduto sulla Terra dopo aver volato troppo in alto? Scopritelo in questa nostra recensione.

Il Videoconfronto realizzato da noi di Games.it tra Battlefield 3 e Modern Warfare 3!


Video Battlefield 3 PC (Ultra Dettagli) disponibile sulla GamesVideoTV

E VOI CHIAMATE NOI TERRORISTI

In Battlefield 3 indosseremo i panni di diversi personaggi, con in particolare quelli di Henry “Black” Blackburn, uomo della squadra Misfit dietro al quale si snoda l’intera avventura del titolo. Questa è vissuta totalmente in due tempi, il presente dove Blackburn è interrogato da alcuni uomini per scoprire cosa l’uomo sa dell’attuale attacco dei terroristi e il passato, tempo in cui indossando i panni di altri personaggi come Jennifer Hawkins e Jonathan Miller, scopriremo e vivremo in prima persona gli attacchi effettuati dai cattivi. La trama principale non offre nulla di particolarmente nuovo nel genere, da una parte ci sono i terroristi e dall’altra i buoni – l’esercito. I terroristi in questo particolare caso si sono impossessati di alcune testate nucleari che utilizzeranno per “difendersi” dall’attacco degli americani, a loro dire i veri terroristi. L’intera avventura, soprattutto a causa della frammentazione in brevi capitoli oltre al continuo salto temporale, non offre al giocatore un’esperienza pienamente godibile dato che generalmente nel momento clou, quello in cui realmente si comincia a carburare, ci troveremo bloccati da cutscene, eventi in quick time – che a nostro avviso era meglio evitare anche se rendono il corpo a corpo più spettacolare – o da un cambio di capitolo e ambientazione. A diversificare la giocabilità rispetto al solito “spara spara” ci sono fasi di gioco in cui saremo a bordo di jet da caccia – che non guideremo, ma in cui dovremo solo mirare e fare fuoco o ordinare di fare fuoco – o carri armati che invece gestiremo a fasi alterne in ogni loro caratteristica – controllo del mezzo, del cannone, della mitragliatrice o della torretta esterna.

Il ritmo di gioco non è mai particolarmente alto, il brand infatti da sempre punta più alla tattica di squadra che al “One man army” e quando si unisce questa caratterista ad un level design che ci obbliga a muoverci in canaloni decisamente troppo stretti, si cominciano a notare troppi difetti. Il principale è legato allo spawn e all’IA nemica. Se dalla nostra dovremo sempre ragionare come squadra, il nemico non si comporterà allo stesso modo e raramente, se non quasi mai vedremo tattiche di accerchiamento, attacco o difesa da parte del sistema, nella maggior parte dei casi il gioco si limita a mandare sul campo quanti più nemici possibili, tutti con un’ottima abilità di mira, ma che mai riescono a metterci realmente in difficoltà.

Ma non tutto è fatto male, quando si lavora in squadra e si riesce a comprendere al meglio ogni singolo checkpoint l’avventura offre il suo meglio. Momenti di gioco come l’assalto alla banca o la difesa dei compagni di squadra dai tetti indossando i panni del cecchino infallibile, sono fasi di gioco ben costruite e in grado di divertire tanto il giocatore. Peccato solo che queste finiscano presto portando poi in fasi di gioco meno divertenti. L’avventura dunque non è il punto forte di Battlefield 3, anzi è proprio il suo punto debole. Detto del ritmo e della trama, anche la longevità non è quanto di meglio si potesse fare, un giocatore abile infatti la concluderà in non più di un pomeriggio, tra le quattro e le cinque ore. Ovviamente la cifra aumenta un po’ se si è giocatori alle prime armi o se si porta al massimo il grado di difficoltà, ma nel complesso siamo sotto gli standard odierni.

A mettere un’ulteriore pezza a questi difetti c’è l’arsenale e la distruttibilità dell’ambiente. Il primo è ampio e pur potendo portare con noi le sole due armi canoniche, ogni campo di battaglia sarà sempre ricco di munizioni e altri fucili da raccogliere, cosa che ci consentirà da cambiare la nostra arma di continuo. Poco chiara la scelta sotto questo punto di vista da parte di DICE di resettare l’arsenale raccolto dal giocatore quando si supera un checkpoint – se ad esempio avremo all’inizio della missione l’arma A e B e la scambieremo con le armi D e F, superando il checkpoint torneremo ad avere le armi A e B con le altre due che scompariranno misteriosamente. Discorso diverso per quanto riguarda la distruttibilità dell’ambiente. Nessuna posizione è sicura e nessuna copertura è certa. Che sia una lamiera, una colonna, un muro di compensato o altro, tutto può essere distrutto con la giusta arma e la giusta potenza di fuoco. Si tratta del vero marchio di fabbrica di questo titolo, quella caratteristica in più che ci obbliga a muoverci di continuo, a comprendere che un palazzo è migliore come copertura rispetto ad un’auto, ma che anche esso non è una postazione sicura perché basta un razzo o un carro armato per distruggere tutto portandoci poi alla morte.

DUE IS MEGLIO CHE ONE…

Se il gioco in singolo è breve, ma non troppo, la modalità cooperative lo è ancor di più. Attraverso una voce specifica nel menu potremo affrontare in tutto sei differenti missioni slegate dal contesto della campagna in singolo in compagnia di un compagno umano. Le sei missioni tuttavia, se affrontate al meglio, non ci ruberanno più di un quarto d’ora a testa, per un totale dunque di un’ora e mezza scarsa di gioco, qualcosa in più se l’abilità dei giocatori non è ottima e la cooperazione non funziona al meglio. Rispetto al gioco in singolo, pur soffrendo comunque di difetti similari, le missioni in due sono risultate più divertenti da giocare, tanto da farci rimpiangere la loro breve durata e quantità. Se è su qualcosa che i DLC dovrebbero puntare, a nostro avviso è proprio questo comparto.

A differenza del gioco in singolo, la modalità cooperativa ha un ritmo decisamente più alto con missioni in cui dovremo muoverci a terra, a bordo di mezzi terrestri o elicotteri e con obiettivi in grado di mantenere alta tanto l’attenzione quanto il divertimento. Il vero premio messo in palio da questa modalità tuttavia è legato al comparto multiplayer, otterremo infatti armi e componenti per il gioco a squadre o singolo online.

…MA TANTI IS MEGLIO CHE DUE

Se c’è qualcosa per cui Battlefield 3 non ha rivali al momento e probabilmente non ne avrà in futuro, questo è il comparto multigiocatore. Che il gioco sia in singolo o in multiplayer, il comparto tecnico non cambia, ma ciò che cambia notevolmente è la giocabilità, il divertimento e le ore che questo gioco è in grado di donare. Ad una grafica davvero eccezionale si fonde la vastità delle mappe dove chiunque, qualunque sia lo stile, trova il punto giusto per eccellere all’interno della partita. Ogni mappa offre punti alti per i cecchini o stretti vicoli adatti ai fucilieri, ogni luogo permette di affrontare il combattimento tanto a piedi quando a bordo di carri armati o potenti jet con cui distruggere praticamente ogni cosa ci si trovi di fronte, sia questo un semplice muretto, una giungla piena di alberi o edifici più o meno alti da radere al suolo.

Le classi di gioco sono rimaste quelle di un tempo con l’assaltatore che è ora stato fuso al medico, ma grazie allo sblocco di armi e potenziamenti che si otterranno accumulando i punti esperienza, ogni classe sarà ampiamente personalizzabile ed classe di base potrà essere modificata a proprio piacimento cambiando armi, abilità secondarie, equipaggiamento e attivando bonus da applicare ai veicoli su cui saliremo. A non poter essere cambiata è la sola classe primaria, un cecchino sarà sempre un cecchino, così come un medico non potrà mai diventare un ingegnere. Il miglioramento del proprio equipaggiamento e grado di esperienza o rank incentiva particolarmente il gioco, all’inizio infatti i primi livelli andranno via come niente grazie soprattutto ai Nastri e alle Stelle che indicano la nostra abilità in campo e gli obiettivi conseguiti.
A gestire al meglio le statistiche personali c’è poi il Battlelog, ideato inizialmente come una semplice leaderboard, ma divenuto con il tempo – anche dopo aver visto all’opera Call od Duty Elite e l’Autolog della serie NFS – un vero e proprio social network dedicato a Battlefield in cui si potranno avviare partite e filtrare le ricerche per i server (solo per la versione PC), tenere traccia dei progressi dei nostri amici con dettagli in tempo reale che consentono, soprattutto ai clan, vera spina dorsale di questi FPS, di gestire al meglio i match e i propri giocatori.

A differenza del suo maggior competitor, in Battlefield una partita non finisce in dieci minuti, né tantomeno in un quarto d’ora e se state pensando alla mezz’ora piena, siete ancora fuori strada. Una partita avviata con squadre ben bilanciate in modalità Corsa a squadre è in grado di durare anche più di un’ora e stiamo parlando di una partita singola, non divise in match o “tre su cinque”. Ma passiamo alla giocabilità vera e propria del multiplayer e dunque alle sue modalità. Quelle principali del gioco quattro: Deathmatch a squadre, Conquista, Corsa e Corsa a squadre. Il primo punto da mettere in chiaro per chi non conoscesse la serie Battlefield è la questione del tempo.

Se la modalità Deathmatch non ha bisogno di grandi spiegazioni, Conquista e Corsa invece sì. In conquista le due squadre sono entrambe contemporaneamente tanto in difesa quanto in attacco, sul campo infatti sono presenti delle basi che i due team in combattimento dovranno prima conquistare e successivamente difendere per accumulare punti che aumenteranno un contatore, la squadra che prima riempie il contatore al massimo ovviamente vince. Più avvincente, secondo chi vi scrive, la modalità Corsa dove la partita si divide in due match, nel primo la squadra A dovrà difendere a l’altra attaccare, nel secondo match invece i ruoli si invertiranno. A rendere infinite queste lotte sono i luoghi da conquistare, ogni base infatti ha due differenti postazioni che chi è in attacco dovrà raggiungere e fare esplodere posizionando delle bombe. Compito di chi difendere è evitare che ciò accada e nel caso in cui si perda una base, arretrare sino ad una seconda base dove si trovano altre due postazioni da difendere dal nemico. Ogni mappa presenta generalmente un minimo di quattro differenti basi – con dunque otto postazioni – e a vincere il match sarà il team che sarà riuscito a perdere meno postazioni durante la fase di difesa.

Come nel multiplayer sono poi presenti i mezzi di terra e di aria, veicoli che potremo utilizzare a nostro piacimento per trasportare i membri della nostra squadra da un posto all’altro o attaccare una posizione avversaria con tattiche che vanno dal poco produttivo stile kamikaze, al più fruttifero gioco di squadra – due uomini infatti possono controllare la posizione dall’alto, un terzo avanza con un potente carro armato mentre un geniere resta dietro per riparare il mezzo del proprio compagno e distruggere quelli nemici.

MULTIPLAYER NEL DETTAGLIO (CLASSI E MEZZI)

Sono quattro le specializzazioni da scegliere sul campo di battaglia fra cui il soldato, l’ingegnere, il mitragliere e il cecchino. Scegliendo il soldato, vera novità di questo terzo capitolo, avremo modo di curare (con il defibrillatore o i classici medipack) anche i compagni di squadra, visto che non esiste proprio la classe adibita a questa specializzazione. L’ingegnere è specializzato nella demolizione e nell’aggiustare le cose e possiede anche una torcia in grado di illuminare le mappe al buio che qui sono davvero buie. Il mitragliere ha la capacità di sfruttare il suo treppiedi per un fuoco di soppressione notevole che immobilizza letteralmente gli avversari. Per ultimo il cecchino, gioia o terrore di molti giocatori online, ha la capacità di designare determinati bersagli – davvero molto utile per le mappe più grandi.

Ottimo anche il comparto dedicato ai mezzi da controllare in battaglia vero e proprio lusso per quanto riguarda le schermaglie a 64 giocatori. Qui si gioca la guerra, quella vera. Oltre a elicotteri di varia natura da quelli d’attacco (Apache) a quelli da trasporto (avete letto bene), il fiore all’occhiello arriva con il bellissimo F-18 o l’A-10 da controllare in prima persona o con il Flanker e il Frogfoot per le versioni russe. Per quanto riguarda i mezzi di terra avremo modo di controllare carri armati, camionette blindate dotate di cannone o mitragliatrice utili anche per il trasporto truppe e le Jeep che sono sempre utili per muoversi nelle mappe più grandi. Tutti i mezzi appena citati, nessuno escluso, potranno essere modificati come arsenale, grande plauso dunque a questa pensata che riguarda anche una enormità di oggetti o upgrade sbloccabili. Personalmente credo che il bilanciamento dei mezzi e delle classi sia davvero eccellente e che soddisferà tutti o quasi.

MULTIPLAYER NEL DETTAGLIO (LE MAPPE)

Veniamo ora alla mappe che troveremo in Battlefield 3 che al lancio saranno nove ma che andranno ad aumentare grazie ai sicuri DLC futuri come il già annunciato Back to Karkand. Tutte le mappe presenti sono una più bella dell’altra, poco da dire su questo punto e regalano degli scorci e delle ambientazioni ben differenti. La prima mappa che mi è capitata sottomano è Grand Bazaar che fra l’altro è priva di veicoli. La mappa n questione non è molto grande e ben si adatta a scontri a fuoco serrati e continui grazie a modalità come il deatmatch tutti contro tutti o quello a squadre. Operation Firestorm (la mia preferita) è una mappa grandissima e desertica dove saranno pochi i ripari ma che sarà esaltante da combattere con carri armati o nei combattimenti in cielo. La modalità più consona a questa mappa è Conquista (o difendi) che ben si adatta per la grandezza elevata dello schema. Della stessa stazza di grandezza se non anche più grande, troviamo Caspian Border che è l’unica che esalta per davvero una giocata a 64 giocatori per la modalità Conquista. Micidiali i combattimenti di terra sia con i mezzi che a piedi dove i cecchini faranno sicuramente la differenza. La mappa è da considerare un inferno in terra vista la quantità di proiettili e roba che esplode intorno a noi. Sicuramente la mappa di guerra più esaltante che giocherete. Kharg Island come dice il nome stesso è una isoletta che si adatta alla modalità Conquista dove le forze nemiche sbarcano a terra per prenderne il controllo. Carina la vista scenografica che è un centro smistamento di petrolio con molte strutture della marina iraniana. Esaltanti i combattimenti via terra ma nulla di davvero emozionante – troppi cecchini per i miei gusti.

Operation Metrò abbiamo già potuto giocarla grazie alla beta ed è una mappa molto grande che si frammenta con tre zone ben diverse, una aperta del parco per poi scendere nell’underground metropolitano. Qui si devono conquistare una serie di obbiettivi di seguito nella modalità Run & Stop. Buoni i combattimenti all’aperto ma ancora meglio quelli serrati al chiuso dove le squadre si ingaggiano in spazi davvero angusti. Fumogeni e bombe a mano saranno un vero incubo per tutti. Cambiando ambientazione e puntando su una portuale, avremo Nosharh Canals bella se giocata in Run & Stop ma anche in deathmatch vist che gli spazi non troppo ampi offrono buone possibilità di guerriglia sia in attacco che in difesa. Le ultime tre mappe non mi hanno esaltato troppo e sono Teheran Highway che è mediamente ampia e offre duelli sulla corta o media distanza. La vera particolarità di questa mappa è la notturna dove ogni minimo rumore o luce può risultare fatale. Il brutto sono i cecchini dotati di visore notturno. Sempre da ambientazione urbana abbiamo Seine Crossing che si svolge sulle strade di Parigi (come Operation Metrò) e che si lascia giocare bene in deathmatch. Anche qui niente mezzi ma non è che se ne senta troppo la mancanza. In ultimo abbiamo Davamand Park che ha una sua ambientazione montana. Belli gli scontri fra Elicotteri e esaltanti quelli nei numerosi tunnel sotto la superfice ma nulla che faccia gridare al miracolo… forse la mappa meno riuscita fra tutte.

In conclusione se c’è qualcosa in cui Battlefield 3 è un gioco da 10 netto, questo qualcosa non è il single player, né tantomeno la già migliore modalità cooperativa. Il meglio Battlefield 3 lo offre nel suo comparto multigiocatore dove la fusione di gioco FPS e a bordo di veicoli, l’ampiezza e la distruttibilità delle ambientazioni e classi ancor più bilanciate grazie anche ad una migliore personalizzazione, rendono il titolo l’FPS online definitivo.

A BOCCA APERTA

Il comparto tecnico è poi il fiore all’occhiello della produzione di DICE. Se il meglio lo offre nella versione PC di cui parleremo più ampiamente in un paragrafo a parte, le versioni console tuttavia non stonano anche se non offrono l’altissima qualità che il Frostbite 2 è in grado di offrire ai fruitori PC. Ogni texture è curata sin nei minimi particolari con effetti e modelli poligonali sempre realistici tanto visivamente quanto fisicamente. Un palazzo non si distrugge mai in modo innaturale e allo stesso modo le animazioni dei personaggi sono sempre realistiche e credibili, cosa che si nota soprattutto nella corsa, durante il fuoco di soppressione e quando si saltano ostacoli più o meno ampi. Da shock vero e proprio il comparto luci che regala al giocatore scene in grado di restare impresse per realismo, pulizia e qualità.

Ottimo il comparto audio soprattutto per quanto riguarda il campionamento di mezzi e armi, un po’ meno per la tracklist che tolte poche ottime tracce, offre brani mediocri e non in grado di incidere in modo particolare. Buono il doppiaggio in italiano con alcune voci più adatte di altre, il tutto fatto con una sincronia ottima, ma non perfetta.

AND THE WINNER IS… PC

Inutile girarci troppo intorno, Battlefield 3 su PC è attualmente il nuovo standard da seguire per i giochi di guerra (moderna e non). Il motore grafico Frostbite 2.0 vince su due cose in particolare: gli effetti particellare e la luce. Ma non solo, l’ottima fluidità del motore grafico, ben si adatta anche su macchine meno potenti. Settando mediamente le opzioni grafiche delle ombre, degli effetti particellari, delle mesh, togliendo il Motion Blur e diminuendo AA e Filtro Anisotropico al solo 2X, tutto quello che si muove a video rimane comunque una gioia per gli occhi. Cosa davvero notevole se pensiamo ai recenti problemi avvenuti con RAGE, dove ad esempio alcune configurazione come la nostra medio bassa, non riuscivano a far girare un titolo che non ha di certo le stesse qualità video di questo Battlefield 3. Vale moltissimo anche la programmazione e la capacità di evoluzione di questo Frostbite 2.0 è eccellente.

Due sono le configurazioni in cui abbiamo fatto girare Battlefield 3.

La prima medio bassa si attesta su un Dual Core da 3.2GHz con 4GB di Ram e scheda video Radeon HD4600 da 512MB. Il gioco si lascia giocare tranquillamente settando le opzioni in medio ma senza ombre, Motion Blur e filtro anisotropico con una frequenza di massimo 35 frame per secondo. Nelle situazioni più concitate però la situazione cambia e si arriva a toccare anche i 15 frame per secondo. La risoluzione giocata non superava i 1280×800 ma va comunque detto che quello che si vede a video, soddisfa pienamente. Il supporto dei Driver era il Directx 9 su sistema operativo di XP. Il vero dramma con una configurazione simile arriva nelle mappe multiplayer (ne parliamo a breve) dove è necessario scendere come risoluzione e dettagli. Si può godere lo stesso del titolo ma bisogna rinunciare per forza a qualche dettaglio…non ci piove.

La configurazione di fascia alta vanta invece un processore i7 da 6 Core da 3,3GHz con 12GB di Ram e scheda video Radeon  HD6990 da 4GB. Qui le cose si sono fatte dannatamente serie con un settaggio in ULTRA (tutto al massimo) con risoluzione di 1920×1080 attivando al 16x il filtro Anisotropico e a 8x quello dell’Anti Aliasing. Il gioco ha registrato un frame rate quasi mai inferiore ai 55/60 netti per scendere mai sotto i 30 nelle situazioni più ricche di dettaglio. Ovviamente stiamo parlando di settaggi su Directx 11 e sistema operativo Windows 7 Ultimate. La fluidità del motore grafico non ha sicuramente rivali dove anche su questa configurazione, ad esempio, in alcuni frangenti scattava lo stesso RAGE (stendiamo un velo pietoso) ma non Crysis 2 che era stabilissimo alla stessa risoluzione e con i dettagli in HARDCORE. Ottima risposta di fluidità anche per le mappe multiplayer.  

Come detto poco sopra, il motore grafico è davvero fenomenale e dubito che lascerà insoddisfatto qualche giocatore. Da oggi bisogna segnare un nuovo standard grafico per quello che riguarda i particellari ma ancora di più la luce che regala emozioni nettamente vicine al fotorealismo. Dei giochi pompati, Battlefield 3 si mette tranquillamente a danzare sopra le teste di RAGE e di Crysis 2 senza troppe difficoltà. Non riesce a raggiungere l’eccellenza vista su The Witcher 2 ma siamo davvero molto vicini. Sono questi i due giochi che le software house devono tenere in considerazione per i loro prodotti futuri nel genere degli FPS e dei GDR in terza persona. Tornando sul vivo, l’altra cosa che stupisce sono i dettagli quasi maniacali che si trovano in ogni mappa ma anche in ogni texture del gioco che fra l’altra avrà più livelli di sporcizia o distruzione a seconda della situazione. Abbiamo poi delle animazioni facciali semplicemente da urlo mentre per quanto riguarda i movimenti, devo ammettere che il buon lavoro fatto poteva andare sull’ottimo ma in giro si è visto di meglio (TW2). Stessa cosa per i particellari che regalano sensazioni da bava alla bocca o mascella per terra, inutile cercare altre parole. Il Fumo è semplicemente vero, cosi come veri sono i detriti che sporcano la visuale o le scintille che scaturiscono da qualche superfice durante uno scontro…sparate qualche colpo su una superfice metallica e ve ne renderete conto da soli. Passabile invece il fuoco che non soddisfa quasi per nulla… su questo, l’ottimo particellare visto in Crysis 2 è ben superiore. Altro fattore che non mi ha soddisfatto davvero appieno, è la distruzione che nella campagna single player è dominante più per piacere dei programmatori che per piacere del giocatore. Detto questo, siamo davvero a livelli di eccellenza più unica che rara.

CONCLUSIONE

Il comparto tecnico tanto carico di dettagli da sembrare più un sogno che la realtà e le varie ambientazioni sempre differenti con l’audio azzeccato in ogni momento e per ogni arma o veicolo, fanno di Battlefield 3 un vero titolo spacca mascella, un gioco che si metterà al massimo dei dettagli giusto per fare quegli screen che poi si usano come sfondi per il desktop per quanto sono belli. Se è il PC la piattaforma su cui BF3 da il suo massimo, le console riescono comunque a difendersi offrendo una grafica altrettanto dettagliata, ma non sempre perfetta.

In conclusione Battlefield 3 è un gioco meraviglioso, sicuramente da dieci se si considera il solo comparto multigiocatore, area in cui il titolo offre il meglio di se. Stessa cosa purtroppo non si può dire per il single player e la modalità co-op, entrambe divertenti da giocare ma con la prima che promette tanto senza mai dare quel cambio di ritmo di cui ha veramente bisogno e la seconda che dura troppo poco, ancor meno del single player che è già di per se breve.

VOTO: 9 SU 10