Dead to Rights Retribution – Recensione

Recensione di Alessio Arciola

Con questa quarta incarnazione la serie Dead to Rights sbarca definitivamente nella next-gen dopo esser nata su PS2 ed Xbox nel lontano 2002 – il secondo capitolo venne pure sviluppato per PS2 ed Xbox rilasciato nei primi mesi del 2005 e successivamente convertito per PSP con il nome Dead to Rights: Reconing.

In Dead to Rights: Retribution continueremo ad indossare i panni di Jack Slate, agente della polizia di Grant City con il pallino della giustizia ad ogni costo e del suo cane lupo, Shadow, un simpatico quattro zampe capace di far fuori orde di nemici e cattivi sfruttando per bene zampe e zanne. Retribution è un action shooter in terza persona che nasconde al suo interno un grande comparto di combattimento corpo a corpo. Si tratta di un gioco che basa il suo essere sulla violenza e catapulta immediatamente il giocatore nell’azione senza dargli neanche il tempo di fermarsi per ragionare prima.

IL “MIX” CHE RENDE IL “MAX”

In questo quarto capitolo della serie, come già accennato, indosseremo i panni di Jack Slate ed in alcuni casi anche la pelliccia del suo fido compagno, un cane lupo di nome Shadow. La trama – unico comparto giocabile visto l’assenza di un multiplayer – si snoda in una decina circa di capitoli raccontando la caduta di Grant City, una moderna metropoli oramai controllata da gang locali e gruppi criminali della peggio specie. La polizia di Grant City non è più in grado di mantenere il controllo e grandi finanziatori scendono in campo direttamente con le proprie forze armate nel tentativo di mettere sotto scacco la criminalità. Sarà in questa ambientazione che Jack si ritroverà a camminare e facendosi strada con pugni, calci ed armi da fuoco scoprirà pian piano la verità che rivela una cospirazione terribile organizzata da grandi uomini per scuotere le fondamenta del mondo intero… la tipica trama dei film d’azione.

Come già accennato nell’introduzione, Dead to Rights: Retribution è un mix particolare di generi fuso attraverso il gioco d’azione. Questo mix è senza ombra di dubbio la mossa migliore attuata da Volatile Games, fondere insieme uno shooter ed un picchiaduro non è infatti semplice e grazie a scelte oculate sul design, Retribution offre un perfetto bilanciamento degli aspetti. Il comparto shooter, condito da un buon sistema che sfrutta coperture sempre distruttibili obbligando così il giocatore a muoversi, incorpora anche in questo nuovo capitolo il mai dimenticato bullet time, fatto grande con videogiochi e film come Max Payne e la trilogia Matrix ed attivabile attraverso la barra “concentramento” che si carica con colpi mandati a segno – sia con le armi che con le mani. Le armi che Jack potrà utilizzare sono una vera moltitudine, ma ogni arma sarà sempre fornita di pochi colpi a disposizione, cosa che obbliga il giocatore non solo a dover imparare a gestire il fuoco delle armi, ma soprattutto a dover sfruttare il sistema di combattimento corpo a corpo. E’ qui, nel picchiaduro che Jack ed il gioco mostrano i muscoli. Gli sviluppatori hanno dato al personaggio un ampio ventaglio di mosse che concatenandole creano pesanti combo in grado di far fuori i nemici direttamente o più semplicemente che li disarmano fornendo così a Jack una nuova arma carica di colpi che potrà utilizzare. Da non dimenticare ovviamente sono le mosse definite Takedown, ossia una serie di colpi a mano nuda che si conclude sempre con il fuoco di un’arma sul malcapitato nemico. I nemici, oltre ad essere bersagli, possono essere al contempo anche scudi, Jack può infatti bloccare un nemico, metterselo davanti e sfruttarlo per non ricevere i colpi sparati dai nemici.


Ma Retribution non è tutto qui, c’è un secondo protagonista oltre a Jack, ossia il suo cane lupo, Shadow. Se nel passato Shadow era una semplice controfigura, in Retribution l’apporto fornito dal cane è decisamente maggiore grazie non solo ad un’ottima IA che pone il cane, durante le fasi di combattimento, sempre al posto giusto e mai tra al centro del campo di fuoco, ma soprattutto alle fasi di gioco in cui il giocatore va a controllare direttamente Shadow dando così un taglio completamente differente al gameplay. Se con Jack il gioco è decisamente votato al combattimento in campo aperto e sotto un riflettore, con Shadow bisogna agire nell’ombra, tendere agguati e restare per quanto possibile invisibili ai nostri nemici. Queste fasi di gioco, in cui generalmente Shadow interviene per recuperare un oggetto non raggiungibile da Jack o per togliere Jack da qualche casino in cui si è ritrovato, sfortunatamente sono controllate dal gioco, non esiste quindi la scelta nel giocatore su chi impersonare e quando, l’unico controllo che si avrà su Shadow durante le fasi di controllo con Jack saranno dei semplici comandi che l’uomo può impartire sul cane per farsi raggiungere o attaccare il nemico.

E’ proprio nel mix il punto forte di Retribution, l’alchimia tra Jack e Shadow, la co-presenza di shooter e picchiaduro, l’alternarsi di fasi di gioco votate al combattimento in campo aperto con momenti in cui il silenzio e le ombre sono il miglior alleato. Questo continuo mischiarsi di aspetti apparentemente non vicini rende l’avventura proposta in Retribution valida ed interessante per le ore di gioco a disposizione – non più di una decina considerando la difficoltà al massimo ed il voler recuperare anche i cinquanta distintivi nelle ambientazioni (unico aspetto secondario del gioco).

UN RIAVVIO NON ESATTAMENTE CONVINCENTE

Trama e gameplay, per quanto semplici, riescono a tenere sulla sufficienza il gioco ed allo stesso modo si comporta il comparto tecnico. Retribution, pur avendo portato la serie Dead to Rights nella nuova generazione, non offre lo stesso spettacolo grafico che altri titoli similari, passati anch’essi alla next-gen, sono stati in grado di dare. Seppur le parole di Volatile Games, gli sviluppatori, giustifichino in parte determinate scelte (cit. “I protagonisti di Retribution sono Jack e Shadow, non la grafica”), resta da dire che l’idea del lavoro effettuato a livello tecnico sembra esser stato un semplice aggiornamento salvato senza ombra di dubbio dal motion capture che ha reso particolarmente folto il comparto delle animazioni. Seppur leggermente legnose rispetto a quanto effettivamente un titolo next-gen è in grado di fornire, la moltitudine di mosse che sia Jack che Shadow sono in grado di eseguire porta al titolo moltissimi punti positivi. L’abilità di Jack di concatenare pugni ed il fuoco delle armi, oltre alle mosse finali che sia Jack che Shadow possiedono, rendono le missioni sempre vive fornendo al giocatore un motivo in più per evitare il combattimento dietro le coperture prediligendo così il corpo a corpo diretto.

L’IA rispetto al passato ha anche subito un completo rinnovamento, i nemici adesso dialogano tra loro comportandosi effettivamente come un gruppo e non più ragionando come singoli. Ciò porta i nemici a provare tecniche di accerchiamento sfruttando esche per tenere la nostra attenzione su di un punto mentre altri ci raggiungono alle spalle. Non è tutto oro ciò che luccica però, oltre alla fastidiosa presenza dei doppioni – lo stesso modello di personaggio più volte all’interno del gruppo – capita più volte, che se di spalle, i nemici non si rendano assolutamente conto di ciò che avviene rendendo così eccessivamente semplice il lavoro per il giocatore. Dal punto di vista grafico solo Jack e Shadow, sopra ambientazioni ed altri personaggi, godono di una realizzazione tecnica superiore, sia a livello fisico con animazioni ed interazioni con l’ambiente decisamente ottime che a livello grafico con texture e modelli poligonali pieni di dettagli e ben caratterizzati. La grafica delle ambientazioni, rozza e poco curata con texture a bassa definizione da però a Grant City un aspetto malato che si sposa perfettamente allo stile e alla trama del gioco, definirlo quindi un aspetto totalmente negativo non sarebbe corretto.
Il comparto infine audio rientra nella sufficienza con musiche di accompagnamento ben gestite, rumori di fondo e suoni degli spari ben controllati ed un doppiaggio – discreto – che resta esclusivamente in inglese obbligando così il giocatore non anglofono alla lettura dei sottotitoli.

CONCLUSIONE

Come ammesso dagli stessi sviluppatori del titolo, Volatile Games, Dead to Rights: Retribution non vuole creare nuovi standard, ma essere un nuovo punto di partenza per la serie e da questo punto di vista il lavoro fatto è decisamente azzeccato. La quarta incarnazione di Dead to Rights è un omaggio al passato e che riprende a pieno tutte le meccaniche dei precedenti capitoli migliorandoli grazie anche ad un approccio più diretto.

L’estrema violenza del titolo
non rende Dead to Rights: Retribution adatto a tutti, tra scazzottate, sparatorie e gli attacchi di Shadow, la quantità di sangue virtuale che scorrerà sugli schermi è decisamente alta. In conclusione ci troviamo di fronte ad un buon passatempo, il gioco adatto per rilassarsi sul divano a spaccar qualche cranio senza la ricerca della storia perfetta, della grafica da urlo o della fisica straordinaria che ci trasporta corpo ed anima oltre lo schermo.

Il gioco è disponibile per piattaforme Sony PlayStation 3 e Microsoft Xbox 360.

Voto: 6.5 su 10