Recensione: Song of Horror (PC), chi ha paura del buio?

Recensione: Song of Horror, chi ha paura del buio?
Che Halloween sarebbe senza una bella storia di terrore ambientata in una casa stregata? Con Song of Horror scoprirete le vostre paure più recondite.

Che Halloween sarebbe senza una bella storia di terrore ambientata in una casa stregata? Con Song of Horror, titolo sviluppato da Protocol Games scoprirete le paure più recondite che si celano nella psiche umana con una serie di scenari che vi terranno svegli durante la notte. Seguiteci nella nostra recensione alla scoperta di uno degli horror più interessanti di quest’anno, se ne avete il coraggio.

La melodia di un mistero

song of horror piano
Sullo sparitito si legge “The Sound of Silence”. Giusto per rimanere allegri.

L’anno è il 1998 e il famoso scrittore Sebastian P. Husher è ossessionato dalla melodia di un inquietante carillon, una nenia tetra che lo porta a notti insonni tormentato da strane presenze nella sua casa. Un giorno però non si hanno più sue notizie, è così allora che il suo editore manda il suo assistente, un uomo dal passato turbolento, a casa di Husher per vedere se tutto va bene. Nell’abitazione non vi è traccia dello scrittore e della sua famiglia, la porta si apre senza troppi sforzi, il silenzio regna sovrano quasi come se tutti si fossero volatilizzati. A destare i sospetti del nostro protagonista è una porta completamente diversa dalle altre, tutta consumata e annerita con delle catene e delle assi attaccate in modo grossolano. Una volta varcata la soglia, però, questa si richiude alle sue spalle intrappolandolo in un ambiente claustrofobico dove le tenebre stesse ti soffocano e ti fanno perdere la concezione dello spazio e del tempo.

Questa serie di inspiegabili sparizioni sono il motore primo della trama di Song of Horror che vede mobilitarsi diversi personaggi attraverso una storia che si snoda tra vari scenari alla ricerca delle persone scomparse e la soluzione del mistero dello strano carillon.

13 personaggi in cerca di autore

song of horror porta
Certe volte dovremo cercare di tenere chiuse le porte per non farci catturare.

In Song of Horror avremo l’opportunità di controllare un cast di ben 13 personaggi, ognuno con la propria storia, caratteristiche e abilità passive. In ogni episodio avremo modo di scegliere tra 4 dei 13 personaggi disponibili, ed ognuno di loro avrà un modo personale di approcciarsi allo scenario proposto: Per esempio, se un personaggio è un esperto di arte vi saprà dire di più quando analizzerete dei quadri o se uno ha l’abilità passiva “ricetrasmittente” questa emetterà delle interferenze in presenza di pericoli.

Ciò che caratterizza questo titolo è la morte permanente dei personaggi, infatti quando uno di loro perirà un altro prenderà il suo posto continuando le ricerche da dove erano arrivate e trovando gli oggetti raccolti sul luogo del decesso, ma non finisce qui perché i personaggi che perderemo potrebbero ricomparire all’interno dello scenario mentre piangono in un angolo o ostacolano la nostra partita, è infatti importante anche l’ordine con cui li useremo per evitare di ostacolarci da soli durante la nostra run. Ad esempio, ho affrontato il secondo episodio con un poliziotto che però non è riuscito a scappare alle tenebre che lo inseguivano, scelto un nuovo personaggio quest’ultimo è stato freddato dal poliziotto dopo aver girato un angolo, questo poi si suicidato in preda a violente allucinazioni.

Le nostre ricerche gireranno attorno agli elementi classici dei survival horror come la raccolta di indizi, l’unione di più strumenti e la risoluzione dei puzzle, quest’ultimi non saranno per niente facili e vi terranno occupati per un po’ costringendovi a ricorrere anche a carta e penna.

Solo i pazzi corrono nel buio

song of horror buio
Non so se fa più paura la Presenza o la faccia del tipo.

Song of Horror è un gioco che premia la calma è il sangue freddo, infatti saremo portati ad ascoltare attentamente i rumori dietro ogni porta o a prendere decisioni ponderate per evitare di cadere vittima della Presenza, l’entità oscura che tormenterà i nostri protagonisti. Per scampare agli attacchi della presenza ci verranno proposte una serie di prove con comandi di reazione, come mantenere il battito cardiaco regolare, nascondersi, tenere chiuse le porte o non fare rumore per evitare alcuni agguati. Sembra tutto molto semplice, sennonché il gioco gode di un’ottima IA che permette alla Presenza di adattarsi al nostro modo di giocare e di sorprenderci ogni volta quando meno ce lo aspettiamo, rendendo ogni run diversa dalle altre. Ci saranno situazioni in cui, se le cose vanno troppo bene, gli attacchi si faranno estenuanti per mettervi in difficoltà o cadrete nei più sciocchi tranelli se sarete troppo avventati, in ogni caso la tensione viene costruita in modo naturale e difficilmente si avrà modo di anticipare quando ci sarà il prossimo jumpscare.

Una complessa realizzazione

song of horror mostro
Questi mostri mi hanno ricordato molto le infermiere di Silent Hill.

Il gioco di Protocol Games ha avuto uno sviluppo di cinque anni nella quale il team ha saputo sfruttare al meglio le potenzialità dell’Unreal Engine. Gli ambienti dall’aria noir sono davvero ricchi di particolari che permettono alla Presenza di manifestarsi in modi sempre più imprevedibili. L’ambientazione di gioco mostra senza troppa vergogna le influenze dal cinema, dalla letteratura e dai videogame di genere mescolando sapientemente Del Toro con Lovecraft ed un pizzico di Silent Hill. Un titolo che fa leva molto sul comparto sonoro, non dovrebbe prendere certi scivoloni, e invece, sporadicamente, alcuni file audio di sottofondo entrano in loop coprendo alcuni effetti necessari a capire se dietro le porte ci sono pericoli, costringendoci quindi ad un riavvio del gioco. Nonostante un ottimo comparto grafico alcune espressioni facciali sembrano fuori luogo accompagnate da alcune collisioni di occhi e capelli.

In conclusione:

Song of Horror è un survival horror davvero degno di nota che riprende la materia classica del genere, grazie anche al sistema di inquadrature fisse, e la rinnova con un sistema che gli permette il lusso di una rigiocabilità abbastanza longeva grazie anche a tre diversi livelli di difficoltà. La narrazione ed il gameplay coinvolgono pienamente il giocatore facendolo preoccupare per la sorte dei vari personaggi. Ogni episodio aggiunge qualcosa in più come meccaniche e modi di approcciarsi alle indagini, andandosi ad intricare sempre di più rendendo la sopravvivenza la nostra sfida principale. Unici nei di questo titolo, come detto sopra, sono stati alcuni bug del comparto audio e qualche sbavatura grafica per quanto riguarda le espressioni facciali.

La struttura episodica del gioco, 5 in totale, ci ha permesso di giocare solo i primi due capitoli ma la trama ci ha letteralmente rapito e non vediamo l’ora di risolvere questa serie di intricati misteri (l’ultimo episodio è previsto per marzo 2020). In ogni caso Song of Horror è il gioco perfetto se volete passare un Halloween all’insegna del terrore da soli o insieme ai vostri amici.