Cities: Skylines – Recensione

Articolo a cura di Gianluca “DottorKillex” Arena

Tra i generi meno frequentati in assoluto per quanto concerne il mercato console, i cosiddetti city builder sembrano inadeguati tanto per un sistema di controllo che non può contare su mouse e tastiera quanto per la loro lentezza e complessità, che sembrano sposarsi male con i tempi ed i ritmi del gioco su macchine come PS4 e Xbox One.

Ma la vicinanza di quest’ultima al mercato PC ha fatto pensare a Paradox Interactive che potesse esserci spazio per uno dei migliori esponenti del genere anche sull’ammiraglia Microsoft: eccoci quindi a dirvi com’è venuta la versione per Xbox One di uno dei titoli più apprezzati e giocati dall’utenza PC degli ultimi anni.

Rigore e spending review

Alla faccia di quanti ritengono che i city builder (e i simulativi più rigorosi in generale) non siano adatti al pubblico console, Tantalus Media, che si è occupata della versione console di Cities: Skylines, propone un’esperienza di gioco il più possibile vicina a quella della controparte PC, permettendosi finanche il lusso di non includere alcun tipo di tutorial al di fuori delle indicazioni testuali alla prima attivazione di un dato menu.

Questo restringe immediatamente il campo: se state pensando di acquistare Cities Skyline sull’onda dei buoni risultati raggiunti dai mille gestionali free-to-play all’acqua di rosa disponibili sugli store Apple ed Android, allora ci duole informarvi che siete completamente fuori strada.

Cities: Skylines non ha guadagnato la stima dell’utenza PC, che lo ha eletto a degno erede di Sim City 4 dopo i disastri causati dal quinto episodio, con una formula di gioco alleggerita ed annacquata, ma piuttosto con un rigore simulativo notevole, una miriade di menu da gestire con accuratezza e tantissime possibilità decisionali, che vanno dalla scelta di dove gettare le fondamenta dell’acquedotto fino al livello di tasse e alla gestione della vita notturna, introdotta da After Dark, l’unica espansione inclusa in questa versione per console Microsoft.

Se, invece, siete pronti ad una mole incredibile di numeri, statistiche, date e decisioni strategiche, allora vi farà piacere sapere che l’ossatura del titolo è pressoché immutata rispetto al prodotto apprezzato su PC nel 2015, con una serie di piccole mancanze ed una certa legnosità del sistema di controllo che rendono comunque preferibile, a conti fatti, la versione per personal computer.

Cionondimeno, e al netto della mancata inclusione delle espansioni Snowfall e Natural Disasters, che avevano ampliato ulteriormente l’offerta ludica del titolo, Cities: Skylines si propone come il migliore nella sua categoria in ambito console, alla pari con Tropico 5, unica altra serie a non aver mai dimenticato gli utenti che preferiscono il divano alle scrivanie.

Da parte nostra, dopo essere stati a digiuno di prodotti simili per diversi anni, le prime ore in compagnia del titolo sviluppato da Colossal Order sono state impegnative, perché la quantità di dati e nozioni da immagazzinare, peraltro filtrati attraverso un’interfaccia utente buona ma che risente della mancanza di mouse e tastiera, si è dimostrata soverchiante.

Cities: Skylines Recensione

Un mondo di possibilità

Questa sensazione di spaesamento deriva anche dalla curva di apprendimento del prodotto, decisamente ripida per le prime ore di gioco: gettare le basi per una città che funzioni non è impresa facile, e anche quando sembra di aver fatto un buon lavoro basta un evento imprevisto per far emergere delle falle evidenti (noi avevamo dimenticato di installare una caserma dei pompieri, e ce ne siamo accorti solamente al primo incendio).

In compenso, già allo scoccare della quindicina di ore complessive, dopo aver messo giù tutti gli elementi cardine, il tasso di sfida inizia ad abbassarsi inesorabilmente, e, senza eventi catastrofici improvvisi (introdotti da uno dei due contenuti scaricabili non inclusi in questa versione), da un certo punto in poi si procede a vele spiegate, finendo col fare da semplici spettatori.

Abbiamo trovato soddisfacente la mappatura dei controlli, che affida la rotazione della telecamera all’analogico destro e utilizza anche i dorsali e la croce direzionale, oltre ad un gran numero di menu radiali, assenti nella controparte PC, ma, senza nulla togliere al lavoro di Tantalus Media, la mancanza dell’accoppiata tastiera – mouse per questa tipologia di giochi rende inevitabilmente più farraginoso il gameplay.

L’implementazione di un puntatore simil-mouse funziona inaspettatamente bene, anche se, in alcune circostanze, siamo stati costretti a variarne la sensibilità per poterci destreggiare al meglio nella giungla dei menu: l’impressione che questa versione Xbox One restituisce è quella di uno sforzo notevole per snellire il pachidermico sistema di controllo, che ha comunque portato a risultati buoni ma nel complesso inferiori al PC.

Chi non ha alternative, quindi, non sentirà la mancanza o farà di necessità virtù, ma i puristi, abituati al mouse, difficilmente digeriranno senza un periodo di apprendistato il nuovo schema di controlli.

A livello quantitativo, sebbene ci sia poco da lamentarsi in senso assoluto vista l’abbondanza di cose da fare e gestire, rimane l’amaro in bocca non solo per la già citata mancata inclusione di due dei tre DLC maggiori, ma anche per la scelta di non implementare in alcun modo le mod, il cui apporto al prodotto, nei due anni intercorsi dal debutto, è stato determinante nel decretarne il successo (oltre tre milioni di copie vendute).

I buoni risultati raggiunti da Bethesda con Skyrim qualche mese fa testimoniano come anche per le console (e in particolare Xbox One) il tempo delle mod sia maturo, e sinceramente questa esclusione ci sorprende, tanto quanto quella di non permettere lo scorrimento veloce del tempo, come avviene invece su PC.

Detto ciò, la soddisfazione di vedere un sistema di trasporti pubblici in orario, una zona industriale fiorente e un utilizzo intelligente delle costose pale eoliche è qualcosa di completamente differente da ciò che la libreria Xbox One offre al momento, ed è quindi da non sottovalutare.

Incertezze congenite

Se la complessità dell’opera e la sua profondità sono state riproposte con successo da questo porting per console, risulta difficile rimanere altrettanto soddisfatti dell’aspetto tecnico, inaspettatamente sottotono in tanti piccoli aspetti, alcuni dei quali, comunque, migliorabili con delle patch ed un supporto post lancio allo stesso livello della versione PC.

A soffrire più di tutti è il framerate, che zoppica ogni qual volta si rotea l’inquadratura o si zooma per ingrandire dei particolari: certo, la memoria DDR3 di Xbox One non è che sia un mostro di velocità, ma titoli molto più onerosi in termini grafici hanno fatto figure migliori, laddove, invece, Cities Skylines scende anche sotto i venti fps quando le cose vanno male.

Abbiamo notato anche una maggiore aliasing, fenomeni abbastanza sporadici di pop-up e il caricamento ritardato di molte texture, tutti elementi che contribuiscono a sporcare un aspetto visivo che, seppure non spettacolare, riesce a fare il suo lavoro egregiamente, restituendo la sensazione di città vive, pulsanti, anche se un po’ ingessate.

Rimaneggiato anche il comparto audio, che si compone adesso di molte meno melodie, il che causa una ripetizione eccessiva delle tracce (peraltro musichette da ascensore nella maggioranza dei casi) che potrebbe portare ad azzerare il volume già all’alba delle dieci ore di gioco.

Insomma, il pacchetto è corposo e conserva il cuore simulativo, ma le finiture e l’attenzione per i dettagli non sono allo stesso livello dell’edizione madre, il che è un peccato, considerando che i due anni trascorsi dal lancio originale avrebbero consentito di affinare ulteriormente il gioco.

Commento finale

Nonostante si sia dimostrato inferiore in praticamente ogni aspetto rispetto alla controparte PC, per quantità di contenuti, pulizia grafica, stabilità del framerate e interfaccia utente, la versione Xbox One di Cities: Skylines conserva la profondità del gameplay e l’ampio ventaglio di scelte strategiche che ne hanno sancito il successo negli ultimi anni, il che lo rende una scelta quasi obbligata per gli appassionati del genere che non posseggono un PC da gioco.

Se vi piacciono i city builder e siete in possesso dell’ammiraglia Microsoft, non vi lascerete spaventare dall’inizio difficoltoso e dal ritmo lento, e apprezzerete, piuttosto, la quantità di edifici disponibili e il gran numero di elementi da tenere in considerazione.

Speriamo solo che il supporto post-lancio per questa versione sia lo stesso di cui ha beneficiato quella per personal computer, a partire dalle patch correttive per finire con l’inclusione delle mod.