Mafia 3 – Recensione

Se Mafia 3 fosse una pellicola cinematografica sarebbe perfetto. Sia chiaro, non uno di quei film da Oscar che piacciono tanto alla critica ma una di quelle perle noir, anche un po’ di nicchia, che trasudano pulp da ogni fotogramma. Se fosse proiettato in sala, ora non sarei nemmeno qui a parlarne ma sarei già al mio posto, con il secchio di pop corn sotto il braccio, a farmi trascinare dalle note di All Along the Watchtower per le strade di New Bordeuax, in quel ’68 americano che nel bene o nel male ha plasmato il panorama socioculturale odierno. Il problema è che Mafia 3 non è un film ma un videogioco, un prodotto che deve essere capace di andare al di lá della narrazione e trasmettere un’esperienza più completa di una semplice visione. Abbiamo giocato a lungo l’ultimo capitolo della saga mafiosa di 2K e qualche pop corn purtroppo è stato troppo amaro da mandare giù!

Recensione di Simone Alvaro “Guybrush89” Segatori

DA NEW ORLEANS A NEW BORDEAUX



Strade malfamate crimine e un’elevata dose di razzismo. Sono questi gli elementi che caratterizzano New Bordeaux, la città che vede l’ascesa criminale di Lincoln Clay, un reduce di guerra appena tornato dal Vietnam e di nuovo pronto a sprofondare in una nuova guerra. Orfano dalla nascita Lincoln viene cresciuto dalla Mafia nera dei ghetti cittadini, una vera e propria famiglia che gli viene strappata da Sal Marcano, boss della Mafia Italiana contro cui Lincoln giura vendetta. Mafia 3 riprende la narrativa classica che ha sempre caratterizzato la serie spingendo sulla trama e lasciando nell’esperienza del giocatore una forte impronta cinematografica. Il prologo di quasi tre ore è ben tratteggiato e ricco di varietà, intervallato da intermezzi storici con tanto di immagini di repertorio che raccontano la vicenda da un punto di vista diverso da quello di Lincoln. Già dall’inizio la sanguinosa impresa del protagonista viene mostrata come un resoconto da parte di alcuni dei comprimari che ci faranno compagnia per tutta la storia. Il gioco stesso è quasi interamente legato a questi personaggi che sbloccheranno sia le missioni principali che la grande maggioranza delle missioni secondarie. Per i fan della serie è inoltre previsto il gradito ritorno di Vito Scaletta, protagonista del secondo capitolo del gioco. Peccato che oltre al prologo, le missioni del gioco siano una sorta di ciclo infinito delle stesse quattro cose da fare. Per tutto il gioco ci verrà chiesto di intrufolarci furtivamente all’interno di alcune aree di interesse e sabotare il racket nemico fino a far arrivare il boss in questione in città. Per sabotare i piani dei nemici basterà rubare i soldi negli edifici designati ed uccidere gli spacciatori segnalati sulla mappa in una serie di missioni che hanno davvero poco di differente l’una dall’altra. L’IA nemica così come il sistema Stealth non convince e spesso i nemici sembrano goffi e sbadati, incapaci di vedervi anche a pochi centimetri di distanza da loro, e dire che Lincoln è un energumeno di 2 metri che anche accucciato fa la sua bella presenza. A combattere contro questi avverarsi davvero poco temibili troviamo inoltre la possibilità di collocare delle cimici sui ricevitori telefonici sparsi in giro per la mappa. Questi simpatici aggeggi vi daranno la possibilità di rivelare i punti di interesse della mappa, compresi collezionabili, nemici e nuovi ricevitori. Inoltre Lincoln possiede una vista speciale, che può essere usata senza limiti di tempo, che permette di visualizzare perfettamente anche i nemici nascosti nelle zone più buie o coperte. Tutte caratteristiche che rendono i combattimenti davvero ridicoli se non fosse per gli scontri con le armi da fuoco, sempre ben calibrati e con un ottimo sistema di taratura del danno. In Mafia 3 le pallottole sono molto realistiche e Lincoln può essere abbattuto anche con un paio di fucilate ben assestate. Peccato che il sistema di coperture non sia il massimo e che i nemici lo sfruttino a tratti, per il resto cercheranno di corrervi incontro con il fucile spianato rendendovi la loro eliminazione ancora più semplice. Il giocatore però preferirà sempre, o almeno ovunque possa, un approccio Stealth anche perché dopo le prime volte la noia e la ripetitività delle missioni si farà sentire pesantemente. Sconfitto il boss di zona sarà possibile piazzare all’interno del locale un vostro alleato che vi fornirà, ogni tot di tempo, soldi dalla vostra attività e vi darà accesso ad una serie di bonus. Sarà infatti possibile ottenere vari favori dai vostri alleati che aumentano a seconda del guadagno ottenuto: potrete chiamare furgoni a vendervi armi anche nel bel mezzo di uno scontro, fare in modo che la polizia chiuda un occhio sui vostri reati oppure sbloccare nuove armi anche legate all’impronta Vudù che gli sviluppatori hanno voluto dare ad alcune aree del gioco. Proprio su questo fronte sarà possibile ottenere lo Zemi Urlante, una strana bambola di pezza in grado di attirare i nemici, oppure lo Zemi Esplosivo in grado di far saltare in aria qualsiasi nemico gli si avvicini.

Hangar 13 ha deciso di dare uno stacco con quanto visto in passato, ed inserire nel gioco delle meccaniche pienamente open world che sinceramente avremmo preferito vedere implementate meglio. Ci sono molte idee interessanti ma sembrano essere sviluppate il tanto che basta per poter essere poi replicate fino alla fine dell’avventura. Un vero peccato per chi si aspettava un open world pieno di cose da fare e che si troverà invece immerso in una mappa ricca solo all’apparenza.

A SPASSO CON LA MAFIA



L’area di gioco è davvero vasta e il giocatore è lecito aspettarsi una grande varietà di missioni da affrontare. Invece, tranne il continuo smantellamento dei racket avversari e l’uccisione del boss di turno avrete davvero pochissimi altri motivi per avventurarvi nella mappa di gioco. L’unica cosa che vi spingerà a percorrere un cammino diverso da quello indicato dalle missioni sono infatti i collezionabili, vari vintage e in tema con quegli anni. Si parte dai numeri della nota rivista Playboy che è possibile sfogliare direttamente in game, i dipinti delle modelle di Vargas, gli album musicali da collezionare, le riviste Hot Rod e infine dei manifesti di propaganda comunista. Peccato che tutto questo collezionare non porti ad un bel niente visto che non c’è nemmeno un relativo trofeo/obiettivo di sorta legato ai collezionabili. Il giocatore può intraprendere questa ricerca giusto per un completamento totale del gioco ma anche la ricerca viene parzialmente rovinata dal fatto che piazzando le cimici viene svelata l’esatta posizione di ogni collezionabile direttamente sulla mappa. Gli edifici cittadini poi, seppur ben caratterizzati e differenziati per zone, specie tra quelle ricche e quelle povere, si somigliano tutti molto una volta addentrati all’interno di una zona. I covi dei boss sono praticamente quasi identici tra loro e stanarli per ucciderli sarà una passeggiata. Non ci è nemmeno possibile visitare ogni edificio presente sulla mappa, alcuni sono semplicemente inseriti per riempire l’area di gioco mentre altri vanno scassinati per accedervi. Il minigioco del forzare la serratura è interessante le prime due o tre volte ma dopo comincia a perdere di significato con serrature prive di difficoltà aggiuntiva. Lincoln purtroppo non apprende nulla, non può essere sviluppato e l’unica aggiunta sembra essere il giubbotto antiproiettile che raddoppia la quantità di salute iniziale. E’ un vero peccato che il parco abilità del protagonista non sia potenziabile. Lincoln inizia con una grande abilità nell’uso delle armi, nella guida di qualsiasi mezzo, nello scassinare serrature, nel nascondersi dagli avversari e in una serie di uccisioni brutali che possono essere effettuate dopo aver indebolito il nemico semplicemente tenendo premuto il tasto B. Queste grandi abilità del personaggio, seppur molto utili in ogni situazione, lasciano il giocatore senza un vero e proprio senso di soddisfazione che si troverà da subito in grado di affrontare il gioco praticamente privo di qualsiasi difficoltà. La Polizia pare essere l’unica a poter dare un po’ di filo da torcere al giocatore ma anche su questo fronte l’IA non ci ha fatto impazzire mostrando dei poliziotti incapaci di coordinarsi tra loro e a tratti davvero goffi. Ad allertare le forze dell’ordine saranno spesso i passanti che sempre attenti ai reati di Lincoln correranno nei pressi della cabina più vicina per chiamare aiuto. In questo caso vi basterà finirli prima che raggiungano il telefono o scappare dall’area di interesse delle forze dell’ordine per far perdere le vostre tracce.
UN MONDO VUOTO MA CON UN SUONO DI CLASSE



New Bordeaux, città ispirata per panorama fisico e sociale a New Orleans, è per lunghi tratti una città vuota caricata da un motore grafico che fatica e arranca. Assisteremo a frequenti fenomeni di compenetrazioni poligonali con auto che rimangono bloccate in elementi dello scenario e nemici morti che fluttuano a mezz’aria. Fortunatamente a salvare il comparto tecnico arriva l’ottimo lavoro di animazione fatto sui volti dei personaggi, con una pelle curata nel dettaglio, occhi lucidi e un abbondante dose di sangue che vedremo fluire spesso nel corso del gioco. I veicoli, che spaziano tra macchine e motoscafi, risultano abbastanza pesanti da pilotare con davvero pochi danni da poter apportare alla carrozzeria. Ad accompagnare un comparto tecnico non proprio emozionante arriva una colonna sonora che ci riporta nel ’68 con il ritmo dei Clash, gli Stones, i Cream e molti altri cantanti di quegli anni. L’elettrizzante fuga in motoscafo dell’intro ad esempio è accompagnata, curva dopo curva, da una dirompente Born To Be Wild. Infine il doppiaggio, completamente italiano, non presenta grossi problemi di sincronia ma le battute dei personaggi cadono troppo spesso in dialoghi che sanno di già sentito e non vanno oltre una sequela di offese o frasi condite da numerosi e violenti clichè razzisti di ogni tipo.
COMMENTO FINALE



Mafia 3 sarebbe stato un film perfetto, ricco di colpi di scena, azione e quel tanto amato noir che fatichiamo nel trovare al cinema. Purtroppo però tutto quello che va oltre la trama ci ha lasciato perplessi e annoiati. La struttura di gioco ciclica e ripetitiva non fornisce soddisfazione al giocatore se non in alcuni momenti mirati in cui finalmente si arriva ad uccidere un determinato avversario. L’open world non riesce ad offrire molto intrattenimento al di fuori delle missioni proprio come l’IA nemica non fornisce un livello di sfida adeguato in nessuna situazione. Nel complesso Mafia 3 ci racconta una grande storia, non è la svolta che ci aspettavamo dalla saga, ma comunque un titolo in grado di divertire se preso a piccole dosi.