Mario Party Star Rush – Recensione

Recensione di Gianluca “DottorKillex” Arena

Sebbene l’ultimo episodio uscito su console portatile non avesse entusiasmato, soprattutto a causa di una serie di limitazioni e compromessi da accettare per giocare in mobilità, la serie Mario Party ha rappresentato a lungo un marchio di garanzia per quanti adorano condividere la loro passione con amici, fidanzati/e, figli e mogli, battendosi all’ultimo turno su diversi tabelloni e affidando l’esito delle loro serate ad un tiro di dadi.
Per questo, l’arrivo di Mario Party Star Rush può essere visto quasi come una sorta di risarcimento per l’utenza 3DS, con decisi passi avanti dal punto di vista del gameplay e della fruibilità in gruppo.
Andiamo a vedere più nel dettaglio il lavoro svolto da ND Cube (team second party di Nintendo) e uno dei team interni di Nintendo stessa.

A ognuno il suo Toad

A prendersi la scena, emblema del lavoro di svecchiamento ed alleggerimento delle meccaniche di gioco che avevano caratterizzato la serie fin qui, è la Lotta dei Toad, modalità principe tanto per il single player (che rimane comunque un’attività secondaria in un party game come questo) quanto per il multiplayer competitivo fino a quattro giocatori.
Quest’ultimo è ora sorretto anche da un download apposito via eShop, gratuito, che consente a tre amici di partecipare alla festa con meno limitazioni di quante ne imponga il Download Play, comunque presente.
La lotta dei Toad mette ogni giocatore nei panni di un fungo di diverso colore, e già questa scelta segna un punto di rottura con la decennale tradizione del brand, ed elimina il collo di bottiglia rappresentato dal tabellone a movimenti fissi, sostituito da una griglia su cui gli spostamenti, pur decisi ancora dal tiro di dadi, sono a discrezione del giocatore.
ND Cube si è sbarazzata anche dei turni, consentendo ai giocatori di spostarsi contemporaneamente, così da azzerare, in un sol colpo, tanto i tempi morti che affliggevano le precedenti uscite quanto le strategie occulte, adesso impossibili da adottare perché sempre esposti allo sguardo indiscreto degli altri partecipanti.
Lo scopo ultimo è quello di accumulare un numero di stelline maggiore rispetto ad ogni altro concorrente, districandosi tra improbabili sfide contro i cattivoni tipici dell’immaginario mariesco (da Bowser alla sua progenie, passando per gli immancabili Goomba e Pipino Piranha) e i minigame rappresentati dai palloncini sparsi per le mappe, che spesso appaiono dal nulla, conferendo sempre un sapore imprevedibile alle partite.
Altra piccolo ma gradito accorgimento consta nell’aver reso facoltative le fasi esplicative dei singoli minigiochi: qualora entrambi i concorrenti concordino nel saltare il tutorial, questo può essere bypassato con la semplice pressione di un tasto, velocizzando enormemente l’accesso alla parte più divertente.

Modalità sparse

Lotta dei Toad, a memoria, risulta una delle meglio bilanciate e più divertenti modalità principali viste in un Mario Party recente, solo leggermente sacrificata dai limiti strutturali della console ospite e dei suoi piccoli schermi, ma Mario Party Star Rush offre anche dell’altro.
Blocchi Boo rappresenta la versione made in Regno dei Funghi dei puzzle game match-three che hanno spopolato per oltre un trentennio, Corsa Palloncini riprende la formula base di Lotta dei Toad ma senza boss fight, per partite ancora più veloci, mentre Tipi da Concerto è una versione davvero basilare di un rhythm game, che si basa sul tempismo del giocatore e sulla sua conoscenza dei motivetti classici dei franchise di Mario.
Non vi basta ancora? Eccovi, allora, Monetathlon, una corsa che avviene su due schermi, dove il raccoglimento delle monetine fa da carburante per i marciatori, mentre Avanti e Indietro è una competizione uno contro uno in cui far avanzare gradualmente la propria pedina, dove la fortuna con i dadi conta più che mai.
Chiude la carrellata Fulmina-Torre, unico minigioco esclusivamente single player del pacchetto, che è la rivisitazione di Nintendo del campo minato che tutti hanno provato, almeno una volta, su Windows.
La quantità, che come si vede è abbondante, non sempre va di pari passo con la qualità, perché, come tutte le raccolte di minigame, ce ne sono sempre almeno un paio meno ispirati: in questo caso, e tenendo conto che il fattore personale detiene un peso notevole in questa valutazione, sono Monetathlon e Tipi da Concerto le proposte meno interessanti, l’una troppo lenta in un gioco che va a mille e l’altra davvero troppo basica per divertire il potenziale pubblico di prodotti come il prossimo Rhythm Heaven.
In ogni caso, con un pacchetto numericamente così ricco, è facile che ognuno trovi la propria attività preferita, specificandosi in quella e pagando dazio, magari, in alcune delle altre discipline: il bello delle serate tra amici è anche questo equilibrio, che genera competizioni feroci e sfottò a non finire.

Tavolozza ricca

Inutile soffermarsi più di tanto sul versante tecnico, quanto mai secondario in un prodotto come Mario Party Star Rush: ciò, che, invece, ci preme sottolineare, detto della possibilità di scaricare pacchetti quasi completi per tutti gli amici o familiari che vorranno divertirsi con l’acquirente della cartuccia, è la totale compatibilità con la stragrande maggioranza degli amiibo che abbiamo avuto modo di testare.
Ognuno di essi garantiva bonus particolari o, in alcuni casi, malus per i nostri avversari, e contribuiva a creare quell’atmosfera di interazione sociale: durante le sessioni di gioco si mercanteggiava e ci si scambiava le statuette, salvo poi scoprire che il loro effetto variava a seconda del minigioco in cui esse erano impiegate, con effetti spesso inaspettati ed esilaranti.
La veste grafica è abbastanza povera, di per sé, ma garantisce un mare di colori ed un’interfaccia pulita e semplice da navigare, due elementi affatto secondari nell’economia di un gioco indirizzato ad un’utenza assai vasta.

Commento finale

La perfezione (che comunque non è di questo mondo) è ancora lontana, se è vero che la modalità per singolo giocatore continua a divertire molto meno, che alcuni minigame sono meno ispirati di altri e che tutto sembra adesso più votato ad un’utenza quanto mai casual, eppure Mario Party Star Rush si prende, senza troppa fatica, il trono di miglior capitolo portatile della serie, grazie a modifiche sostanziali nella struttura di gioco e alla riuscita e dinamica modalità principale.
Se avete un paio di persone con cui condividere il prodotto in maniera continuativa, aggiungete pure mezzo voto alla valutazione, che tiene conto anche dell’oggettiva difficoltà di organizzare dei party appositi, differentemente dai nostri colleghi giapponesi.