PES 2017 – Recensione

Articolo a cura di Samuele Zaboi

Ci siamo. Il profumo dell’erba tagliata, il tacchettio degli scarpini nei corridoi dagli spogliatoi verso il campo, il brusio e il vociare del pubblico in attesa del calcio d’inizio poi l’ingresso sul rettangolo di gioco. Si parte!
Il campionato, dopo la pausa per le nazionali, è ripartito così come le coppe europee, pronte ad alzare il sipario per gli appassionati dello sport più amato in Europa. Proprio con l’arrivo del mese di settembre non manca l’appuntamento con le più importanti serie videoludiche. Konami riparte da PES 2017, quello che può essere considerato una sorta di nuovo inizio per la saga. Com’è il nuovo capito di Pro Evolution Soccer? Scopritelo insieme a noi.


Il calcio per chi ama il calcio

PES 2017 è un titolo decisamente particolare. Chiaro, è pur sempre un gioco calcistico, ci mancherebbe, con undici calciatori contro undici ma il capitolo di quest’anno presenta alcuni chiaro-scuri che se da un lato fanno importanti passi avanti rispetto al passato, dall’altro invece sorgono alcuni difetti, macro o micro a seconda dei casi, che possono far storcere il naso agli appassionati.
La parte più importante di un gioco calcistico è, senza ombra di dubbio, il gameplay. E qui Konami non delude. PES 2017 rappresenta il perfezionamento di quanto visto in passato, mostrando l’attenzione che la software house cerca di dare al realismo. Chi ha giocato, e chi gioca a calcio, saprà apprezzare il gameplay di PES 2017, dove tocchi di prima, visione tattica e precisione sono solo alcuni degli elementi cardine del prodotto. A tutto questo va ricordata l’aggiunta di nuove animazioni, nel gioco e durante l’esultanza: vedrete i vostri calciatori rammaricarsi, protestare o incitare i propri compagni, proprio come nella realtà. Se in passato i portieri avevano rappresentato un problema, con respinte spesso goffe e del tutto inverosimili (come respingere una punizione con i piedi), quest’anno gli estremi difensori si sono mostrati all’altezza del gameplay di PES 2017. Nessuna sbavatura, nessun regalo agli attaccanti per un facile tap-in e nessuna parata inverosimile: in aggiunta a questo abbiamo notato, proprio come nella realtà, qualche “papera” in grado di condizionare l’andamento e il risultato di una partita. Non manca inoltre la fedeltà nei movimenti e nelle gestualità per i calciatori più famosi: sarà facile riconoscerli in campo grazie alle semplici movenze.

Tutto questo è segno della grande attenzione che Konami ha voluto dare al rettangolo di gioco, a quello che avviene sul manto erboso e che ogni appassionato può rivedere in televisione la domenica. Ottima la gestione dei contrasti, molto vicini al realismo più totale, e pregevole anche la gestione degli arbitri: i giudici di gara potranno essere inflessibili, fischiando ogni contrasto al limite oppure lasciando giocare per una direzione “all’inglese”. Questo, pad alla mano, lo si nota chiaramente come il miglioramento per l’IA. In PES 2017 difficilmente i vostri avversari serviranno, soprattutto in occasione dei rinvii o delle punizioni difensive, un compagno marcato favorendo così il vostro contropiede. A onor del vero questo, saltuariamente, accade ancora ma con molta meno frequenza rispetto al passato. Leggi Anche Fifa 17 Vs PES 2017

L’importanza dei dettagli

Se, come precisato nelle righe precedenti, il gameplay resta il punto di forza di PES 2017, con buoni passi avanti in confronto a quanto visto nelle annate precedenti, d’altro canto alcuni elementi di contorno meritano una revisione. Come specificato in sede di presentazione, questo capitolo può considerarsi una sorta di nuovo inizio per la serie. Perché? Per la nuova politica in materia di licenze. Partnership con club quali Barcellona, Borussia Dortmund o Liverpool sono sicuramente un segno importante ma non poter contrare su Real Madrid, Manchester United o Juventus (solo per citarne alcune) è comunque qualcosa che può arrecare fastidio nel giocatore e allontanarlo dall’acquisto. É vero, i giocatori sono comunque sotto licenza e i dati ufficiali si possono sempre importare, ma crediamo che l’utente medio difficilmente svolgerà questa operazione, comunque sempre possibile. L’ideale, ne siamo convinti, è che il gameplay di PES 2017 venga contornato da un’offerta di base, a livello di licenze, più competitiva di quanto visto quest’anno da parte di Konami. Non avere la Juventus, e nemmeno la classifica casacca a righe bianco-nere (e chi scrive non è di fede juventina, ndr), seppur non originale, resta una pecca che consideriamo gravosa per il mercato italiano e per gli utenti del nostro paese.
La modalità Master League ha avuto invece alcuni miglioramenti, con trasferimenti più realistici e privi di offerte folli per i vostri giocatori, dando più veridicità al mercato e facendo uso sulla vostra abilità per rinforzare la vostra resa. Lo stesso discorso vale anche per “Diventa un mito”: qui vedrete più spesso la panchina (o la tribuna) rispetto al passato e diventare una stella del calcio mondiale richiederà un po’ più di pazienza e di tempo. Nel complesso, PES 2017 ci ha dato l’impressione che alcuni dettagli, forse non così marginali, siano stati poco curati. La telecronaca, rispetto alla scorsa edizione, non ha mostrato significativi passi come sperato. Non mancano nuove frasi naturalmente ma nel complesso il tutto ci è sembrato non così coinvolgente come il gameplay. Una nota finale, puramente “grafica” ma non per questo, a nostro avviso, meno importante: vedere, durante l’intervallo, l’opzione “2° metà” al posto di “2° tempo”, mostra la poca attenzione riservata ai dettagli, per lo meno per quanto riguarda il mercato italiano. Questa scritta è infatti una mera traduzione da “2nd half” e non un’italianizzazione corretta, dal momento che nel nostro paese si usa comunemente il termine secondo tempo. Piccoli dettagli che se curati però possono dare alla serie il giusto slancio verso quella perfezione tanto ricercata da Konami.

Commenti finali

PES 2017 mostra grande ulteriori passi avanti nel campo del gameplay, vero cuore pulsante del gioco, cercando di avvicinarsi a quella perfezione e a quel realismo a lungo inseguiti da parte di Konami. Non mancano però alcuni difetti da limare tra i quali campeggia, forse in maniera ancor più massiccia rispetto al passato, la carenza di licenze. Se quest’ultimo elemento non è una caratteristica cardine per voi, PES 2017 è il titolo perfetto per chi ama il calcio e cerca il calcio anche pad alla mano.