Shadow of the Beast – Recensione

Articolo a cura di Pietro Gualano 

Sono passati 27 anni dal lancio di Shadow of the Beast e oggi siamo qui per parlarvi di un tributo, un omaggio realizzato dai ragazzi di Heavy Spectrum Entertainment Labs per i fan di questo storico titolo. Non è mai facile creare titoli di qualità riprendendo il lavoro di un altro team e le aspettative per il gioco erano sicuramente alte:  Shadow of the Beast è rimasto impresso nella memoria di molti possessori di Amiga e non solo. Heavy Spectrum è riuscita a rendere giustizia a questo titolo del 1989? Scopriamolo insieme!

Da servitore a cacciatore

Per la storia il team di sviluppo ha scelto di non distaccarsi troppo dal gioco originale: vestiamo nuovamente i panni di Aarbron, un essere un tempo umano trasformato in bestia dalla magia. Inizialmente siamo dei fedeli servitori ma, dopo aver scoperto la verità sul nostro passato e sul nostro carnefice, ci trasformiamo praticamente subito in cacciatori. Aarbron inizia quindi un viaggio per vendicarsi, ma ha anche un altro scopo che non intendiamo svelarvi per non rovinarvi la sorpresa. 

La trama di Shadow of the Beast non è particolarmente elaborata, non ci sono grandi colpi di scena e il compito di mettere lentamente e faticosamente insieme i pezzi della storia è lasciato al giocatore. Inizialmente non siamo nemmeno in grado di comprendere le parole dei personaggi, è necessario sbloccare le traduzioni delle varie lingue attraverso i punti ottenuti giocando. Fortunatamente è presente un comodo “bestiario” in cui sono presenti moltissime informazioni sui personaggi, sui mostri e sulla trama: il giocatore è praticamente obbligato a consultarlo per poter comprendere veramente la storia del gioco. 

Nel complesso possiamo promuovere la trama di Shadow of the Beast: sicuramente non è uno dei punti forti del titolo, questo è vero, ma è comunque gradevole da seguire e riesce ad accompagnare il giocatore. Ci è capitato spesso di affrontare un livello dopo l’altro per scoprire cosa sarebbe successo o, semplicemente, per il desiderio di porre fine alla vita di un determinato personaggio.

Sangue dal 1989

Passiamo ora al vero cuore del titolo: il gameplay. Shadow of the Beast è un action platform strutturato a livelli in cui il giocatore affronta feroci battaglie e risolve enigmi ambientali (mai troppo complessi). Il sistema di combattimento è basato su attacchi, parate, schivate, contrattacchi e mosse speciali, padroneggiare i movimenti difensivi è semplicemente fondamentale e il tempismo è assolutamente centrale per realizzare punteggi degni. Già, punteggi: il gioco alla fine di ogni livello vi assegnerà un punteggio che verrà condizionato dal vostro stile di combattimento, dai colpi subiti e non solo. Piazzare un contrattacco o un colpo perfetto non è per niente semplice e avrete bisogno di un po’ di tempo per realizzare punteggi elevanti. 

I combattimenti di Shadow of the Beast sono veramente una gioia per gli occhi per gli amanti dello splatter: possiamo vedere teste che si staccano, arti mozzati e tante altre amenità mentre facciamo letteralmente a pezzi i nostri nemici. Questo è un titolo in cui verserete veramente tanto sangue ed è quindi caldamente sconsigliato a chi non sopporta i videogiochi violenti. 

Oltre alle mosse base possiamo anche sfruttare (un numero limitato di volte) una mossa speciale in grado di infliggere devastanti danni ad area, attivare una modalità speciale che col giusto tempismo consente di sbarazzarsi di grossi gruppi di nemici senza troppa fatica, recuperare salute divorando i nostri nemici, effettuare prese per scagliare i malcapitati contro i loro alleati e, infine, abbiamo la possibilità di stordire gli avversari per poterli poi abbattere in tutta tranquillità. Il sistema di combattimento proposto da Shadow of the Beast è apparentemente semplice e immediato ma dopo qualche livello si realizzano le varie possibilità e combinazioni offerte al giocatore. Presto, infatti, si incontrano nemici dotati di abilità speciali che non possono essere uccisi con un semplice colpo: il giocatore deve quindi essere in grado di schivare, stordire e capire quando giocarsi la carta della mossa ad area. Uccidendo nemici si recupera “sangue”, una risorsa molto utile nelle partite che permette di attivare la modalità speciale di cui sopra.

E’ anche presente un sistema di crescita del personaggio, possiamo sfruttare i punti ottenuti nei vari livelli per migliorare la salute o le capacità della nostra bestia anche se, purtroppo, le possibilità offerte in termini di personalizzazione sono piuttosto basse. Avremmo gradito un “albero delle abilità” più vario e intrigante ma le capacità offerte risultano comunque utili e indispensabili alla difficoltà più elevata. 

Un mondo corrotto

I livelli realizzati dai ragazzi di Heavy Spectrum sono sicuramente belli da vedere e divertenti da giocare. Le fasi platform funzionano e, pur non proponendo enigmi ambientali realmente complessi, riescono comunque a tenere impegnato il giocatore con salti difficili, trappole inaspettate e trovate brillanti. Le ambientazioni proposte sono piuttosto varie e nessun livello ci ha dato una sensazione di “già visto”, la qualità di alcuni è decisamente superiore agli altri ma sono comunque tutti su un buon livello. 

Anche i mostri che popolano questi livelli non hanno deluso le nostre aspettative: nel corso della nostra avventura abbiamo dovuto fare i conti con orrori di ogni tipo e le caratteristiche specifiche delle varie creature costringono ad adottare un approccio diverso a seconda dei casi. Peccato per le boss fight, belle da vedere ma mai realmente impegnative: il gioco ci ha un po’ deluso da questo punto di vista, è strano che (in alcuni casi) il boss finale sia molto più semplice da sconfiggere di un normale gruppo di nemici. 

L’influenza del gioco originale comunque si sente molto anche in questi aspetti, i fan del titolo del 1989 saranno felici di sapere che il gioco è incluso nel pacchetto in versione emulata e può essere sbloccato (con tanto di trucchi) spendendo i punti guadagnati nei livelli. Possiamo anche sbloccare documentari legati al titolo e la colonna sonora, il rispetto di Heavy Spectrum per il materiale originale è assolutamente evidente ed è un bene che non abbiano stravolto la formula di base.

Shadow of the Beast offre tre livelli di difficoltà (principiante, normale e bestia) ma il nostro consiglio è di impostare subito il più elevato. Il motivo? Semplice, a livello normale la sfida proposta non è assolutamente adeguata, possiamo morire tutte le volte che vogliamo e subiamo veramente pochi danni. Crediamo che Shadow of the Beast perda molto del suo potenziale se giocato a normale, dopo un po’ ci si annoia senza una vera sfida ed è per questo che la modalità bestia è senza ombra di dubbio la più divertente del gioco. Qui, infatti, non avrete un numero illimitato di morti a disposizione: potrete rinascere solo consumando appositi elisir ottenuti combattendo in modo eccellente e se li finirete sarete costretti a ricominciare. A parer nostro c’è una differenza veramente eccessiva tra la modalità normale e la modalità bestia, sicuramente Heavy Spectrum avrebbe potuto realizzare una difficoltà intermedia più godibile e meno scontata.

Tecnicamente quasi perfetto

Dal punto di vista tecnico non ci possiamo lamentare, il gioco è veramente bello da vedere e alcuni livelli sono una gioia per gli occhi. Heavy Spectrum ha fatto un ottimo lavoro con luci e ombre, proponendo in alcune situazioni colori molto accesi e in altre tonalità più vicine al grigio. Segnaliamo qualche piccolo (anzi, piccolissimo) ritardo nella risposta dei comandi durante i combattimenti ma sono situazioni che si verificano molto raramente e, generalmente, il gioco gira in modo fluido e senza troppi problemi. Nel corso della nostra prova non abbiamo incontrato particolari bug audio o video, certe volte la telecamera di gioco si ferma di fronte ad alcuni ostacoli che bloccano la vista del giocatore e speriamo che il team di sviluppo risolva presto. Per quanto riguarda le musiche il nostro giudizio non può che essere positivo, Heavy Spectrum ha fatto un ottimo lavoro da questo punto di vista proponendo ritmi a volte molto sostenuti e a volte decisamente più calmi.


Conclusione

Shadow of the Beast non ha deluso le nostre aspettative, crediamo che i fan del titolo originale lo apprezzeranno molto e siamo rimasti colpiti dal rispetto mostrato da Heavy Spectrum per il materiale originale. I livelli sono stati realizzati bene e sono fortemente rigiocabili, gli utenti sono spinti a realizzare punteggi sempre più alti per scalare le classifiche e siamo certi che i giocatori più agguerriti troveranno pane per il loro denti. L’acquisto è sicuramente consigliato ai fan del titolo del 1989 ma crediamo che Shadow of the Beast possa essere interessante e divertente anche per tutti gli altri.